Questo che leggerete non è uno scritto è lo specchio di un uomo…la sua intera esistenza…la sua essenza….e la storia della sua rinascita.
Il mio nome è Alastor…
È tutto ciò che mi è dato sapere su me stesso…Le mie origini? Ignote… La mia vita? Un campo di battaglia senza fine…
In queste pagine riverso la mia anima, nera come l’inchiostro che macchia la bianca pergamena…così il peccato ha macchiato la mia vita e il mio cammino portandomi sul fondo di un abisso che inghiottiva ogni sensazione e ogni emozione… i miei occhi vedevano solo tenebre e il mio cuore era ormai come una landa desolata senza vita…
non ho mai cercato un posto in questo mondo, ho impugnato la spada prima di aver imparato a camminare per quanto mi ricordi…cercando sempre un avversario dopo l’altro…in principio l’ardore, la furia e la sete di sangue muovevano i miei fendenti ma dopo tanto tempo passato a combattere contro avversari sempre più forti non trovavo più pace e mi sentivo sempre incompleto…
Da molto tempo a questa parte la mia mente è affollata da incubi che non mi danno pace ne di giorno ne di notte…ho perso il riposo molti anni orsono, il mio corpo combatte per istinto ma ad ogni colpo, ad ogni vita che strappo il mio spirito s’infrange sotto i colpi dell’acciaio, il momento in cui vedo me stesso riflesso negli occhi dei miei avversari, nello stesso istante in cui la scintilla lascia i loro occhi la mia anima viene messa a nudo e ogni mio peccato scoperto.
Negli ultimi anni avevo trovato rifugio in una congrega di assassini che consideravo quello che di più vicino avessi ad una famiglia e con loro il mio spirito guerriero era risorto e guidato dalla furia ho commesso indicibili atrocità e razzie di ogni genere…dopo l’ultimo attacco ad una città ormai avevo raggiunto la profondità dell’inferno e in preda alla brama di sangue trucidai tutti gli abitanti…quando l’ultimo innocente cadde a terra la mia mente venne sconvolta da una visione…una luce accecante, un dolore agli occhi e alla testa oltre ogni limite come se vi si fosse conficcata una freccia…i miei sensi accentuati al massimo, provai dolore in tutto il corpo come se le mie carni si stessero dilaniando nella mia mente si affollavano i volti di tutti quelli che avevano perso la vita per mano mia…e li capii…quella sensazione…quel dolore era il male che avevo causato con le mie stesse mani a degli innocenti e tutto fu chiaro…la vita che avevo vissuto fino ad allora era giunta al termine.
Quando mi riebbi da quell’esperienza non ero più me stesso, ero in mezzo al villaggio ridotto in macerie l’odore nauseante della morte…dei miei compagni nessuna traccia…mi tirai in piedi con le ultime energie d’istinto cercai dell’acqua per pulirmi il viso…quando i miei occhi videro di nuovo mi riflettei nello specchio d’acqua smosso, i miei capelli biondi in seguito a quell’esperienza divennero bianchi come la neve.
Mi trascinai fino ai bordi della città e li mi lasciai cadere in terra svenni e in quel sonno…una voce…una sensazione di calore mi fece destare e sentivo che una forza irresistibile mi stava chiamando a se…cavalcai per giorni e i giorni divennero settimane e le settimane mesi…più mi avvicinavo al luogo in cui ero diretto più si faceva forte l’attrazione che sentivo.
Alla fine del bosco che stavo percorrendo ormai da giorni lo vidi…una struttura maestosa costruita in bianche pietre di arenaria, simboli ed effigi sacre sapientemente scolpite su di esso…era quello il luogo…la mia destinazione…li in quel posto che emanava pace tutti i miei dubbi sarebbero stati fugati e disperse le tenebre dal mio cuore…poggiai la mano sulla maniglia e spinsi il pesante portone… *CLANG*