I pesanti volumi della biblioteca del monastero occupavano ordinatamente le alte e robuste scaffalature in legno. Qua e là, alcuni ripiani parevano leggermente incurvarsi sotto il peso ingente di enciclopedie rilegate e trattati di teologia. Una sottilissima pellicola di polvere ricopriva ogni cosa, spezzata unicamente in corrispondenza di quei volumi che i monaci ed i sacerdoti dovevano aver consultato più recentemente.
Distrattamente picchiettai l'indice sulle coste di alcuni capolavori, certo che in pochissimi individui in tutta Sosaria avrebbero avuto il privilegio di consultare tanta cultura. Con la stessa meraviglia di un fanciullo che trova anticipatamente il proprio dono di compleanno, presi subito una pergamena dalla saccoccia per annotare la posizione di una serie di trattati di erboristeria e alchimia che il bibliotecario reale di Britannia aveva definito introvabili l'ultima volta che li chiesi per consultazione.
"Ultima libreria, quarto scaff..." mi bloccai, "Macchiata?"
Notai che la pergamena in più punti riportava piccole macchie ovali. "Eppure sono sicuro di tenerle nel loro scompartimento."
Poi vidi il colpevole, sottili strisce di pulito nella polvere degli scaffali e impercettibili punti di luce sulle coste che avevo battuto. Il mio indice completamente grigio.
"Accidenti!"
Dopo aver pulito con cura la mano vidi quello che stavo cercando. In una delle scaffalature più lontane dalla porta d'ingresso i libri erano sistemati in modo meno fitto e qua e là si potevano trovare degli spazi vuoti.
"Forse non è il luogo più adatto, ma chiederò ai miei confratelli se mi concederanno il loro permesso."
Presi quindi dalla sacca il pesante libro rilegato in pelle e coperto di simboli arcani. Mi soffermai incantato a rimirare ancora una volta il vecchio compagno di tante avventure. Facendo attenzione a non avere le mani sporche di polvere tirai fuori una nuova pergamena, un calamaio da viaggio ed un pennino.
Appartenuto ad Alucard, Sacerdote di Idior, sommo compendio di tutto il suo sapere arcano fino al suo ordinamento.
Infilai con cura la nota in prima pagina e poi avvolsi delicatamente il tutto in un panno. Infine lo appoggiai nello spazio che avevo trovato.
Lucine, custode del monastero, evidentemente in preoccupazione per la mia lunga assenza di affacciò nella stanza.
"Temevo di avervi perso, fratello."
"Mi spiace, Lucine." risposi prontamente, "Sarebbe mio desiderio lasciarlo come voto in questo luogo di sapere. Spero che i miei confratelli non abbiano nulla in contrario."
Sentii lo sguardo di Lucine posarsi su di me. "Sarà mia premura farlo presente, non appena rientreranno al monastero." disse con tono comprensivo, "Ora venite, è l'ora della preghiera."
Raccolsi calamaio e pennino e li rimisi nella sacca. Con cura andai ad estrarre il libro di preghiere, la pelle candida e le rifiniture in argento. "Vi seguo."