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Racconti e avventure dedicati al mondo di Ultima Online Italia Reborn
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ARGOMENTO:

Il mio passato (Amotien l'Elfa Silvana) 20/09/2013 19:56 #1

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Un nuovo giorno è giunto, l'inesorabile succedersi delle lune, l'alternarsi del giorno e della notte, della luce e dell'oscurità, per me era uno scandirsi dei ritmi che la natura ci ha offerto; inconsapevolmente vedevo scorrere dinnanzi a me una miriade di eventi, storie, accadimenti, avventure...era tutto troppo veloce per me, non riuscivo a concentrarmi su di una persona, una qualsiasi creatura della natura per poi vedermela scivolare tra le mani con il passare di questo incessante ritmo e così ritrovarmi in solitudine. Sola...da sempre...
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Il mio passato (Amotien l'Elfa Silvana) 20/09/2013 19:57 #2

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Il fatto di vivere isolata da tutti per me era una cosa naturale, i boschi erano e sono la mia dimora;
"io sono da sempre qui" dicevo fra me e me.
Luoghi in cui riuscivo ad essere a mio agio, conoscere tutte le cose meravigliose che la natura può offrire, riconoscere dal profumo della corteccia le condizioni di una pianta, da un suono la natura di un essere vivente, imparare a nascondersi, prima per gioco, poi per sopravvivenza, affrontare le difficoltà che di giorno in giorno mi trovavo davanti, difficoltà che alcune volte non riuscivo a superare se non grazie all'aiuto di esseri dalle sembianze simili alle mie ma che non comprendevo a pieno, parlavano uno strano linguaggio, così melodioso e armonico che per me era un'incanto ascoltarli. Normale, naturale, per me che da sempre ho vissuto in questi luoghi in piena solitudine; non conosco il mio nome, perchè mai dovrei averne uno?
Queste strane creature continuavano a pronunciare frequentemente una parola per riferirsi a me: Amothien o Amotien...non capisco a cosa si riferissero, ma riflettevo sul fatto che per comunicare anche loro si servivano di parole, fonemi, suoni; cose che per me non erano contemplate dato che a mio avviso il linguaggio della natura non esiste solamente attraverso l'uso delle parole, quante volte da uno sguardo capivo le intenzioni di una bestia, da un odore pungente i pericoli dell'ambiente che mi si presentava.
Parole, iniziai ad imparare ad usarle pian piano, con difficoltà, ma dovetti imparare per necessità. Talvolta accadeva che qualche essere si perdesse nella foresta, " che strane creature, così simili a me, ma con qualcosa di diverso che ancora non riesco a comprendere", questa cosa mi incuriosiva e sentivo il bisogno di aiutarle anche perchè è pericoloso addentrarvisi per chi non è abituato a viverci.
Dapprima i miei aiuti erano sempre celati, mi nascondevo per paura di essere vista lasciando solamente dei segni ma questi avvenimenti si ripetevano spesso fino a quando molte persone iniziarono a cercarmi. Avevano bisogno di qualcuno che li proteggesse nell'attraversare la foresta: "Cosa? Io come guida?"
Iniziai così ad accompagnare e proteggere questa gente, iniziai così ad avvicinarmi a loro.
Più le seguivo, più a me sembravano fragili, quante volte mi affezionavo ad un'essere di questi e senza che potessi fare nulla vederlo crescere, invecchiare...morire, rendersi conto che anche riuscendo a curarle per quando fosse possibile la morte sarebbe prima o poi giunta. Che esistenza breve e fragile hanno da vivere!
Decisi così di restare sempre in solitudine, per non soffrire, rimanere distaccata da loro anche per paura di essere derisa, esclusa.

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Il mio passato (Amotien l'Elfa Silvana) 20/09/2013 19:58 #3

