Leonarth ed Almeida erano due ragazzi e ottimi amici. Leonarth era un ragazzo quasi
diciottenne alto circa 1,80 e con corti capelli bianchi che abitava in un piccolo villaggio a Est del Baronato di Cove. L’arma con cui combatteva era una bella bardica in ferro battuto, molto ben
intagliata dalla quale Leonarth non si separava mai in quanto era un regalo di suo nonno, anziano capo-villaggio. I due
ragazzi erano molto affiatati nel combattimento ed erano quindi temibili nemici per qualsiasi
avversario. - Forza Almeida, ci siamo quasi. Quella laggiù è la catena montuosa nel deserto di Papua e come ci ha detto il sommo Alucard
dovrebbe esserci da qualche parte un’entrata ormai in disuso che porta nel piu profondo antro in cui e tenuto prigionero una delle forze del fuoco.Già, ci siamo quasi. Ma ricorda che non sappiamo cosa
potremmo trovare all’ interno di quell'antro, Leonarth! Lo so. Il nostro obiettivo principale è gettare nelle fiamme eterne la testa putrefatta e maligna di quel necromante, ma spero anche di trovare l’antico e arcano “Mustang di Fuoco”. I due ragazzi giunsero ai piedi delle montagne che cercarono e dovettero continuare a piedi. Il sentiero era avverso ed accidentato,
in più il caldo e splendente sole del meriggio stava lasciando spazio alla tiepida e frivola luce della luna.
– Ci siamo Leonarth, qui c’è un passaggio tra le rocce! Bene. Iniziamo ad inoltrarci con calma e
circospezione, il passaggio e vecchio ed inoltre potrebbe riservare molteplici trappole mortali.- Così i
due ragazzi solcarono l’ingresso dell’antico passaggio segreto e si ritrovarono in una piccola grotta circondata da un caldo insopportabile,quasi soffocante. C’era una lunga e insidiosa strada da
superare per accedere alla stanza che custodiva la magica bestia e dove vi era la fiamma eterna, o almeno questo era quello che i due ragazzi pensavano. Dopo alcuni minuti di discesa iniziarono
ad avvertire stanchezza ma subito si risollevarono quando giunsero in una piccola stanza che avrebbe
dovuto trovarsi al cento dell'antro stesso.Così dopo essersi messi d’accordo
sulla via da intraprendere i due ragazzi decisero di proseguire per lo stretto viale imboccato fino a giungere
all'ingresso di un grande edificio in pietra. Davanti a lui ora c’era uno spettacolo
mozzafiato: una stanza di grandi dimensioni, molto ben arredata ed illuminata grazie a delle fiamme
magiche si rifletteva ora negli occhi del ragazzo, che fu subito attirato da una luce proveniente dal
fondo della stanza stessa. Leonarth si avvicinò alla fonte di così tanta luce e poi lo notò: il famigerato “Fuoco Eterno" Almeida allungò le mani per gettare la testa Si avventò quindi di corsa verso la fiamma magica che ardeva poco distante dal ragazzo e mise le sue mani con cui teneva stretta quella testa verso il fuoco: il dolore provocato dal calore era
insopportabile ma il ragazzo resistette fino a che la testa non prese fuoco. Una volta libero dalla micidiale morsa Almeida osservò le sue mani: erano leggermente ustionate ed aveva di sicuro qualche
piccola frattura. Stavano per tornare indietro quando un orrendo ed inumano verso li fece sobbalzare:
nella stanza entrò a tutta velocità Leonarth con l’ascia in mano inseguito da un’immensa creatura alata.
Almeida non capì di che mostro si trattasse finché no si mostrò alla luce delle fiamme magiche: una
viverna del fuoco. - Almeida, *hanf*, fortuna che sei qui, *hanf* *hanf*, ora
avremo qualche speranza di batterla! Non so cosa sia successo ma a quanto pare non abbiamo
altra scelta. Alameida estrasse la sua spada ed aspettò l’attacco del mostro volante che non si fece
attendere; il ragazzo si abbasso per evitare gli artigli della viverna che fu però ferita da un potente
quanto preciso colpo di bardica di leonarth. Visto che combinazione, Almeida? Perfetta Leonarth. Cedi il
passo immonda creatura, non puoi farcela contro di noi! Dopo alcuni minuti di combattimento i ragazzi erano feriti praticamente sfiniti.
Un potente colpo di coda fece saltare la bardica dalle
mani del ragazzo che si trovava adesso disarmato: poi Almeida colpì in pieno il nemico con una grossa
mazza che lo allontanò da Leonarth. A quel punto Leonarth estrasse la “Dragon Slayer"
dritto verso il nemico che era rimasto scioccato dal colpo subito poco prima: con una serie di
potentissimi e spaventosi affondi Leonarth ridusse il nemico in fin di vita, poi sopragiunse Almeida che
mozzò la testa della viverna con un secco colpo di spada, uccidendola. Uaooo Leonarth, che colpo! Non pensavo che la tua magia fosse così potente! Infatti non lo
è. E’ solo grazie alla mia lancia magica se l’effetto è stato così tanto amplificato .Leonarth si sentì mancare e si inginocchiò dapprima per terra, poi perse i sensi e si accasciò al suolo.
Almeida capì che aveva usato tutte le energie mentali e fisiche per eseguire in maniera impeccabile il
colpo finale e quindi lo prese sulle spalle e si apprestò ad uscire dalla montagna. - Leonarth, svegliati
Leonarth!.Leonarth riprese conoscenza e si sentiva riposato. "Ma dove siamo, Almeida? Ti ho riportato
fuori dalla grotta dopo che sei svenuto, comunque abbiamo combattuto benissimo, ottimo lavoro di
squadra ed ora rientriamo nel tuo villaggio così ci riposeremo ed io potrò studiare il mio nuovo libro. La
missione è stata portata a termine con grande successo!!! "I ragazzi tornarono al villaggio trionfanti,
bastarono tre giorni per riprendersi completamente dalle ferite e dalla stanchezza del combattimento. I due amici decisero di
partire alla volta della Grande Chiesa, per riferire al Sommo Alucard e per raccontargli della loro
piccola avventura nel profondo antro infuocato..
