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Racconti e avventure dedicati al mondo di Ultima Online Italia Reborn
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L'inizio.. ciò che fui un tempo 29/01/2017 16:55 #1

  • wxymone
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A richiesta vi propongo queste pagine per fare chiarezza, Ho ritrovato questo manoscritto che anni orsono io stesso ho redatto.


Da dove iniziare? dalla fine? dall' inizio? non importa nulla importa più oramai.. ho deciso di mettere per iscritto queste poche righe poichè questo libro è tutto ciò che mi resta.
Il mio nome è Gothic Ward e nacqui orfano molti anni orsono ed è risaputo che per gli orfani senza fissa dimora è molto difficile sopravvivere in queste terre.
Nei primi anni della mia esistenza dovetti cavarmela solo con le mie forze fu arduo ma rimasi vivo abbatsanza a lungo per imparare ad usare una spada ed uno scudo, furono
le due delle tre cose che mi resero un Uomo, la terza fu la guerra. A quel tempo vi erano guerre ovunque, a sud di Britain per il controllo del ponte ne morivano a centinaia ogni giorno,
ai cancelli di Covetus si appostavano inetre gilde di assassini solo per talgire la gola al primo cittadino che osasse uscire, si vociferava vi fosse un folto gruppo di nercomanti
dedito ad uccidere gli ignari abitanti di Seprent's Hold ed infine nei pressi di Buccaneer's den si radunavano Raziatori,Pirati e Criminali
quest'ultimi trovavano il loro diletto nell'uccidere chinque camminasse per le strade della vecchia sosaria. Il mondo era sull'orlo della follia ma per motivi ch'ancora mi sfuggono
io rimasi vivo, forse per sfortuna o forse perchè il momento non era giunto. Quei tragici anni passarono io andai a Minoc e ci restai per molto tempo.
Nei miei giorni a Minoc imparai a talgiar la legna, a pescare, a portare al pascolo il bestiame ed in minima parte a forgiare armature ed armi. Poi la vidi...ancora mi ricordo il suo sorriso
lei era meravigliosa, bella come il sole nelle mattine di primavera quando i raggi scaldano le goccie di rugiada che lentamente scivolano dalle foglie delle felci nella penombra del bosco,
ed io avevo il volto sfigurato dalle guerre a cui avevo preso parte, per non parlare delle cicatrici che ricoprivano quasi tutto il mio corpo sempre per lo stesso motivo.
Mi innamorai di lei fin dal primo sguardo, non era solo bella era anche una strega, si mi innamorai di una strega ed è strano detto dall'uomo che non capiva la magia.
Lei me la spiegò, mi disse quali reagenti usare e come usarli, mi insegnò alcuni incantesimi, partimmo da quelli che riteneva più facili per me fu uno sforzo immane impararli tutti a memoria.
Come le ripetivo sempre ' è ad un uomo di battalgie e di guerre che ti stai riferendo io non so nulla dell'antica lingua che usi per fare quelle magie', ma lei aveva molta pazienza con me e così con gli anni imparai alcune
delle stregonerie che mi volle insegnare. Erano giorni bellissimi l'amavo e potevo stare con lei ogni giorno in più la pace regnava sovrana.. ma non durò a lungo.
Volli conoscere suo padre poichè volevo chiedergli la mano di sua figlia, ella acconsentì ma mi disse ' codesto è un monito
o mio amato sappi che mio padre ti chiederà di superar due prove per ricevere da lui la mia mano' ed io a lei rivolsi il mio sguardo fiero dicendole ' affronterò qualunque sfida per mostrarmi degno d'averti come sposa'.