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Un nuovo giorno è giunto, come al solito mi dedicavo a proteggere nella foresta le creature a me amiche, ma iniziai a sentire un odore che non era di queste terre, dei suoni che non appartenevano al mio mondo,
"ecco! Sento il pericolo che si avvicina!"
Cercai di avvicinarmi a questo puzzo soffocante, questi rumori cupi così inquietanti da renderti immobile e terrorizzato, notai che si avvicinavano a me, al mio mondo.
"devo proteggere la mia casa! a tutti i costi"
"Non posso fare in modo che tutto ciò venga distrutto!"
Sentivo avanzare incessantemente quest'onda malefica fino a riuscire ad intravedere ciò che stava accadendo.
Un essere immondo, che emanava energie malvagie, distruggeva tutto ciò che trovava davanti a sè. Vidi che abbatteva alberi, schiacciava creature, imputridiva con il suo odore nauseabondo il mio mondo, non potevo permettere che distruggesse l'equilibrio da sempre esistito, il mio istinto, più della ragione mi diceva di impedire a quella creatura di distruggere.
Decisi così di avvicinarmi a lei con un solo obiettivo, abbatterla.
Forse è stata l'immaturità, forse la fretta, forse colpa dell'istinto, l'inesperienza, tuttavia decisi di affrontarla a viso aperto. Preso l'arco, mio protettore, e preparate in fretta le frecce, mie uniche armi di difesa, decisi per la prima volta, non per necessità di sopravvivenza, di distruggere intenzionalmente un essere che non era di questo mondo, decisi di fare in modo che la sua esistenza terminasse al più presto.
Non pensavo che da vicino fosse una creatura così inquietante, un orrendo esemplare, non oso nemmeno immaginare a quale luogo maligno appartenga, di sembianza femminile, alta almeno tre persone e di aspetto simile ad esse, con la differenza di avere delle chele all’altezza del bacino e una lunga coda alla cui sommità è posto un aguzzo pungiglione. Aveva occhi di una luce stordente e ipnotizzante tanto da non fare in tempo, dopo aver scoccato una freccia, a rendermi conto che qualcosa mi colpiva alla schiena paralizzandomi totalmente.
Iniziai a vedere tutto distorto ed annebbiato, riuscii solamente a comprendere che il dolore alla schiena era dovuto a qualche veleno iniettatomi dal suo pungiglione. "Che stupida sono stata!"
Avevo perso talmente la lucidità da buttarmi nelle mani di una creatura mai vista prima d'ora senza conoscere nulla di essa.
Stordita, assonnata, la mia vista era così sfocata da non riuscire a vedere nulla. L'unica cosa che riuscii a distinguere era la forma di una mano che si avvicinava con velocità verso di me. "Ecco, è la fine", mi dissi, "forse finalmente potrò capire cosa provano quegli esseri fragili". Poi un pensiero si insinuò: "no, non posso lasciarmi andare così!
Non posso permettere che la mia casa, i miei amici, il mio mondo vengano distrutti! Combatterò fino alla fine!
"
Fu così che con le poche forze a me rimaste riuscii a lanciare l'ultima freccia verso quella mano che si avvicinava, pronunciando probabilmente le mie ultime parole: "I...io......io ti......io ti fermerò".
Una sola cosa riuscii ad udire, una frase in uno strano linguaggio:
"Viam Patefacio"

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Il mio passato (Amotien l'Elfa Silvana) 20/09/2013 20:07 #4

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In un giorno soleggiato mi trovai a passare per una strada, strada che conduceva in luoghi che di tanto in tanto mi accingevo a visitare, soprattutto in quei tempi, posti in cui vendevo le poche cose che riuscivo a lavorare....

