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Racconti e avventure dedicati al mondo di Ultima Online Italia Reborn
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Il ritorno di Rufus il Fremen 18 Oct 2018 15:37 #1

  • Duke
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E fu così, che forgiato nel fuoco di migliaia di battaglie,
sia morali che fisiche,
e dopo aver smarrito, forse per sempre, il prezioso diario nel quale ero solito trascrivere
il frutto della mia mente contorta,
presi la decisione di impugnare nuovamente,
oltre che spada e scudo e lancia,
anche il pennino e il calamaio.

Poichè a nulla servirono i miei sforzi per disfarmi della maledizione che mi affligge,
decisi di andare in esilio....
fu in quel periodo che conobbi lati della mia personalità che mai prima vennero in luce,
e che forse, sarebbe stato meglio non aver mai conosciuto...

Le mie gesta furono... a volte eroiche a volte vili....
spesso truculente a tal punto,
che avrebbero disgustato perfino un necromante....

Comincerò a scrivere qui, in questo libro, dei miei trascorsi, sperando che qualche avventuriero entri in questa libreria
e leggendolo acquisisca quella saggezza che a me molto cara costò acquisire sull' ormai mia dura pellaccia scura,
prenderò spunto dai miei ricordi e da alcune pagine del mio nuovo diario,
che questa volta terrò al sicuro, lontano da sguardi indiscreti.

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Il ritorno di Rufus il Fremen 29 Nov 2018 19:05 #2

  • Duke
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Mi recai a Cove,
l' ultima volta che vidi Adarion,
era nella taverna, e mi diede incarico di procurare alcuni materiali,
era gia in me la decisione, seppure in germe,
di tornare al deserto dei Fremen in pellegrinaggio,
il luogo dove la mia gente aveva stabilito la sua prima dimora,
così, per la prima volta, mi sottrassi volontariamente a un preciso dovere.

Quindi arrivai nel deserto degli avi del mio popolo,
notai, che nulla in fondo era rimasto di esso,
solo sabbia, sassi e qualche pianta tenace,
quelle piante che molto somigliano a noi dalla scura pelle,
piante che nascono con profonde radici, quindi legate alla propria terra,
ma che oramai si vedono solo sporadicamente e lontane le une dalle altre,
disperse tra le sabbie e le rocce del deserto,
come del resto noi Fremen siamo divisi tra le città di vari regni,
spesso in lotta gli uni contro gli altri,
mi venne in mente quella storia che lessi da qualche parte,
che narrava di un fremen che un giorno avrebbe riunito il mio popolo sotto un unico vessillo,
leggende ? profezie ? o la furbesca presa in giro di qualche anonimo ?

Comunque sia, per il mancato adempiere al mio dovere, ne avrei pagato le conseguenze,
ma preso da quella solitudine, in mezzo al nulla desertico,
decisi che, se dovevo pagare, l' avrei pagata cara,
e, nella mia testardaggine, feci l' ultimo tentativo di annullare il maleficio, questa volta però,
non chiesi consiglio al buon Angelus, ne al buon vecchio Alucard, ne ad altri chierici
dai sedicenti poteri curativi, feci di testa mia,
cercando di allontanarmi il piu possibile dalla civiltà,
sperando in questo modo di allontanare anche la presenza del maligno,
fu così che scelsi le terre perdute, come primo tentativo.....
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Il ritorno di Rufus il Fremen 04 Dec 2018 13:31 #3

  • Duke
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Decisi di scendere giu per le fogne di Britain,
un luogo pieno di uomini ratto e melme, scuro, umido,
che mi avrebbe portato ad un altro luogo altrettanto umido,
le paludi di Papua, nelle terre perdute,
avevo fatto altre volte quel percorso,
in compagnia di Jetro l' elfo silvano, egli lo usava come rifugio dopo le sue malefatte,
ed io, immischiato per mia sfortuna innumerevoli volte nei suoi intrighi di furti, vendette, truffe e quanto altro,
ero solito scortarlo nelle fogne di Britain, dove le guardie poche volte tentavano di avventurarsi,
non che ci siano particolari pericoli, ma si sa,
spesso le guardie reali sono pigre, e se non accompagnate da un superiore, di rado si avventurano piu in la del loro
posto di guardia,
e poi Jetro in quel periodo aveva "agganci", così li chiamava....
nel territorio di papua, dove infatti è facile arrivare superata la palude.

L' unico problema che avevo nell' attraversare le fogne era la mia cavalla malata,
Elidor era ferita ad una zampa e leggermente febbricitante,
povera bestia... anche lei vittima per via traversa delle mie sciagure,
che Elhoim sia maledetto, pensavo tra me e me,
dato che ancora non avevo potuto trovare un volto su Sosaria al quale attribuire la maledizione
scagliata sulla mia stirpe, di certo però,
Elhoim, non aveva scagliato tale anatema senza servirsi di qualche mortale,
o meglio, di sicuro, fu qualcuno che vive e vegeta, in carne ed ossa,
a servirsi degli oscuri poteri di Elhoim per maledirmi,
ma non avrei mai immaginato di trovarmi di fronte chi potesse condurmi dinnanzi a costui, proprio nei meandri delle fogne
della città piu popolata di Sosaria,
costui era sempre stato li, sotto i nostri piedi,
al di sotto dello stesso suolo che calpestavo quasi ogni giorno.

