Ricordo un piccolo villaggio, case fatte di pietre. La gente che urla al mercato facendo a gara a chi aveva il prezzo più basso e la voce più grossa. I volti dei miei genitori no, ma delle volte mi sembra di sentire l'odore di mia madre, quando attraverso il deserto o sono sulla riva del mare.
Una notte mi svegliai e vidi in lontananza il mio villaggio in fiamme, io stranamente incolume al sicuro in una foresta a qualche metro in più sul livello del mare rispetto a dove vivevo, abbastanza sicuro da evitare le fiamme. I miei vestiti si erano tinti di rosso ma il sangue non era mio. Non sono mai riuscito a spiegarmi l'accaduto. So soltanto che i successivi anni li ho vissuti come le bestie che vivono nelle foreste.
Crebbi a contatto con mercanti e mercenari di Britain, occasionalmente facevo dei lavoretti, i primi erano cacciare e uccidere prede poi uno mi chiese la testa di un'altro, il secondo quella di un altro ancora. Tutta gente che lavorava e magari non riusciva a saldare il suo debito di gioco o per risanare l'onore di qualche buffone.
Non mi pento e non cerco giustifiche. Quello che è stato è parte integrante del nome che porto.
Uccidere non mi dava emozioni, significava solo portare a termine un lavoro. Ci fu il punto però, che le suppliche di uno dei miei lavori mi fecero svegliare, come una secchiata d'acqua ghiacciata. Lo lasciai in vita, presi le mie cose dal rifugio fuori Britain e cominciai a viaggiare.
Esplorato l'entroterra mi spostai sulle isole, passai di barca in barca, di moongate in moongate.
Su di un isola in particolare c'era un grosso cantiere e una città in costruzione. Chiesi se cercavano braccia per trasportare pietre e mattoni. Mi diedero una buona paga, vitto e la promessa di una stanza nel futuro dormitorio della città.
Passò un uomo vestito con una tunica rosso scuro, lo stesso colore del tramonto. Il suo viso non lo conoscevo e lui sembrava spaesato. Andava in giro portando con se sotto le sue braccia delle pergamene che faceva goffamente cadere in terra di continuo. Chiedeva in giro dove fosse la biblioteca della città e io ce lo condussi. I tomi nella biblioteca erano l'unica cosa che si era salvata dopo la distruzione della città vecchia, così una volta ultimati i lavori di ricostruzione, nella biblioteca della nuova Ocllo pensarono di trasferire tutti gli antichi volumi, per dare una continuità alla storia di quel popolo.
Sapevo a stento leggere quindi chiesi a quell'uomo se poteva farlo per me, e in cambio gli promisi la mia protezione per tutta la sua permanenza sull'isola.
Passò poco più di un mese e l'uomo, terminata la sua ricerca mi disse che era in partenza nuovamente. Decisi di seguirlo offrendomi come sua guardia personale perpetua. Imparai tantissime cose sulla vita e sull'arte di combattere dalle letture che l'uomo selezionava per me.
Lui mi sorrise e mi disse. "Mi ricordi tanto il mio perduto fratello."
Prese un medaglione "Questo gli è appartenuto, adesso è tuo. Non possiedo nulla di maggior valore."