In quel giorno sentii anche una forte aria frizzante invadere i miei polmoni, sentore che qualche evento straordinario oggi avrebbe coinvolto la mia giornata...Forse sarei riuscito a mettere da parte qualcosa in più, per il bene del tempio e dei miei amici, che tanto mi hanno aiutato sino ad oggi senza che io possa ancora sdebitarmi.
Ma forse non era così? Eppure sentii ancora più forte quell'aria, sempre più invadente, tanto da stordirmi per qualche secondo...NO, sicuramente c'era qualcosa che non andava, ma non riuscii a vedere nulla, solo alberi e foreste, oltre la strada.
"Poco importa", sebbene non fossi mai stato un provetto esploratore, soprattutto in mezzo agli alberi, potevo sempre usare gli incanti del trasporto per andare via, mi sarei dovuto rifare solo quel pezzo di strada a piedi, per andare alla città mercantile, pezzo di strada che facevo volentieri per la comoda e piacevole giornata, soprattutto presente in quei momenti in cui l'attraversavo.
L'oscurità aumentava, il sole filtrava sempre meno, e dagli alberi veniva emanata forte aura magica, qualunque cosa fossero, non erano gli stessi alberi che avevo incontrato prima, ma se ne stavano immobili, mi ignoravano? O forse cercavano invano di dissuadermi dal proseguire? Non lo seppi mai, fatto stà che continuai per la strada oramai percorsa, sentendo sempre più forte il rimbombo di un varco oramai passato, che fù aperto, se ne riconosceva l'apertura dai rumori, in lontananza, rumori che mi indicavano che qualcosa di grosso stava accadendo.
Mi misi a correre, a piedi sarebbe stato facile raggiungere il punto da cui quel frastuono proveniva, ed in men che non si dica difatti mi trovai lì, avendo fatto la strada in corsa...Ero stanco, ma non rallentai, mi limitai a dare una sorsata di una pozione fatta da me il giorno prima, pozione che mi permise di recuperare l'energia per correre; Al di sotto della collina ove mi trovavo, alla fine della discesa, un essere mostruoso, quello che oramai è ai più conosciuto col nome volgare di Andariel, Demone dalle sembianze umane.
"Perchè mai un simile essere dovrebbe trovarsi qui?", questa mia domanda trovò subito risposta, a poche centinaia di metri da lui altri esseri stavano uscendo da un portale, accorgendomi appena in tempo che il demone stava per affrontare una giovane creatura dei boschi...."Un'elfa da sola in mezzo alla foresta contro Andariel? Ma cosa pensa di fare quella folle?!"; Discesi rapidamente la collina in direzione di quella stolta creatura, cercando di evitare la vista dei compagni del demonio che oramai aveva deciso ben presto la sua prossima vittima.
Presto, troppo presto mi accorsi che quell'elfa sarebbe passata nelle braccia del supremo, se non avessi corso più rapidamente, e continuai a correre per quelle centinaia di metri che ci separavano, arrivando a lei. "Vir Consolatio", pronunciai ad alta voce, in direzione della povera creatura.....Rimandai l'inevitabile, ma era troppo presto per rilassarsi, quel mostro aveva ancora intenzioni ostili nei suoi confronti e non sembrava nemmeno avermi notato, continuai ad avvicinarmi, notai che l'elfa non poteva muoversi, probabilmente non si era nemmeno accorta di me...Allungai la mano, per afferrarla, mentre con l'altra mano cercai di prendere una delle pergamene magiche che mi avrebbe permesso di evocare un portale, per raggiungere PRESTO un altro luogo, il primo che mi venisse in mente, di una delle pietre nella mia borsa...Troppo tardi mi accorsi che nel suo delirio aveva già scoccato una freccia, trafiggendo di striscio un mio orecchio.....Trattenni un urlo di dolore, ma non mi fermai, afferrai con tutte e due le mani la creatura, molto più leggera di me, portandola in spalle e allontanandoci in fretta da quel mostro...Con la pergamena appena presa, in una mano, gettata l'elfa a terra, evocai un portale: "Viam Patefacio" e ripreso il fardello entrai in esso, appena in tempo, prima che quel mostro informe ci raggiungesse..
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Il mio passato (Amotien l'Elfa Silvana) 20/09/2013 20:07 #5

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Buio...sonno profondo...poi odo il suono melodioso di colibrì, non sento più l'odore soffocante di quella creatura...
Mi alzo di scatto "oh..ma non sono morta!"
"cosa ci faccio quì?"
La testa mi girava e vedevo ancora sfocato quando cambiavo lo sguardo. Immediatamente mi resi conto di non essere in un luogo a me comune, cercai l'arco e le munizioni...forse ero in una stanza, di quelle in cui vivono quelle persone fragili, mi toccai la schiena, ancora indolenzita, e notai che avevo delle fasciature. Qualcuno si stava prendendo cura di me, chi?
Non feci in tempo a farmi troppe domande che vidi avvicinarsi una figura.
Berknorg:"Ah ti sei svegliata finalmente! temevo il peggio"
Amotien:"Dove mi trovo? chi siete? Perchè sono quì?"
Berknorg:" Era coraggio o pazzia quello che ti era preso?"
Iniziò a ridere, poi aggiunse:
Berknorg:"ti ho vista combattere contro Andariel, o era provare a combattere? Uhm...comunque non è una cosa semplice distruggere una creatura simile, non capisco perchè sei stata così audace da pretendere di riuscirci"
Iniziai a ricordare tutto, quei rumori, quella bestia strana, dovevo proteggere la foresta...
Amotien: "Devo andare! Devo fermare quella bestia! Non può distruggere la mia casa, i miei amici! Voi non capite! Lasciatemi andare!"
Con uno scatto cercai di alzarmi, non appena lo feci il mio corpo non rispondeva alle mie volontà e piombai di nuovo nel buio.