Venne il giorno delle prove, la prima si svolse di mattina dovetti tagliare 3 alberi da solo con un ascia malridotta;per me fu semplice ero solito abbattere 4 alberi al giorno, ma la seconda prova quella che
si svolse la notte quella fu una delle imprese più difficili che abbia mai affrontato. Mi disse con voce tonante ' se è la mano della mia primogenita che desideri allora dovrai
liberare le mie terre a nord di Vesper dalla creatura che la notte vi risiede' accettai... non sapevo cosa stavo per fare...quelle notte andai nel terreno che i servi m'avevano indicato
sarei dovuto restarmene a casa poichè ciò che vidi fu terreficante come un incubo divenuto realtà dinanzi a me, nella nebbia, si ergeva una figura alta quasi tre metri dalle cui fauci uscivano pezzi di
corpi dilaniati e una cascata di gocce di sangue fresco. Per un tempo che sembrò interminabile rimasi immobile a fissarlo nei soui profondi occhi bui come una notte senza luna, la creatura ringhiò poi ululò
ed infine con un agile balzo si posizionò davanti a me. Lo vidi mentre mi annusava, nel suo volto contorto dalla fame e dal bisogno di uccidare riconobbi i lineamenti di un lupo
ma vi era anche qualcosa di umano nei suoi movimenti, non riuscivo a credere a ciò che stavo vedendo. Accadde in un attimo. Prima la creatura parlò e disse
' ti ha mandato Lui? non è soddisfatto del mio operato? non gli vado più a genio?' dopo annusò l'aria sopra la mia testa ed aggiunse ' non m'importa morirai qui, morirai ora come tutti gli altri
folli che hano tentato di fermarmi' non so cosa guidò la mia spada in quegli attimi di terrore ma lo colpii, lo colpii con tutta la forza che avevo in corpo e dopo il mio primo attacco altre volte senza che lui si difendesse o
tentasse la fuga ma mio malgrado non ottenni nulla mi ringhiò contro e disse' le tue futili armi di ferro non possono nulla contro di me'. La risata che ne seguì sembrava provenire dagli abissi dell'inferno
con una zampata mi disarmò e con un colpo delle sua mani artigliate frantumò il mio scudo, non avevo speranze pensai di dover morire, la fine era giunta per me.. ma mi sbagliavo
... mi accorsi una volta caduto a terra che nelle mie tasche c'era qualcosa, qualcosa che non avevo messo io... erano dei reagenti, così mentre lui assaporava la vittoria e si avvicinava a me io pronunciai l'unico incantesimo d'attacco che conoscevo
sperando di ricordarmelo nel modo esatto, forse fu la fortuna o forse la disperata voglia che avevo di vivere, in quegli attimi non so quale delle due fece in modo che il mio incantesimo riuscisse. D'un tratto dissi le parole esatte e lo paralizzai
era fermo ma non sapevo per quanto tempo poteva durare il mio debole incatesimo su un mostro potente come quello, così raccolsi la spada da terra e lo smembrai mentre era ancora immobile. Ne feci 10 pezzi come se dovessi taglire un piccolo arbusto e
portai ogni pezzo alla dimora di famiglia della mia amata, per paura che i pezzi potessero ricomporsi li bruciai prima di intraprendere il viaggio.Quando giunsi a destinazione
mi accolsero come nell'antichità s'accolgievano gli eroi che tornavano nei loro castelli dopo aver vinto decine di guerre. Lei era lì ad aspettarmi la vidi che aiutava le guardie a calare
il ponte levatoio mentre m'avvicinavo al castello. Una volta che fui accolto da suo padre diedi a lui i resti del mostro e chiesi:<< Son ora degno di chieder la mano di vostra figlia?>> egli rispose << Ne sei degno ora che ci hai liberati
dalla crudeltà che il mio fratello mutato in mostro aveva diffuso nei nostri campi >>. Finalmente potei sposarla, il matrimonio avvenne nella chiesa di Britain e fu celebrato da una chierica
appartenente all' ordine della Sacra Chiesa Di Sosaria, ad assistere vennero anche alcuni Fremen dei Cavalieri Delle Sacre Virtù.Fu il giorno più bello della mia vita. Decidemmo
di vivere insieme nella mia casa a Minoc, i giorni scorrevano felici, i giorni divennero mesi, i mesi anni tutto andava bene. Mi chiesero di entrare a far parte delle gilda Squadrone Dei Falchi ed accettai di buon grado
erano chiamati in tal modo poichè prima di ogni tenuta di caccia mandavano 4 falchi in perlustrazione, era bello andare a caccia con il mio nuovo gruppo di amici fidati e con mia moglie. Tutta questa calma era detinata a durare poco.
