LA COMMISSIONE
Era da poco sorto il sole e l'aria nella grande città di Britain pungeva piacevolmente il mio viso. Come un goffo pachiderma, la capitale iniziava a muoversi, lentamente, svogliatamente.
I negozianti più ligi avevano già aperto le porte delle loro botteghe e, speranzoso, mi diressi al Bazar di Arti Arcane proprio sul retro della banca centrale della città. Alice, una giovane maga umana mi attendeva dietro al bancone giocherellando con una saccoccia che sapevo essere destinata a me. Scesi da cavallo ed entrai con passo deciso nel negozio puntando direttamente al bancone.
“Salute Mastro Alucard!” i suoi modi marcatamente garbati tradivano le sue origini lagunari e l'accento cantilenante di Vesper che cercava di dissimulare trapelava già da quelle poche parole.
“Salute a voi, donna Alice.” dissi guardando incuriosito l'indaffarato padrone della bottega che continuava a disporre cassette e barattoli mentre io parlavo con la sua apprendista. Sarebbe stato quantomeno educato un cenno di saluto, ma cercai di non darvi importanza. “Avete già trovato quanto vi avevo chiesto?”
“Assolutamente sì!” ribatté lei con un espressione soddisfatta. “Ve ne ho preparate sei once! Sono appena raccolte e della migliore qualità.” e si avvicinò bisbigliando e indicando il suo anziano padrone “Il vecchio Teague sostiene che siano le migliori radici di Ginseng raccolte in questa stagione!”
“Come sempre so di poter contare sulla vostra efficienza.” Le dissi snodando un piccolo borsello dalla cintura, “Vi devo 300 pezzi d'oro, giusto?”
“Esattamente!” la sua mano tesa prese il denaro senza esitare e cercando di fingere di non contare, “Devo prepararvene ancora?”
“Temo proprio di sì, mia cara. I dolori non accennano a diminuire.” Risposi senza pensare, “Tornerò al più tardi fra quattro giorni. Vi auguro una buona giornata.” E presa la merce uscii dalla bottega. La ragazza imbarazzata mugugnò un saluto che sentii a malapena, soffocato dai rumori della città che crescevano di minuto in minuto.
Ripresi le redini di Polvere che mi attendeva al dì fuori del bazar e mi rimisi sulla strada di casa.
UN INCONTRO INASPETTATO
Ero soddisfatto per aver trovato una buona quantità di radici di Ginseng per i miei filtri medicali e quindi andai alla banca per preparare il tutto per lungo viaggio che mi avrebbe riportato alla mia dimora sull'isola di Ghiaccio.
Sentii una voce familiare provenire da fuori dell'edificio, la voce di un uomo che poco tempo addietro avevo sentito predicare alcuni passaggi delle gesta di Idior e il cui fervore mi aveva spinto a richiedere ufficialmente l'ammenda per i miei peccati passati e la dichiarazione pubblica della mia fede nel Radioso Idior.
Sbirciando dalla finestra ebbi la conferma che si trattava proprio di lui che passava dinnanzi alla banca in compagnia di un altro individuo.
“Sapete dirmi chi sia l'uomo con cui sta parlando Messer Zakk?” chiesi al custode dei forzieri.
Il custode allungò lo sguardo e senza nemmeno un secondo di incertezza rispose “Si tratta di Messer Mikael, confratello di Messer Zakk.”
Non avevo bisogno di sapere altro. Ringraziai calorosamente e facendomi coraggio decisi di porgere loro i miei saluti prima di ripartire.
“Salute Mastro Zakk” dissi cercando di scavalcare i rumori della città.
I due uomini si girarono verso di me, “Salute a Voi, Alucard” rispose Zakk e volgendosi verso il suo compagno “Questo è l'uomo di cui vi ho scritto.”
“Salute Alucard” disse Mikael rompendo un silenzio che mi parve eterno.
“Ho scritto di voi e della vostra richiesta tramite una missiva ai miei confratelli, tra cui anche Mastro Mikeal” disse Zakk mentre il suo sguardo balzava da me per poi tornare a posarsi sul suo compagno.
“Ringrazio davvero Mastro Zakk per essersi preso così a cuore il mio caso” intervenni quasi senza pensare, ma Mikael evidentemente non aveva finito.
“Vi renderete sicuramente conto che è una decisione piuttosto difficile e richiede un voto da parte di tutta la confraternita...” continuò, “Il vostro passato nella burrascosa città di Midian gioca sicuramente a vostro sfavore.”
“Lo capisco perfettamente,” ribattei, “ma mi sento di dire che la mia fede in Idior è forte ed il mio pentimento sincero...”
L'uomo mi guardò sorridendo, “Molto bene,” e volgendo velocemente lo sguardo a Zakk continuò, “non è da escludersi che il consiglio richieda una prova tangibile della vostra redenzione...”
“Affronterò più che volentieri qualunque prova la confraternita riterrà adeguata a dimostrare la sincerità del mio pentimento,” risposi trasportato, “sicuro che la mia fede in nel sommo Idior sarà più forte di qualsiasi ostacolo mi si contrapporrà!”
I due uomini sorrisero nuovamente e Mikael continuò “Molto bene, me ne rallegro. Ora vorrete perdonarci ma dovremmo partire alla volta della città di Skara Brae dove fratello Zakk dovrebbe proseguire con lo studio delle sacre Theurgie”
L'altro monaco silenziosamente annuì.
“Sicuramente, anzi perdonatemi se vi ho fatto tardare...” risposi imbarazzato e aggiunsi, “Vi auguro una radiosa giornata!”
I due ringraziarono e ripresero il loro cammino.
Lentamente, proprio come la città aveva fatto poco prima, tornai ai miei preparativi finalmente sollevato nel sapere che la mia richiesta almeno non era stata scartata a priori. Comunque sarebbe andata il mio cuore era finalmente leggero e la forza della mia fede mi pervadeva.