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Racconti e avventure dedicati al mondo di Ultima Online Italia Reborn
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La cometa oscura - Cronache di Hennet e Dherarkus 21/11/2017 22:01 #1

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Antefatto
Basilica di Yew,
30 Halsolor 264
Al molto illustre Sir Parcival El-Sangon, consigliere alla corte di Lord British

Mio fidato amico, purtroppo non è il ricordo delle nostre passate battaglie a spingermi a scrivervi. Le poche righe che seguono sono un semplice monito, la cupa ombra di una oscura e terribile minaccia sulla quale spero di riportare la benedetta luce di Idior.

Tutto ebbe inizio alcune settimane fa, alla vigilia della novilunio quando, Sire Yrandell ed i figli della foresta si presentarono in un lungo corteo alle porte del Grande Tempio a Yew chiedendoci asilo. Non vi nego che questo strano evento ha profondamente scosso tutti i sacerdoti ed apprendisti presenti perché, a memoria d'uomo, mai i fieri e schivi Elfi dei Boschi hanno lasciato le loro dimore chiedendo riparo ai servi di Idior, per quanto mi sia sempre piaciuto considerarmi come amico degli elfi, creature straordinarie.
Tuttavia la spiegazione a questo curioso evento non tardò ad arrivare. La sera seguente, al tramontar dell'astro solare per lasciar spazio alla lunga notte senza luna, tutti i sacerdoti erano impegnati a recitare i vespri e, poco prima della mia conclusione alla preghiera, fummo interrotti da un sottile ma costante brusio nel dialetto elfico delle foreste, seguito dal profondo suono del Koldras, l'antico corno sacro che i Signori di Yew si tramandano di padre in figlio dall'alba dei tempi.

Seguito dai miei fedeli apprendisti, risalii le scale che portano al passaggio per raggiungere il tetto del tempio. Sire Yrandell, che stava passando il corno dei re ai suoi servitori, si avvicinò e con un filo di voce mi sussurrò che il richiamo serviva a mettere in guardia ogni abitante della foresta di Yew e dell'omonimo borgo umano. Con la grazia che contraddistingue il popolo degli eldar, indicò alcuni spiriti della foresta -leggendari uomini albero e ninfe dei fiumi- che si erano avvicinati al tempio, come in cerca di rifugio mentre, da sud un enorme banco di nebbia impenetrabile come la notte che di lì a poco lo avrebbe seguito si espandeva inghiottendo tutta la valle di Yew. Al calare delle tenebre tutto fu profondamente buio e potemmo osservare la nebbia raggiungere la radura che ospita la nostra sacra basilica, senza però invaderla come era successo per il resto del bosco.

"Questo è suolo sacro, il dio della luce non lo abbandona mai, e qui nemmeno la morte può penetrare!" disse distrattamente Yrandell.

“Sia lode ad Idior!” professai, mentre i sacerdoti presenti chinarono il capo in segno di assenso.

E proprio di morte si trattava, amico mio! Quella nebbia aveva lo stesso tanfo di una cripta sigillata per secoli e fu ben presto chiaro che qualcosa di profondamente malvagio si celava dietro quello strano evento.

"Alucard, amico," continuò il saggio sovrano, "guarda la malvagità che la tua specie è stata in grado di generare! Mira il potere oscuro di colui che osò sfidare gli déi!"

Quella notte nessuno dormì, rimanemmo tutti sugli spalti, come ad attendere di essere inghiottiti da quella strana nebbia e sembrarono passare anni per vedere finalmente sorgere il sole in tutta la sua gloria.

Le settimane seguenti ho concentrato ogni mio sforzo nella consultazione degli antichi tomi per ritrovare qualche riferimento a quanto detto da Sire Yrandell. Non vi nego che la ricerca non fu affatto facile poiché poco o nulla si scrive di colui che osò sfidare gli déi, fin quando non trovai alcuni passaggi in un antico resoconto proveniente redatto secoli fa a Nujel'm, poco dopo la Grande Catastrofe che per poco non distrusse il nostro mondo.

Ho chiesto a Lucine di fare copiare i passaggi salienti del testo e farveli pervenire, ma non posso attendere oltre e devo sapere. Appena avrò affidato questa pergamena ad un messaggero fidato mi recherò al camposanto di Yew e controllerò di persona.

Pregate il buon Idior di vegliare su di me e che questi sospetti siano solo le paure di un vecchio sacerdote.