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Il mio passato (Amotien l'Elfa Silvana) 20/09/2013 20:07 #6

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Un nuovo giorno è giunto, una nuova vita mi attende;
erano ormai giorni che rimasi in quella piccola casa, grazie all'aiuto del buon Berknorg riuscii a riprendermi lentamente e iniziai ad imparare molte cose che non conoscevo, finalmente capii perchè credevo di essere diversa dalle altre persone, il fatto non era essere diversa, ma essere sola.
Compresi che la natura ha creato una varietà di creature simili a me. Berknorg per far passare il tempo mentre ero costretta a rimanere nel completo riposo mi spiegò le differenze tra me, un'elfa silvana, lui un umano e molte altre razze esistenti.
Ogni giorno imparavo nuove cose, più di quanto ne imparassi a vivere in solitudine, isolata da tutti. Mi insegnò a leggere e scrivere, capii finalmente perchè gli elfi mi chiamassero Amotien, nella loro lingua significa "luce che guida" , grazie a lui imparai il significato della parola amicizia. Ma continuai a notare i danni che avevo inferto a Berk, ci misi qualche giorno a fargli capire il mio nome, continuava a chiamarmi Amolient, spesso ridevo e lui si impermalosiva, a volte è molto buffo, finalmente quando imparai a scriverlo ci capimmo.

Una cosa però continuava a turbarmi, dovevo tornare in quel luogo, assicurarmi che fosse tutto così come lo avevo lasciato.

Riuscii ad alzarmi finalmente e feci i primi passi verso l'esterno quando vidi Berknorg intento come al solito a meditare, mi avvicinai a lui...ogni volta che vedo quella cicatrice che ha vicino all'orecchio mi sento mortificata, a causa mia non riesce a sentire, non potrò mai sdebitarmi per tutto quello che ha fatto per me.



Mi rivolsi a lui:
Amotien:"Berk, posso disturbarvi?"
Berknorg:"Si, certo, dimmi pure "
Amotien:"Non riesco a darmi pace, ho bisogno di andare di nuovo in quel luogo, ho bisogno di sapere che tutto sia apposto"
Vidi che il suo sguardo si oscurò...
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Il mio passato (Amotien l'Elfa Silvana) 20/09/2013 20:08 #7

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Da tempo oramai osservavo il recupero e poi la ripresa di vita dell'elfa, solo che forse ancora dovevo recuperare piene capacità io stesso...
Dall'orecchio destro sentivo continuamente un fischio, come un ronzio, che dava molte volte fastidio in quello che ascoltavo, ma non sempre, purtroppo tale fastidio è avvenuto proprio mentre ascoltavo l'elfa pronunciare il suo nome, poi conosciuto con la scrittura...Non voglio dirle nulla, non voglio che quello che è successo pesi troppo su di lei, ha già visto la sua terra distrutta, non voglio causare altro.
Spero solo non voglia proseguire nel voler visitare quel luogo, non credo gli piacerebbe cosa troverà...Spero cambi idea, ma se insisterà, acconsentirò.


Berknorg: "Se è proprio questo quello che vuoi ti accompagnerò, ma ti avverto, qualcosa è cambiato"
Amotien, intimorita dalle mie parole, ma decisa, volle testardamente recarsi lì.
Berknorg, sospirando: "andiamo e ricorda, non ci rechiamo lì per fare una serena passeggiata, quindi applica quello che ti ho insegnato, e quello che sai meglio fare, resta nascosta e non farti vedere da quelle creature malefiche."
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Il mio passato (Amotien l'Elfa Silvana) 20/09/2013 20:09 #8

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Distrutta, la mia dimora, distrutto tutto ciò che faceva parte dei miei ricordi, distrutto il mio passato, in quel momento riuscii solamente a fare una cosa, piangere.
Non avevo più nulla, una casa, un luogo a me familiare, tutto distrutto. Dove potevo andare ora?
Mi sentivo perduta, sentivo quella terra piangere, quelle bestie senza un cuore avevano portato immensa devastazione a quelle terre che ora non potevano far altro che urlare in silenzio la loro agognante sofferenza.