Il capogilda ci chiese un dì se eravamo pronti alla sfida di caccia più ambita e noi gli dimmo che lo eravamo tutti, la sfida era la seguente: trovare il lama dalla coda nera
si diceva ne esistesse un unico esemplare in tutte le terre conosciute, chi lo trovava doveva portarlo al castello di gilda vivo e addomesticato. Ne parali a lungo con la mia amata
io non volevo lasciarla ma lei, lei mi dava sempre la forza per affontare ogni sfida così mi disse << Io t'attenderò sempre tu lo sai, se veramente desideri cimentarti nella caccia vai
al tuo ritorno mi troverai qui>>' quelle notte mi unii a lei molte volte ed all'alba della mattina seguente partii dicendole << Tornerò con il lama dalla coda nera o non tornerò affatto! Attendimi o mia amata>>
e lei << Ti attenderò sempre mio amato>> poi mi bacio con molta passione, un bacio lungo destinato a durare per l'eternità. Dopo quegli attimi d'amore eterno presi la strada della ricerca e partii lasciando mia moglie e la mia casa alle mie spalle.
Girovagai per il mondo in lungo e in largo alla ricerca del Lama dalla coda nera, ma ogni volta che ero sicuro di averlo trovato si trattava sempre di semplici lama, la cui coda era nera solo nelle loro ombre.
Dopo 8 lunghi anni di estenuanti ricerche decisi di tornarmene a casa mia e comunicare il mio fallimento ai membri della gilda ed alla mia amata moglie. Ciò che vidi al mio ritorno fu orribile.
Il castello di gilda era sparito come se qualcuno lo avesse cancellato dal mondo i miei amici morti o dispersi, perlopiù morti. Trovai la mia casa , o meglio ciò che ne restava
e sotto le macerie bruciate del mio nido d'amore c'era lei... il suo cadavere era quasi irriconoscibile e doveva essere morta oramai da diversi anni. il dolore che provai in quei momenti e nei giorni a seguire fu immenso.
Ancora oggi i miei lamenti di disperazione riecheggiano nella mia memoria.Non volevo più vivere. Non ne avevo motivo. così decisi di girovagare per il mondo finchè non fossi morto per fame o per sete quale delle due fosse giunta prima.
Partendo dai resti della mia abitazione giunsi nei pressi di Yew e scorsi un rogo che sembrava non estinguersi mai.. pensai che una morte valeva l'altra e mi diressi verso le fiamme, mentre mi avvicinavo il calore si faceva sempre più forte
così passo dopo passo mi tolsi i vestiti, il mantello , gli stivali, il cappello e rimasi nudo pronto ad essere abbracciato dalle morte nel rogo. Qualcosa andò storto terribilmente storto.
Mentre le fiamme avvolgevano il mio copro udii una voce ma era più una voce nella mia testa che una voce reale, mi chiese se ero pronto a rinascere nel battesimo del fuoco, ed io che ero convinto d'esser diventato folle pensai che quella voce fosse la mia coscienza
che mi chiedeva se volevo morire, al quel punto risposi urlando e dissi 'SIII Sono Pronto A Rinascere Nel Battesimo Del Fuocoooo!!' D'un tratto sentii le fiamme che burciavano il mio corpo avvolgermi come l'abbraccio della morte stessa
e presi fuoco per ore e ore, se in principio le fiamme carbonizzavano il mio corpo e le mie ossa, nel momento seguente al mio urlo disperato le stesse fiamme che prima distruggevano la mia anima
agirono in modo opposto. Mi accorsi nel delirio del rogo, che appena un istante dopo esser divenuto un cadavere carbonizzato, potevo muovermi ancora e se la mia morte fu dolorosa
la mia Rinascita lo fu il doppio. La notte seguente aprii gli occhi convinto che si fosse trattato soltanto di incubo generato dalla mia disperazione folle, ma... ero cambiato. I resti delle mie vesti bruciate attorno alle
rimanenze della pira mi fecero subito capire che la notte prima fu tutto reale, cos'era succeso dunque? cos'ero diventato? ero ancora un uomo? o mi stavo lentamente trasformando
in un mostro? La spiegazione ad ogni mia domanda avvenne di lì a poco. Mi rialzai da terra con una agilità degna di una fiera. Ero confuso e non sapevo dove andare, come prima cosa cercai di procurarmi delle vesti, ma non avendo danari con me
dovetti cacciare nella speranza di trovare un cinghiale o una volpe e vestrirmi con le loro pelli, poi però mi accorsi di non avere gli strumenti adatti per farlo; ero nudo e senza armi.
