"Chi siete?" chiesi timidamente alla figura che vedevo avvolta da un manto di oscurità.
Una debole luce dall'alto tentava di colmare la stanza, tuttavia le tenebre circostanti la avviluppavano quasi completamente confinandola al centro delle fredde pareti di spessa roccia. Imitando impacciato il protagonista di uno qualsiasi dei tanti drammi inscenati dall'Accademia Reale di Britain, feci grande attenzione a restare alla luce.
"Chi credete che io sia?" rispose lo straniero con fare solenne, la sua voce era ferma e sicura di sé. D'un tratto mi sentii tremare, come impotente d'innanzi a questo terribile visitatore.
Raccolsi tutto il mio coraggio e cercai di pronunciare le parole di potere per invocare la radiosità del mio Signore ma non vi riuscii. Abigo Tenebrae, pensavo. Dillo Alucard... Pronuncia quelle parole! Ma era più forte di me. Tutto quel buio era troppo opprimente.
"Chi siete?" rispose la voce scimmiottando il primo quesito. Il flebile fascio di luce retrocedeva sempre più, schiacciato dalle ombre che si intensificavano ogni secondo che passava.
"Il mio nome è Alucard..." dissi. Sorprendentemente le tenebre si diradavano mentre parlavo e la mia voce sembrava quasi fondersi a quella più potente che veniva dall'ombra. Tentai di farmi coraggio e proseguii, "Il mio nome é Alucard, erede del nobile casato di Cromqvist. Inseguendo la conoscenza caddi e vidi il vero volto di Elhoim, e fu grazie a questo che trovai la forza per ergermi alla luce. Idior mi ha scelto come Suo rappresentante su Sosaria, ultimo tra i Suoi figli e primo dei Suoi servitori. I tirapiedi dell'Oscuro tremeranno dinnanzi alla gloria di colui che mi comanda e si pentiranno una volta che la Sua Luce smaschererà ciò che si annida nelle tenebre. Nel Suo Nome."
Dette quelle parole riuscii a sentire il Sacro Fervore riscaldarmi il sangue nelle vene e la Sua Aura proteggermi da ogni avversità.