...il ricordo mi sconvolse, il mio viso cambiò, si incupì e decisi immediatamente di ritornare in quel posto per cercare mia sorella. La speranza fu quella di riuscire a trovarla in vita, sana e salva.
Ero affamato, ma il nervosismo mi aveva completamente bloccato lo stomaco, la bocca era asciutta e il respiro spezzato...un profondo dolore al petto mi dilaniava l'anima.
Presi qualche tozzo di pane e lo misi in sacca, preparai delle brocche d'acqua e le adagiai nella borsa che avevo posizionato sul cavallo, consapevole del fatto che la lunga cavalcata ne avrebbe fatto riversare un bel pò in terra.
Ma non m'importava...il pensiero fisso era rivolto a lei...a Mary, dovevo ritrovarla a tutti i costi.
Lei era la mia famiglia. Il ricordo svegliò tante cose in me tra cui il triste destino di mia madre e di mio padre rimasti uccisi in un terribile agguato di alcuni banditi nel nostro piccolo villaggio. Era cibo per la mia rabbia, questi fatti negativi si aggiungevano al dolore che stavo provando, così forte da non riuscire a far scendere nemmeno una semplice lacrima.
Ero rabbioso e triste allo stesso tempo.
Mi aggrappai alle redini del cavallo e con un balzo salì sopra ma Sean uscì di corsa e mi fermò dicendo:
"- Calma figliolo, non perdere la ragione, cerca di essere lucido e attendi qualche secondo perchè io, caro Squall, non ti lascio andare da solo....verrò con te". Ed accennò un sorriso sul suo volto quasi sempre cupo.
Mi tranquillizzai e aspettai Sean...dopo qualche minuto eravamo già in viaggio. Passammo per la cittadina di Nujel'm, c'era molta gente e Sean salutò da lontano una ragazza in sella ad uno splendido unicorno e puntammo dritti verso il cimitero di Britain.
Era lì che stavo andando con mia sorella, stavamo portando dei fiori freschi ai nostri genitori. A mano a mano il ricordo si faceva sempre più nitido, mentre le foglie di un color verde smeraldo riflettevano i raggi del sole accecando la mia vista.
Due giorni ci vollero per arrivare nella famosa e rinominata Britain e finalmente arrivammo nei paragi del cimitero. Cercai di ricostruire la scena, cercando di capire da quale parte mia sorella sarebbe potuta scappare, ma niente. Così Sean mi disse:
"-Allontanati...spostati da qui"
Eseguì subito e mi allontanai dalla zona e iniziai a vedere degli strani movimenti delle mani di Sean. Pronunciava delle parole ma non riuscivo a capire...ero troppo distante. Dopo alcuni minuti, Sean, riposizionò le braccia sotto la sua veste nera si voltò verso di me e disse:
"-Tua sorella è da quella parte". Indicando una viuzza colma di erbacce alte.
"-Tua sorella è lì...ma caro Squall...mi dispiace...non sento nessun battito vitale."
Immediatamente la mia gola si squarciò e le mie interiora ribollirono di dolore. Corsi verso le erbacce, come fossi un pazzo, e poco dopo un terribile tanfo mi rivoltò l'anima, quegli occhi che non avevano più forza di piangere si riempirono come un fiume nella stagione delle piogge. Mi voltai ed era lì...un cadavere in decomposizione. Mi avvicinai illudendomi che non fosse lei, non poteva essere la mia dolce Mary, ma il destino volle essermi d'intralcio, crudele...così da farmi riconoscere l'anello di mia madre sul dito di quel corpo senza vita.
In un lampo il mondo mi crollò addosso, non sentivo più nessuna emozione, nessuna sensazione. Rimasi attonito di fronte a quel corpo. Sean si avvicinò e disse:
"- Mi dispiace figliolo. Comprendo il dolore che ti affligge".
Mi girai,abbraccia Sean e dissi:
"-Ti prego facciamo qualcosa, non possiamo fare niente? Lei era tutto per me, tutto!!"
Sean colpito dal mio dolore mi guardò fisso negli occhi e mi rispose:
"- Ci sono cose molto più grandi di noi, caro Squall, cose di cui non conosciamo nemmeno l'esistenza...ci sono poteri
enormi...magie arcane che solo chi ne è davvero degno può apprendere..."
Guardavo gli occhi di Sean, così neri, così profondi...e risposi:
"-Sean ma di cosa parlate? Non capisco."
Lui prese un bel respiro e disse:
"-Sono Padre Sean della Congrega dei Necromanti e voglio aiutarti a portare in vita tua sorella. Solo io e altre poche persone possiamo darti gli insegnamenti giusti per poter essere padroni della Magia Nera".
Quella risposta mi rincuorò ma nello stesso tempo mi portò angoscia. Ho sempre pensato che chi "gioca" con la morte non fosse poi tanto giusto di testa. Ma il mio volere era un'altro, la mancanza di mia sorella mi stava lentamente distruggendo, così presi anch'io un bel respiro e risposi:
"- Va bene Padre...sono pronto per qualsiasi insegnamento. Basta solo che tutto l'impegno che ci metterò porti a dei risultati."
Mi diede una pacca sulla spalla e mi disse:
"-Impegno ragazzo...tanto impegno! Adesso mettiamo il corpo in questa tela bianca e riportiamolo a casa."
Stranamente il corpo non emanava più nessun odore sgradevole. Così girammo il corpo nella tela e lo posizionammo sul cavallo.
Il viaggio di ritorno ci stava aspettando.