Mi chiesi se fosse saggio cacciare all'antica maniera come facevano i nostri padri, con i sassi e con le pietre e mentre pensavo a come agire, un ruggito giunse alle mie spalle.
Era un orso, un grosso esemplare a dire il vero, ed era affamato. Agli occhi del famelico animale dovevo apparire come una facile preda, così mi assalì. Fui colto alla sprovvista, la belva ne approfittò tentando di
mordermi il capo dopo che mi aveva steso in terra con la sua possente mole. Un Uomo non poteva resistere disarmato contro un simile avversario, ma... io non ero più un Uomo... con la sola forza delle braccia riuscii ad
allargare le sue zampe a tal punto da rompere alcune delle sue ossa, l'urlo ferale che ne seguì era un misto di dolore e ferocità e non fù l'orso ad urlare fui Io. La mia forza era decine di volte maggiore rispetto alla notte precedente,
la mia velocità in corsa era pari alla sua così, una volta arrivatogli di fianco lo disarcionai con la forza dei miei pungi e il combattimento che ne seguì finì molto male per la fiera. Lo uccisi, lo squoiai a mani nude e ne
mangiai la carne cruda e sanguinolenta. Avevo dei vestiti seppur grossolani fatti di pelliccia d'orso. Solo una cosa restava da fare...Capire cosa fossi divenuto. Mi diressi a Jhelom ed arrivarvi a nuoto non fù difficile con l'enorme forza che avevo in corpo.
Una volta giunto lì tentai di vedere cosa fosse realmente cambiato in me, quel giorno pioveva ,in una pozza d'acqua mi specchiai e vidi che il colore delle mia pelle era cambiato...
avevo la pelle dello stesso colore di un Orco. Ecco cos'ero ora un Orco. Dunque avevo sconfitto la morte rinascendo come un altro essere. I vantaggi dell'essere Orco erano due: in primo luogo
la mia forza era tale da poter uccidere perfino un ragno gigante a mani nude, in secondo luogo dato che da Uomo non ero molto agile, la mia nuova agilità ; pur essendo scarsa,
mi sembrava paragonabile a quella di un alteta. Lo svantaggio era ed è tutt'oggi il seguente: la mia intelligenza è svanita del tutto rispetto ai miei giorni da Uomo.
Non ero in grado di lanciare nessun incantesimo neanche quelli più semplici, neanche con più reagenti del dovuto. Imparare nuovamente a scrivere ed a parlare fù dura ma la mia volontà
è forte, forse proprio perchè sono un Orco, quindi ci misi poco tempo. Decisi di restare a Jhelom per un pò. Fino a quando pochi giorni orsono, venni a sapere dell'esistenza di un tempio dove
insegnavano la nobile via del Paladino, mi son detto 'Questa potrebbe essere un'ottima occasione per dimostrare a tutta Felucca che anche un Orco può essere un Paladino'.
Non sapendo l'esatta ubicazione del Tempio, sapevo solo che era nei pressi di Trinsic, mi diressi a Britain per trovare informazioni. Due sconosciuti mi aiutarono di buon grado accompagnandomi
al tempio con l'utilizzo di un portale magico, tra me e me pensai ' in questi otto anni i maghi sono diventati più disponibili? o forse sono fortunato?'.Giunto al Tempio decisi di diventare un paladino, fu così che...Morii per la seconda volta.
Per rinascere come Paladino, quasta volta il processo di morte e rinascita fù più rapido e rimasi un Orco, non divvenni qualcosa di diverso come invece avvenne la prima volta, e a dir la verità fu molto meno doloroso.
Ringraziai di buon grado i miei due accompagnatori e tornai a Britain, dove decisi di rimanere ad affinare le mie capacità di Taglialegna, in attesa di tempi in cui mettere alla prova le mie abilità
da Orco Paladino e vivo questa mia seconda vita con la speranza essere lasciato in pace.
Per ora non aggiungo altro a queste pagine ma se ce ne sarà motivo tornerò a raccontare per iscritto la mia storia a chiunque voglia leggere e sapere quella che io descrivo come
La Storia Di Un Dannato.

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