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Attorno a me il buio.

Un solo, fioco raggio di luce illuminava febbrilmente un bendaggio zuppo di sangue stropicciato su un vecchio tavolo. Cercai di guardare altrove, in basso, verso il mio corpo. Di chi poteva essere quel sangue? Mio?
Tentai, tentai disperatamente con ogni mia energia, eppure non riuscivo a controllare il mio corpo. Potevo solo continuare a guardare quel tavolo marcescente ed il suo terribile fardello. Infinite volte provai, a distogliere lo sguardo almeno, ma senza nessun risultato. Ero prigioniero, prigioniero del mio stesso corpo che non mi rispondeva.

Successivamente -in questa condizione non saprei quantificare se pochi istanti, ore o giorni- qualcosa nell'ombra oltre il tavolo produsse un rumore, come di sfregamento, poi nuovamente il silenzio.
Ero in piena allerta, fissavo il buio con la speranza di intravedere una qualche sagoma, qualsiasi cosa, ma nulla.

Poi ancora una volta quel rumore di sfregamento, qualcosa strisciava nell'oscurità. E si avvicinava! Volevo urlare, pronunciare incantesimi di protezione, un'ultima preghiera per la mia anima... ma queste disperati pensieri non riuscivano a tramutarsi in parole.

All'improvviso lo vidi. Due occhi freddi come la morte mi fissavano animati da un bagliore maligno. Percepivo il pericolo, eppure ero lì, inamovibile e davanti a me qualcosa di malvagio e antico quanto il mondo mi guardava, preparandosi ad assalire la sua preda inerme. Come in preda ad un panico irrefrenabile non potei trattenermi dal pensare alla mia gioventù e tutto l'orrore del mio antico passato mi travolse.

Sontuosi palazzi e possenti bastioni si stagliavano in una piccola valle, incastonati nelle montagne circostanti. La sola vista della città mi fece tremare e come d'incanto la rividi, tra le fiamme, una grande colonna di fumo carico di rancore ascendeva al cielo su di essa.

Dopodiché il buio, nuovamente...

Ancora una volta il fioco bagliore mi illuminava debolmente ma non vi era più l'oscura creatura, tanto meno l'orrendo tavolo ed il putrido bendaggio. Che mai stava accadendo?

Cercai di fissare la luce, che di lì a poco diveniva sempre più forte, fin quando non dovetti abbassare lo sguardo per non esserne accecato.

"VEDI!" tuonò una possente voce.

Improvvisamente aprii gli occhi e la calda luce del giorno inondava la stanza. La porta si spalancò ed una ragazza entrando con un catino ed una serie di bendaggi strillò euforicamente.

"Jonas, corri presto! Va subito a chiamare il signor Ezra, si è svegliato!" comandò la giovane e poco dopo una porta sbatté con forza.