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Il ritorno di Rufus il Fremen 07 Dec 2018 20:47 #4

  • Duke
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Arrivato io, all' entrata delle fogne, notai subito che Elidor non se la sentiva
di balzare giu avendo in groppa il peso mio e della ferraglia di cui ero ricoperto da capo a piedi,
cosi la lasciai scendere per prima e mentre stavo per scendere anch io le scale che portavano
alle fogne, il nitrito inpaurito di Elidor mi fece allarmare,
così nella foga del tentativo di fare una rapida discesa,
stavo quasi per rompermi l' osso del collo, si ruppe un asse della scala sotto il peso mio e della mia armatura in Loth Rock,
feci gran fracasso quando rovinai giu, e il tonfo del mio peso sul suolo delle fogne rimbombò per tutti i cunicoli.

Quando mi alzai dolorante, mi accorsi di aver perso i sensi per pochi minuti,
durante i quali Elidor ebbe il tempo di allontanarsi, ma non piu di tanto, date che ella era zoppa e malata,
così, anch io mezzo zoppo e dolarante, mi avviai alla ricerca di Elidor,
salire per le scale da cui ero caduto mi era impossibile,
visto che un' asse era rotta e io ero malconcio,
chiamare aiuto per ricevere soccorso non era una buona idea,
visto che dove era situata l' entrata del cunicolo nessuno ci andava mai,
e mai mi avrebbero sentito gridare,
mi feci coraggio, e usai la magia per rendere i miei occhi piu adatti alla vista notturna
poichè le fogne sono scure ed io ero sprovvisto di torcia,
ma la sfortuna, legata certamente alla maledizione,
continuava aperseguitarmi;
il libro degli incatesimi mi cadde dalle mani,
e finì nel canale di scolo delle fogne, lo seguivo, zoppicante com' ero,
mentre l' acqua lo portava via lentamente, ed io piu lento ancora continuavo a deambulare
nella direzione del libro, seguendo i canali nei quali il mio libro veniva trasportato arrivai in un punto dove potevo udire delle voci,
erano delle strane voci roche che parlavano quasi sottovoce,
e sembrava all' inizio, da lontano, che stessoro per intonare una canzone in coro,
quando però mi misi spalle coperte dietro il muro che faceva angolo, diedi un breve sguardo da li, e mi accorsi che
c' erano degli esseri incappucciati, e che di certo stavano svolgendo una misteriosa funzione,
di certo erano degli eretici che professavano il culto del maligno Elhoim,
se non fossi stato così mal ridotto, avrei impugnato la mia lancia e li avrei trafitti uno a uno,
facendone degli immondi spiedini,
decisi di essere cauto e lasciarli vivere,
ma poi le mie orecchie udirono qualcosa che diede scacco alla mia etica cavalleresca,
la voce di un innocente e giovane uomo che gridavano aiuto, aiuto ! che qualcuno mi aiuti !
non sapevo dove fosse ormai finito il mio libro degli incantesimi,
di certo però non potevo lasciare quel giovane al suo destino,
mi feci nuovamente coraggio e tirai fuori solo la spada lunga,
dato che le mie condizioni non mi avrebbero permesso di destreggiarmi con il pesante scudo in loth rock,
mi feci avanti, e gli individui incappucciati che erano davanti a me mi davano le spalle,
l' unico che poteva vedermi era il giovane, che stava su uno sgabellaccio di legno con mani e piedi legati,
non sapevo cosa volessero farne del ragazzo, ma non sembrava nulla di buono,
il mio sguardo e quello del giovane si incrociarono mentre mi avvicinavo molto lentamente alle spalle dei servi
dell' oscuro, notai che quasi nello stesso momento i tre estraevano dei lunghi pugnali da cerimonia,
notai anche che il giovane avrebbe voluto in quel momento urlarmi di aiutarlo,
gli feci gesto di tacere e mentre alzavo la spada sopra la mia testa per caricare un violentissimo colpo
che avrebbe preso in pieno l' incappucciato centrale, la lama della spada, non so come,
si staccò dalla sua impugnatura, i tre si girarono di scatto sentendo il rumore prodotto dalla lama
che cadeva al suolo, quando i nostri sguardi si incrociarono ebbi una fitta fortissima alla schiena,
che mi fece cadere all' indietro, come se il signore oscuro mi avesse guardato negli occhi, tramite lo sguardo dei propri servitori
e mi avesse nuovamente maledetto.

i tre ovviamente mi derisero, credendo di aver di fronte un qualsiasi principiante non avvezzo alle battaglie,
non preparato agli scontri, e io ero abbastanza imbarazzato lo ammetto,
in quel momento però temevo per la mia vita e per quella del ragazzo che nel rito stavano per uccidere poco prima del mio arrivo,
lui mi guardò disperato, mentre i tre incappucciati mi legavano ad un altro sgabello di legno di fianco al ragazzo, disse allora uno dei tre,
"ora in vece di un sacrificio soltanto nostro signore oscuro, te ne offriremo due"
mentre un' altro dei tre aggiungeva " gia, perdonaci soltanto per la scarsa qualità della seconda vittima !"
e scoppiavano a ridere nuovamente;
per far coraggio al ragazzo, ma forse per farmi io stesso coraggio,
pronunciai questa frase rivolgendomi a lui con tono energico nonostante la gravità della situazione,
" mi dispiace amico mio, di non essere riuscito a salvarti, comuqnue sia, ho prolungato la tua e anche la mia dipartita di qualche minuto,
che Idior sia lodato".

Il ragazzo mi guardò e mi fece un accenno di sorriso, poi continuò a guardare i tre incappucciati con grave preoccupazione.....

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