Berknorg:"Andiamo, quì non è rimasto più nulla di quello che era un tempo la tua casa"
Mi hanno tolto tutto, cosa potevo fare ora?
Berknorg:"So che hai perso tutto, ma non per questo devi abbatterti, il cambiamento è parte della natura stessa e tu lo sai bene, forse meglio di me. L'importante è sempre avere fiducia e vivere senza rancori, Idior è in noi e la forza che hai di vivere ne è la dimostrazione. Forse non potrò mai capire quello che provi ora, ma sappi che da oggi hai davanti una persona che è sempre disposta ad aiutarti. Se non sai dove andare resta con me, magari un giorno troverai la tua nuova casa"
Forse la cosa migliore era proprio restare con lui, in fondo è l'unica persona che si è presa cura di me, un giorno avrò modo di ripagare il bene che ha fatto nei miei confronti.

Berknorg:"Ora andiamo Amolient"
Amotien:"Pff..."
Berknorg:"Che c'è da ridere?"
Amotien:"E' che mi avete chiamato con uno strano nome"
*ride*

"Amolient...io sono Amotien, vi siete confuso di nuovo"
Berknorg:"fuso? Stai dicendo che sono fuso?"
*non smette di ridere*
Amotien:"no...Berk per favore smettetela, andiamo che forse è meglio"

Berknorg:"bah, non capisco cosa ci sia da ridere...."
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Il mio passato (Amotien l'Elfa Silvana) 20/09/2013 20:10 #9

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La mia mira migliorava di giorno in giorno, grazie al continuo esercitarmi con l'arco mi sentivo sempre più sicura. Mentre mi preparavo per tirare l'ultima freccia dinnanzi a me si presentò Berk.
Terrorizzata da quello che avrei potuto nuovamente fargli saltai con un urlo, ma vidi che in quel momento era talmente allegro da non rendersi conto del pericolo a cui si era appena esposto. La sua euforia era dovuta al fatto che mi avrebbe presentato una persona a lui cara.

Berknorg: "Bene Amotien, oggi è un grande giorno! Prepara le cose per affrontare il viaggio, ti porterò da una persona per me molto importante, un mio carissimo amico."

Mi preparai immediatamente, prendemmo la barca e ci recammo in città. La prima volta che la vidi apparse ai miei occhi splendente, lucente, piena di vita, ricca, ma quello che mi colpiva maggiormente era l'odore del mare.

Berknorg: "Ecco, questa è Stirling, ridente città, ora ti porterò da colui che ha fatto di me quello che sono, grazie al suo aiuto sono arrivato fino ad oggi"

Superata la piazza vidi fra la folla una persona avvicinarsi a noi.
Aveva capelli dorati, una carnagione rossastra e abbronzata, capii che si trattava di un fremen...

Berknorg: "AH ah ah amico mio! Quanto tempo è passato!"
Aiur: "Berk ma siete sparito? Che fine avete fatto? Uh, ma vedo che non siete solo come al solito, portate con voi una dolce donzella..."
Berknorg: "Si è una mia cara amica"
Il fremen fece un inchino e disse:
"Lieto di fare la vostra conoscenza, il mio nome è Aiur, chi è amico di berk è anche amico mio"

Imbarazzata e stordita nel vedere tutta quella gente in citta mi presentai, berk propose di andare in un luogo più tranquillo, ci recammo in un palazzo e lì raccontò tutta la mia storia.

Aiur: "Amotien, non siete più sola, ora avete una famiglia che vi aiuterà nei momenti più difficili, sarei onorato di vedervi spesso a Stirling, da oggi questa piccola città sarà sempre aperta a voi, sarà il vostro luogo di rifugio. Un giorno, quando diventerete più abile, sarà per me un onore accogliervi nell' Ordine della Rosa Nera. Ma ora basta parlare di ciò, proporrei un brindisi alla nuova arrivata!"

La giornata passò velocemente e nemmeno ci accorgemmo che la notte aveva preso il sopravvento sulla luce, quella sera c'era una luna spelndida. Iniziai a preoccuparmi, era notte e dovevamo ripartire, non capivo perchè Berk e Aiur erano così tranquilli...

