Leafa nasce 27 anni fa a Occlo, figlia di due umili braccianti e destinata a esserlo pure lei..."almeno secondo il padre".
La ragazza, però, ha un cuore puro e uno spirito impavido e sin da piccola queste due peculiarità le creano non poche problematiche. Da prima il padre, che possessivo come era, non voleva che si cimentasse in prove atletiche o combattive dedicate secondo lui solo ai maschi; in secondo luogo, molti maschi non sopportavano che Leafa potesse batterli nelle prove fisiche e quindi poi si vendicavano picchiandola o prendendola in giro.
Gli anni passano e Leafa da bambina si trasforma in un giovane donna, forte nello spirito e nel corpo. Circa 10 anni fa ci fu un'invasione di Orchi nelle campagne di Occlo, molte fattorie vennero saccheggiate e messe a fuoco e la milizia di quell'epoca potè poco contro lo schiacciante potere orchesco. Una delle fattorie che vennero distrutte fu quella di Leafa e con essa vennero trucidati anche i suoi genitori; suo padre venne decapitato e portato in trionfo trascinato dai cavalli, sua madre venne stuprata e fatta a pezzi. Leafa era ospite di alcuni amici di famiglia in un paese vicino, al suo ritorno dovette accettare la tragica notizia e forte degli insegnamenti ricevuti dovette rimboccarsi le maniche e cercare di ripartire da capo con la sua vita. Durò qualche anno, poi la vendetta che albergava in lei si fece largo e decise di partire per mettere fine a quell'agonia. Comprò il necessario in città, armatura, spada e scudo e un cavallo per muoversi più in fretta e si recò al più vicino accampamento di orchi da lei conosciuto. All'inizio la sua furia omicidia prese il sopravvento e molti orchi caddero sotto i suoi colpi, poi le ferite e la stanchezza si fecero largo e i dubbi su quello che stava facendo presero piede e fu la fine. Riusci a chiudersi in una casa e disperata attese che la morte la venisse a prendere. Passarono ore interminabili, ore in cui cercava di respingere gli attacchi provenienti da fuori, poi ci fu un rumore di zoccoli, qualche imprecazione spade, ascie, scudi, un cozzagliare di corpi in armatura, urla....poi il silenzio e subito dopo la porta si spalancò all'ordine di una parola magica pronunciata. Entrò un cavaliere, la sua armatura non era lucida ma sporca del sangue degli orchi, ammaccata come lo era il so scudo. Le porse la mano e l'aiuto ad alzarzi, a uscire e a montare a cavallo. "Tranquilla" disse l'uomo, "va tutto bene, ora ti porto a Britain, dove verrai curata e ascoltata". Il tempo di Hilianor era accogliente ma spartano a suo avviso. Nella sala era presente il cavaliere che l'aveva salvata e un'altra figura, pensò più importante visti i paramenti. Fu interrogata sull'accaduto e ammonita sul fatto che la vendetta porta solo la morte e nient'altro, che si doveva considerare baciata dalla fortuna per non aver fatto la fine della sua famiglia. In quel momento tutto si sgretolò e si lasciò andare in un pianto che durò per ore. La sua vita era stata distrutta, lei non voleva essere una bracciante, non voleva lavorare nei campi; voleva che gli innocenti venissero protetti e che la giustizia punisse le malefatte. Gli fu offerto di entrate a far parte dei Templari, e l'ordine e il credo che professavano erano la cosa giusta per lei. Fu assegnata alla protezione di Occlo e ne fu contenta. Qualche anno dopo, si ripresentò il cavaliere che le salvò la vita in passato; voleva vedere come stava, sapere se l’odio era stato messo da parte e se la luce di Hilianor l’avesse guidata sulla giusta strada. Portava anche altre notizie, se la parola professata da Hilianor era giusta secondo lei, se proteggere i deboli e aiutare i bisognosi erano la sua vocazione, allora poteva esserci un altro stadio, un altro modo di servire la Dea ancora da più vicino. ....necessitava di ulteriori studi e sacrifici, ma a lei non importava, ormai era sulla strada giusta.