In fede,

Padre Alucard
Gran Sacerdote di Idior
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La cometa oscura - Cronache di Hennet e Dherarkus 21/11/2017 22:05 #2

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Premessa: Il tempo degli Déi


Il mondo non è sempre stato come lo conosciamo ora. Vi fu un tempo in cui Hilianor ed i suoi figli Idior ed Elhoim, camminavano tra noi. Questi esseri superiori, creatori di tutto ciò che esiste, condivisero una microscopica parte della propria conoscenza con le creature che essi stessi avevano creato: dalle tecniche dell'agricoltura e dell'allevamento ai segreti arcani che permettono di piegare al proprio volere i venti della magia che incessantemente soffiano su Sosaria.
Fu un'epoca di grande gloria per le creature mortali che, grazie a quanto appreso dagli déi, poterono quindi contribuire a migliorare il creato stesso.
La città di Britannia nacque e conobbe una espansione ed una ricchezza inenarrabili, della quale oggi non vediamo che una pallida ombra. Basti pensare che stando a quanto riportano i pescatori che ogni giorno partono dal porto della capitale, per ogni edificio che oggigiorno compone la città, vi sarebbero almeno due o tre sontuosi edifici sommersi nelle acque che si trovano di fronte ad essa.
Ma questa epoca dell'oro era destinata a cessare.
Come noto ad ogni abitante di Sosaria si verificò, in quello che fu da allora definito l'anno zero, il Grande Disastro. Un cataclisma di proporzioni titaniche che, per poco non distrusse l'intero continente.
Per mezzo di un oscuro rituale del quale non conosciamo il fine ultimo, si verificò una infinita serie di disastri naturali di tale potenza che le energie evocate scossero le fondamenta stesse del nostro mondo.
Gli déi osservarono con orrore e disgusto cosa i loro figli erano capaci di scatenare, la loro ira era pronta ad investire il mondo accodandosi ai disastri in corso. Come l'ultimo rintocco della campana, la furia degli déi in accordo tra loro sulla necessità di estirpare questa razza deviata, avrebbe messo fine ad ogni cosa.
Fu proprio pochi istanti prima che Hilianor e la sua prole scatenassero la fine dei tempi che, un concilio composto dai più grandi e saggi incantatori e sacerdoti dimostrò il vero valore della propria stirpe ed in un momento di puro altruismo si immolò in un secondo rituale per annullare la distruzione causata dal primo incantesimo.
Il loro sacrificio non fu sufficiente ed il Grande Disastro continuò la sua opera di Caos e distruzione. Tuttavia questo atto disinteressato riaccese negli déi la fiducia verso le creature mortali che decisero quindi di porre fine alla catastrofe e di non procedere alla cancellazione del creato. Si imposero però una nuova regola, avendo visto la potenziale pericolosità delle creature mortali: non avrebbero più camminato su Sosaria se non sotto mentite spoglie e si fecero reciproco divieto di condividere con le creature mortali il proprio sapere.
Sosaria era salva, ma i secoli bui erano appena cominciati.