Amotien: "Berk non dovremmo tornare a casa?"
Berknorg: "Ma, figliola, ancora deve arrivare un'altra persona, siamo appena arrivati a Stirling e già volete andare via?"
Amotien: "Ah, non sapevo stessimo aspettando altre persone, beh se è così sono contenta di restare ancora quì"
Aiur: "Beh ora devo sbrigare alcune faccende, questa è la vostra casa, e potrete venirci ogni volta che vorrete, a presto amici miei"


Non appena Aiur andò via si udì bussare al portone, berk balzò in piedi e si diresse verso l'entrata. Aperto il portone Berk inchinandosi porse i saluti a questo essere , poi li vidi entrambi dirigersi verso di me, capii che si trattava della persona di cui mi ha sempre parlato, una persona degna di fiducia e rispetto. Leggermente agitata mi alzai e mi avvicinai ad essa. Di aspetto attraente e carnagione pallida aveva un'andatura regale e indossava vestiti di fattura eccellente, aveva capelli neri, scuri più della notte senza luna e senza stelle. Dal suo volto mi sembrava avesse una giovane età, ma aveva qualcosa che mi faceva intendere il contrario, un viso tanto fresco, pallido e apollineo, ma tanto freddo e consapevole delle sofferenze che questa vita riserba per tutti noi. Da un lato mi somigliava, aveva il volto di chi ne ha viste tante, ma intuivo che c'era qualcosa che non gli dava pace.
Mi presentai a lui

Berknorg: " Amotien vi presento Lord Sirio"
Amotien: "Onorata di fare la vostra conoscenza Lord" mi inchinai
Lord Sirio: "Piacere mio mialady, che siate la benvenuta in questa città ed in questa mia dimora, tutto ciò che appartiene a me ora appartiene anche a voi...e a Berknorg naturalmente."

Parlammo a lungo per tutta la notte, raccontai la mia vicenda e pensavo che lui sapesse cosa stava accadendo, perchè di un tratto la mia foresta è stata devastata dal male.

Lord Sirio: " Vedete, giovane elfa, molti di noi hanno vissuto eventi simili a quelli che sono capitati a voi. Quello che posso dirvi è che in queste terre il male esiste e si manifesta in molti modi. Uno di questi è attraverso creature che portano distruzione ovunque loro passino, il nostro compito, dunque, è quello di impedire che esso si diffonda, così come esso ha corrotto la vostra terra. Per questo ripongo fiducia in voi, in Berknorg, in molte altre persone, affinchè impediscano a questo male di infettare tutto ciò che ci circonda."
"vi offro la mia casa, in cambio dovrete epurare il male che infesta le nostre terre"

Berknorg: "Di questo potete starne certo Sirio, Con l'aiuto di Idior cerchèrò di purificare le creature che ci portano sofferenza."

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Il mio passato (Amotien l'Elfa Silvana) 20/09/2013 20:10 #10

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Il mattino seguente mi alzai tardi, eravamo rimasti tutta la notte a parlare che nemmeno ci siam resi conto del tempo che passava.
Iniziai a preparare le mie cose per recarmi nel bosco che si trovava vicino la casa.
Ricordavo che Berk oltre alle persone che ho conosciuto il giorno prima mi parlava spesso di un altro fremen, Eulo se non sbaglio, ma ancora non lo avevo incontrato. Mentre scendevo le scale del palazzo sentii dei rumori provenire da una stanza. Mi avvicinai e notai che la porta era aperta, entrai e vidi seduto un fremen dai capelli di un bianco candido come la neve che si specchiava, era così concentrato ad osservare i suoi lineamenti che nemmeno si accorse della mia presenza. Di colpo fece un balzo, spaventato, si voltò e iniziò a fissarmi incuriosito.
Dopo aver parlato mi fece capire che il suo nome era Euno e non Eulo come mi aveva detto Berk, beh per me era normale visto che ultimamente fa fatica a sentire, soprattutto a capire i nomi delle persone.


Arrivata nel boschetto, finalmente dopo tanto tempo mi sentivo serena, ero riuscita a ritrovare l'armonia perduta in quel giorno infausto, non smetterò mai di cancellare da questo mondo l'esistenza ingrata di quelle oscure creature. Fosse l'ultima cosa che farò, non permetterò mai che portino distruzione in altri luoghi.
Mentre camminavo, riuscivo di nuovo a sentire in armonia me stessa, l'odore della corteccia, il fruscio che mi dava sollievo, lo scorrere del ruscello, tutte queste cose mi portarono a riflettere sugli ultimi avvenimenti che mi hanno coinvolta. Non credevo che al mondo ci fossero persone di tale nobiltà d'animo, se non fosse stato per loro chissà se sarei ancora qui a osservare meravigliata le manifestazioni infinite della natura, senza di loro sarei rimasta sempre sola, grazie a loro ho ritrovato il significato di amicizia e soprattutto con loro oramai mi sento parte di una grande famiglia....la mia famiglia.

