Il mio nome è Arthemis, figlio di un'umile e numerosa famiglia residente nelle periferie di Britain. Fin da piccolo, io e i miei fratelli venimmo abituati al lavoro, duro e rigoroso, delle proprietà terriere ereditate dai nostri avi, al solo scopo di sfamare la famiglia stessa. Le giornate, spesso molto dure e monotone, fecero maturare in me il desiderio di cercare fortuna altrove. All'età di 14 anni, dopo che il mio fratello più fidato morì, a causa di una malattia troppo onerosa per essere curata, presi l'iniziativa di fuggire altrove. La mia meta era ancora sconosciuta, ma il dolore per la recente scomparsa, e soprattutto la voglia di cambiamento, rese il mio cervello inconscio dei pericoli che mi avrebbero procurato questo lungo cammino.[/li]
Mi addentrai nei fitti boschi a sud di Britain, sapendo che dopo alcuni giorni di cammino avrei raggiunto la città di Trinsic, l'unica città a mia conoscenza nella zona, a causa della mia scarsa formazione culturale. Dopo alcune ore di viaggio, il sole iniziò a tramontare e decisi di alloggiare vicino le rive di uno dei pochi fiumi che attraversava il bosco. Cenai con qualche bacca e radice, trovate qua e là durante il cammino. Dopo aver cenato ed essermi riposato qualche ora, mi risvegliai verso le 2 di notte, a causa del ruggito di qualche creatura a me sconosciuta. Il terrore prese il sopravvento, e decisi di proseguire in fretta e furia il mio cammino, approfittando del buio. Dopo qualche minuto di viaggio, I quietanti rumori cessarono, e si diffuse nel bosco un clima di silenzio e mistero. Proseguì per un altra mezzora abbondante, e nonostante il silenzio riuscì a percepire la presenza di una o più entità che mi stavano osservando da lontano. Decisi di nascondermi dietro ad un cespuglio li vicino, per far perdere le mie tracce ai presunti inseguitori. Dopo alcuni minuti, decisi di sbirciare al di là del cespuglio per vedere se fossi ancora seguito da qualcuno. Proprio in quel momento sentì un forte colpo alla nuca e persi i sensi.
Mi risvegliai dopo svariati giorni, disteso in un letto, in stato confusionale. I miei pensieri vennero subito interrotti da un uomo, apparentemente di mezza età, che mi chiese chi fossi e cosa ci facessi nel bel mezzo del bosco, di notte, da solo. Decisi di raccontare tutta la mia storia all'uomo, poiché già di primo impatto mi aveva trasmesso una sensazione di sicurezza che nessuna persona mi aveva mai trasmesso prima d'ora. Dopo avermi ascoltato, l'uomo rispose: “Sei un ragazzo ingenuo, devi pregare Ehloim se sei ancora in vita. Pochi giorni fa, sei stato aggredito da alcuni orchi che ti avevano teso un imboscata. Io, come altri guardiani della foresta, sapevamo della tua presenza dal momento in cui sei entrato nel bosco, e abbiamo voluto seguirti perché, come molta altra gente testarda, volevi avventurarti in queste lande pericolose, senza nessuna conoscenza combattiva. Dopo che hai perso i sensi siamo riusciti a sconfiggere gli orchi, e a riportarti qui nel nostro monastero a Nord di Trinsic”. Rimasi quasi senza parole dopo il racconto dell'uomo, e dopo aver bevuto un sorso d'acqua, l'uomo mi guardò e disse: “Voi giovani non capite l'importanza della fede nella vita, siete sempre alla ricerca del benessere economico e non del benessere interiore”. Io non badai alla sua frase, mi alzai e decisi di fare un giro all'interno del monastero. Il clima era di assoluto silenzio, per permettere la giusta concentrazione ai cadetti e ai monaci che erano raccolti in preghiera. Arrivò la sera, e mi distesi nel letto che mi avevano assegnato per la notte. La mattina seguente avrei dovuto lasciare il monastero, per raggiungere, a poche ore di cammino la città di Trinsic. Durante la notte ripensai a tutta la mia esistenza e mi venne in mente la frase che mi disse l'uomo il pomeriggio stesso. Pensai: “forse la fede è la svolta più giusta che posso dare alla mia vita”. La mattina seguente, prima di andarmene, dissi all'uomo che volevo intraprendere la strada della fede. L'uomo annuì e mi disse: “Figlio mio, le porte sono aperte a tutti, ma la strada da qui in poi si farà sempre più dura per te, sappilo”. Io, che vedevo nelle difficoltà la motivazione per andare avanti, decisi di accettare. Passarono gli anni, e all'interno del monastero iniziai a crearmi una cultura religiosa sempre più accentuata. Le bibioteche erano molto fornite, e tra le righe di molti testi antichi, riuscì a leggere opere riguardanti le gesta di sacerdoti antichi, dai poteri sovrumani, quasi divini. Dopo questa scoperta, andai subito dal capo dei Monaci a chiedere se questi poteri potevano essere acquisiti. Il Monaco rispose: “Figlio mio, Ehloim è nelle grazie di tutti i suoi fedeli, ma nella storia, solo in pochissimi, sono i prescelti per acquisire i poteri da lui derivati. Nel mondo, in pochissimi hanno avuto l'onore di possedere i poteri di Ehloim. Attualmente, da quel che io sappia, Si possono contare sulle dita di una mano”. Dovrai sacrificarti anni e anni, sui libri e sulla preghiera per acquisire questi poteri.”