Il mio nome è Kylirion. Nacqui trent'anni fa in uno sperduto angolo di Sosaria, tra i boschi di una comunità di taglialegna. La mia infanzia fu quella di qualsiasi ragazzino cresciuto tra il lavoro e la fatica, ma anche tra il calore di una buona famiglia e quello di una comunità chiusa ma sincera. Ricordo poi poco di ciò che fu il mio passato, colpa della monotonia delle giornate, ma ricordo con esattezza la profonda rabbia che mi colse quando giunsero, per la prima volta in vita mia, echi di guerre lontane. Ricordo di quel viandante, un soldato per me sconosciuto, che capitò da noi per caso: ammaccato e stanco, chiese ospitalità nel nostro villaggio. Gli fu negata, forse perché i miei concittadini non vollero essere coinvolti, ma ricordo precisamente lo sdegno che provai per la prima volta in vita mia per quel piccolo manipoli di individui, che negavano addirittura asilo e conforto ad una persona sofferente. Decisi quindi, in cuor mio, che un giorno me ne sarei andato da lì, non per combattere guerre, ma per servire i giusti con la mia forza ed il mio intelletto. Di nascosto mi esercitai all'uso delle armi, con i pochi manuali che trovai per il villaggio, fino a che all'età di vent'anni decisi di andarmene per sempre. Vagai per molti anni in terre sconosciute, mettendomi a disposizione di mercanti o di nobili per scorte armate, mai presi però parte a razzie, ne rubai nemmeno una mela. I morsi della fame dal principio furono devastanti, piano piano però mi accorsi che dentro di me maturava una consapevolezza più forte della fame: la mia integrità mi portava ad agire per sopravvivere, ma non mi portò mai ad azioni di soprusi. Ero però ancora molto insoddisfatto della mia vita: non era proprio questo ciò a cui aspiravo, a divenire un mercenario per ricchi signori. Una sera, prima di riposare, chiesi aiuto agli Dei, ed ebbi un sogno, o per meglio dire, una “visione”: sognai un essere di luce, che chiamandomi per nome, mi disse di recarmi nella capitale Britannia. Lì, il mio destino sarebbe cominciato. Non avevo niente da perdere per cui mi incamminai, con qualche speranza ma anche con dei timori. Arrivai nella grande città, fui accolto bene, ma ciò che è stato poi, è scritto solo nel grande libro del destino.