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Un fioco raggio di sole trapelava fra le vetrate dipinte che andava a scontrarsi con minuscoli pulviscoli di polvere e qualche leggiadro insetto che vi passava attraverso; proseguendo il suo percorso esso abbracciava di luce l'angolo di un altare eretto in onore di Idior e si appoggiava infine su due corpi, uno riverso sull'altro, l'uno giovane femminile ed etereo, l'altro più anziano virile dal volto immensamente saggio. Qualche capello crespo fuoriusciva dall'acconciatura che la fanciulla portava, due ciocche raccolte in lunghe trecce; ella aveva capelli color carota e qualche lentiggine si disegnava sulle sue gote. Sotto il manto color arancio con riflessi biondi spuntavano fuori due orecchie a punta dalla cartilagine così sottile da riuscire ad intravvedere i pochi capillari che le attraversavano. Il corpo di lei tentava di dare calore a quel corpo ormai consumato, freddo, immobile che apparteneva all'umano; una mano stringeva l'altra e due anelli indicavano che la loro era un'unione consacrata da quel dio a cui hanno donato tutto anima e vita. Una lacrima solcava il volto di lei ed un occhio semiaperto osservava quella luce provenire dalla finestra come se fosse luce divina intervallato da lievi battiti di palpebra...

Era dunque così semplice...ciò che cercavo, la pace, la mortalità...dunque bastava solamente volerlo, lasciarsi andare. E' un privilegio per noi decidere quando scegliere quel fatidico momento, ed anche avere una lunga vita. Loro nemmeno questo possono scegliere, hanno una vita breve e talvolta subiscono sofferenze atroci che portano alla loro morte.
La luce negli occhi di Berk è spenta ormai, dopo tutto quello che ha fatto, tutto quello che abbiamo passato assieme, le infinite lotte per ottenere una vita migliore, il suo impegno nel donare amore a tutto e saper perdonare, ma allo stesso tempo punire coloro che infangavano i nostri valori. Ora tutto è finito, è vero, il tempo passa troppo in fretta ed io come mille altre volte mi sono affezionata a queste creature fragili, ma ora è diverso. Lui mi ha insegnato ad amare e ad essere quella che son diventata in questi anni. Credo di aver avuto troppe possibilità in più a lui, e non sento di meritarle, se c'era una persona che meritava di avere una vita lunga come la mia era Berk. Ma io non posso cambiare la natura, evidentemente esiste un disegno più grande di noi, e questo disegno ritiene che il mio essere deve continuare questa sofferenza; sono sola, la mia vera famiglia ormai si è disciolta ho perso tutto e tutti e continuare per me sarebbe inutile, sarebbe come un insulto a coloro che han donato la vita facendo molte più cose di me e spesso proteggendomi da infiniti pericoli. Anche Sirio ha scelto la via della mortalità, quello che è accaduto a Berknorg ha sconvolto tutti noi, non riesco a capire ma sentivo che negli ultimi tempi aleggiavano delle presenze che gli impedivano di portare a termine le promesse che fece in passato. Egli era sempre turbato, così come lo era Sirio e come lo ero io vedendo quei volti preoccupati che fingevano, nascondevano un risentimento verso qualcosa.
Dunque, credo che anche per me sia giunta l'ora del tramonto, una famiglia ho trovato e perduto, degli amici ho incontrato ed amato, ora però sono stanca e ho bisogno di riposare e di trovare la mia pace assieme all'uomo che ho sempre amato e amerò fino all'eternità. Vedo gironzolare attorno a me molti spiriti, quello del vento, della luce, dell'acqua, credo vogliano darmi l'ultimo saluto o accompagnarmi verso il percorso che mi attenderà. Continuo a stringere la mano a Berk e così resterò finchè un giorno ritorneremo ad essere polvere.
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Il mio passato (Amotien l'Elfa Silvana) 20/09/2013 20:11 #12

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