Le Arti Necromantiche


Erano passati diversi anni ormai dal Grande Disastro e gli déi rispettarono (anche se con qualche eccezione di poco conto) il veto da essi stessi autoimposto.
Tuttavia Elhoim provava grande invidia nei confronti del fratello a causa dell'insegnamento delle arti divine che quest'ultimo aveva impartito ai suoi sacerdoti prima della catastrofe.
Decise quindi che anche egli aveva diritto ad avere dei propri sacerdoti e che questi avrebbero dovuto conoscere una forma di magia che lo potesse contraddistinguere dalla semplice possibilità di imbrigliare i venti arcani. Elhoim diede quindi forma ad un nuovo tipo di incantesimi, partendo dalla magia divina di Idior, manipolandola e deviandola a tal punto che divenne una emanazione del suo desiderio di corruzione e profanazione: la Necromanzia.
Prese le sembianze del grande Gregorius II, uno dei più saggi tra gli incantatori che avevano fatto della città di Moonglow la loro roccaforte e in poco tempo attirò nella sua rete di inganni una piccola cerchia di giovani studiosi.
Erano questi tredici tra i più promettenti incantatori del loro tempo e due di loro spiccavano per potenza: Hennet e Dherarkus.
Poco si sa della vita dei due prima che iniziassero i loro studi di magia a Moonglow, dai registri risulta solo la loro provenienza (o perlomeno quella che dichiaravano tale) e siamo quindi a conoscenza che Hennet nacque e crebbe in una tribù nomade che all'epoca risiedeva poco lontano dalle montagne a sud della città di Yew, mentre Dherarkus veniva da una modesta famiglia di agricoltori che abitava nei sobborghi della dilaniata capitale dell’impero.
Non fu per nulla difficile per Elhoim sedurre i suoi discepoli e portarli ad adorarlo come Oscuro Signore, ancora più semplice fu introdurre la pratica della magia necromantica, ovvero le arti oscure dei padroni della morte. Insegnamenti oscuri ed esperimenti si susseguirono in mesi e mesi di pratiche segrete e ben presto il camposanto della città di Moonglow divenne teatro di atroci sacrifici e rituali di evocazione, orde di non-morti si insediarono nell’antico sistema di catacombe attaccando di tanto in tanto i visitatori più sprovveduti.
Negli anni che seguirono, il circolo dei necromanti crebbe il proprio potere in modo incommensurabile ed il Signore Oscuro se ne compiacque. I primi manipolatori della morte divennero suoi sacerdoti e spargendosi per le città di Sosaria , diffondendo il culto del sangue e trovando nuovi adepti e fedeli.


Vita eterna


Tronfio di gioia per il suo successo, Elhoim, non si rese però conto di quanto fossero pieni di sé i suoi allievi prediletti, e decise quindi che poteva allontanarsi e osservare lo svilupparsi degli eventi (anche per non attirare le attenzioni del suo fratello Idior concentrato nell’osservare la deviazione della sua chiesa sull’isola di Nujel’m).
Hennet e Dherarkus, soli senza guida, pensarono che il loro maestro fosse morto e realizzarono che la loro mortalità avrebbe presto posto un limite invalicabile al loro potere. Passarono molte lune a studiare i testi lasciati dal loro misterioso mentore e, unendo lo sconfinato sapere con l’alchimia ed alcune formule di loro invenzione, arrivarono a distillare un elisir di pura morte che tramite un rituale li avrebbe resi immutabili per le ere a venire.
Grazie a questo abominevole rituale, la coppia di maestri necromantici, annullò la propria esistenza mortale trasformandosi in creature né vive né morte, oscuri simulacri della incredibile forza di volontà e potere che li legava al piano materiale: erano nati i primi Lich, immortali incantatori la cui forza vitale é contenuta in una piccola gemma, un filatterio, custodita dal loro stesso cadavere rianimato e manovrato come un burattino.
Questa nuova forma, consentì ad Hennet e Dherarkus di studiare e perfezionare le loro arti ancora per molti anni, senza doversi preoccupare del tempo che scorreva. Scoprirono inoltre che come Lich avevano un maggiore controllo sulle creature rianimate e ben presto gli eserciti di non morti che nascondevano nelle catacombe e nel sistema di caverne al di sotto della città di Moonglow raggiunsero dimensioni spropositate, tanto che non rimaneva sull’isola un cadavere che non facesse parte della loro orda.
Hennet capì quindi che questo era un nuovo limite al loro potere, e che per poter rafforzare i loro ranghi, avrebbe avuto bisogno di altri corpi da rianimare. Dherarkus comprese fin da subito il piano di Hennet e dopo pochi giorni di preparativi Moonglow si ritrovò sotto assedio.


Le guerre dei morti


Le guerre dei morti sono uno dei capitoli più infami della storia di Moonglow e di tutta Sosaria. Hennet e Dherarkus, alla guida di un’orda sconfinata di non morti, attaccarono la cittadina che fino a pochi decenni prima li aveva ospitati come studenti di magia. Dall’alto delle mura fortificate, una pioggia di fiamme e fulmini a catena falciavano le carcasse rianimate a centinaia, eppure non vi era limite al numero di non-morti al servizio dei due Lich. Le catacombe continuavano a vomitare servi assoggettati alla loro volontà e, come se non fosse sufficiente, ogniqualvolta un difensore all’interno delle mura perdeva la vita, si rialzava attaccando i propri compagni.
Non ci volle molto perché la città capitolasse e, tra i grandi palazzi e le antiche biblioteche, Hennet e Dherarkus si trovarono in possesso della più grande raccolta di sapere magico mai accumulata su tutta Sosaria.
Convinti oramai di essere inarrestabili, capirono che non vi era forza terrena in grado di fermarli e iniziarono a chiedersi se vi fosse un’entità in grado di fronteggiare i loro poteri congiunti. Più passavano gli anni e più le due aberrazioni si sentivano superiori agli stessi déi, ma ancora una volta Hennet ebbe l’illuminazione e si rese conto che per quanto fosse vero che insieme erano invincibili, era altrettanto vero che se divisi avrebbero potuto essere sconfitti.


La cometa oscura


Ossessionati dall’idea di poter essere divisi e quindi abbattuti, Hennet e Dherarkus, passarono mesi a studiare testi arcani e tomi religiosi. Con sempre maggiore frequenza dovevano respingere le flotte imperiali intenzionate a riprendere il controllo dell’isola della magia e, per quanto le continue battaglie dessero ai due Lich la possibilità di allargare ancora il loro esercito, capirono ben presto che prima o poi una flotta avrebbe potuto riuscire nel suo intento.
Fu così che idearono un piano quasi folle: in un rituale celebrato nell’ora più buia di una notte priva di luna, avrebbero estratto la forza vitale presente nei loro filatteri unendola grazie allo scorrere selvaggio dei venti della magia (più intensi nelle notti di novilunio). Una nuova potenza sarebbe nata da quella unione, talmente sconfinata da poter sfidare le divinità creatrici.
A nessuno è dato sapere cosa successe quella notte, né la natura di questo famigerato rito, basti sapere che i due Lich non riuscirono nel loro intento. Tuttavia, confrontando tra loro le antiche cronache ed i testi delle varie chiese di Sosaria, pare che lo stesso Elhoim intervenne quella notte per mettere un freno a quanto stava avvenendo. E’ infatti pensiero di alcuni storici che i due incantatori avessero trovato davvero un modo per risorgere quale parte di un nuovo essere e che questa creatura avrebbe avuto poteri comparabili a quelli degli déi; per questa ragione il Signore Oscuro, poco incline a condividere il proprio potere con altri avrebbe interrotto il rituale.
Eppure nemmeno Elhoim, intervenuto a metà del rito, poté distruggere completamente i due spiriti immortali. Fu così che si prese gioco del loro tentativo e inserì l’anima comune che si era creata in un filatterio, dopodiché lo spezzò in due parti e li sigillò in due camere funerarie ben distanti tra loro. Ognuno dei due frammenti conteneva la forza vitale mescolata dei due potentissimi Lich anche se in ciascuno dei due vi era la predominanza di una delle due volontà. Beffandosi delle loro origini quindi, Elhoim legò il frammento di Hennet alla cappella principale del cimitero di Yew e quello di Dherarkus alla cripta del cimitero di Britain. Dopodiché sancì che nessun servitore non-morto o suo sacerdote avrebbe mai osato riunire le due metà del filatterio di quel dio caduto prima ancora di assurgere al cielo.
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La cometa oscura - Cronache di Hennet e Dherarkus 21/11/2017 22:07 #3

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Dal registro del capitano Mohar
Territori di Yew,
10 AnteWanwa 264

Come richiesto da Lord British in persona, ho condotto una squadra di possenti cavalieri di Britannia e di avventurieri alla ricerca del perduto Sir El-Sangon che era partito con la sua scorta alcuni giorni or sono seguendo le note lasciate da Padre Alucard. La cerca ci ha portati ad affrontare mille perigli e più volte mi sono interrogato sul modo in cui il vecchio sacerdote fosse stato in grado di salvarsi da quella infinita orda di non-morti, briganti e possenti lich. E’ evidente che il grande Idior ha ancora piani per il suo servitore.

Mi rammarica invece riportare la triste fine trovata dal nobile consigliere e dalla sua scorta. Ben poco rimaneva di loro, se non cadaveri pronti ad essere rianimati. E’ stata nostra premura raccogliere i sigilli di riconoscimento del nobile casato El-Sangon e le note imbrattate di sangue che riportano l’origine di tale male e la missiva che il Gran Sacerdote aveva inviato poco prima della sua scomparsa.

Purtroppo è parso evidente che questa potenza maligna non si possa annientare completamente, ma solo tenere a bada. Spero che questo breve resoconto, possa mettere in guardia la Corte Imperiale su questa antica minaccia.

Sempre fedele,

Capitano Ludwig Mohar
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