Arrivato io, all' entrata delle fogne, notai subito che Elidor non se la sentiva
di balzare giu avendo in groppa il peso mio e della ferraglia di cui ero ricoperto da capo a piedi,
cosi la lasciai scendere per prima e mentre stavo per scendere anch io le scale che portavano
alle fogne, il nitrito inpaurito di Elidor mi fece allarmare,
così nella foga del tentativo di fare una rapida discesa,
stavo quasi per rompermi l' osso del collo, si ruppe un asse della scala sotto il peso mio e della mia armatura in Loth Rock,
feci gran fracasso quando rovinai giu, e il tonfo del mio peso sul suolo delle fogne rimbombò per tutti i cunicoli.
Quando mi alzai dolorante, mi accorsi di aver perso i sensi per pochi minuti,
durante i quali Elidor ebbe il tempo di allontanarsi, ma non piu di tanto, date che ella era zoppa e malata,
così, anch io mezzo zoppo e dolarante, mi avviai alla ricerca di Elidor,
salire per le scale da cui ero caduto mi era impossibile,
visto che un' asse era rotta e io ero malconcio,
chiamare aiuto per ricevere soccorso non era una buona idea,
visto che dove era situata l' entrata del cunicolo nessuno ci andava mai,
e mai mi avrebbero sentito gridare,
mi feci coraggio, e usai la magia per rendere i miei occhi piu adatti alla vista notturna
poichè le fogne sono scure ed io ero sprovvisto di torcia,
ma la sfortuna, legata certamente alla maledizione,
continuava aperseguitarmi;
il libro degli incatesimi mi cadde dalle mani,
e finì nel canale di scolo delle fogne, lo seguivo, zoppicante com' ero,
mentre l' acqua lo portava via lentamente, ed io piu lento ancora continuavo a deambulare
nella direzione del libro, seguendo i canali nei quali il mio libro veniva trasportato arrivai in un punto dove potevo udire delle voci,
erano delle strane voci roche che parlavano quasi sottovoce,
e sembrava all' inizio, da lontano, che stessoro per intonare una canzone in coro,
quando però mi misi spalle coperte dietro il muro che faceva angolo, diedi un breve sguardo da li, e mi accorsi che
c' erano degli esseri incappucciati, e che di certo stavano svolgendo una misteriosa funzione,
di certo erano degli eretici che professavano il culto del maligno Elhoim,
se non fossi stato così mal ridotto, avrei impugnato la mia lancia e li avrei trafitti uno a uno,
facendone degli immondi spiedini,
decisi di essere cauto e lasciarli vivere,
ma poi le mie orecchie udirono qualcosa che diede scacco alla mia etica cavalleresca,
la voce di un innocente e giovane uomo che gridavano aiuto, aiuto ! che qualcuno mi aiuti !
non sapevo dove fosse ormai finito il mio libro degli incantesimi,
di certo però non potevo lasciare quel giovane al suo destino,
mi feci nuovamente coraggio e tirai fuori solo la spada lunga,
dato che le mie condizioni non mi avrebbero permesso di destreggiarmi con il pesante scudo in loth rock,
mi feci avanti, e gli individui incappucciati che erano davanti a me mi davano le spalle,
l' unico che poteva vedermi era il giovane, che stava su uno sgabellaccio di legno con mani e piedi legati,
non sapevo cosa volessero farne del ragazzo, ma non sembrava nulla di buono,
il mio sguardo e quello del giovane si incrociarono mentre mi avvicinavo molto lentamente alle spalle dei servi
dell' oscuro, notai che quasi nello stesso momento i tre estraevano dei lunghi pugnali da cerimonia,
notai anche che il giovane avrebbe voluto in quel momento urlarmi di aiutarlo,
gli feci gesto di tacere e mentre alzavo la spada sopra la mia testa per caricare un violentissimo colpo
che avrebbe preso in pieno l' incappucciato centrale, la lama della spada, non so come,
si staccò dalla sua impugnatura, i tre si girarono di scatto sentendo il rumore prodotto dalla lama
che cadeva al suolo, quando i nostri sguardi si incrociarono ebbi una fitta fortissima alla schiena,
che mi fece cadere all' indietro, come se il signore oscuro mi avesse guardato negli occhi, tramite lo sguardo dei propri servitori
e mi avesse nuovamente maledetto.
i tre ovviamente mi derisero, credendo di aver di fronte un qualsiasi principiante non avvezzo alle battaglie,
non preparato agli scontri, e io ero abbastanza imbarazzato lo ammetto,
in quel momento però temevo per la mia vita e per quella del ragazzo che nel rito stavano per uccidere poco prima del mio arrivo,
lui mi guardò disperato, mentre i tre incappucciati mi legavano ad un altro sgabello di legno di fianco al ragazzo, disse allora uno dei tre,
"ora in vece di un sacrificio soltanto nostro signore oscuro, te ne offriremo due"
mentre un' altro dei tre aggiungeva " gia, perdonaci soltanto per la scarsa qualità della seconda vittima !"
e scoppiavano a ridere nuovamente;
per far coraggio al ragazzo, ma forse per farmi io stesso coraggio,
pronunciai questa frase rivolgendomi a lui con tono energico nonostante la gravità della situazione,
" mi dispiace amico mio, di non essere riuscito a salvarti, comuqnue sia, ho prolungato la tua e anche la mia dipartita di qualche minuto,
che Idior sia lodato".
Il ragazzo mi guardò e mi fece un accenno di sorriso, poi continuò a guardare i tre incappucciati con grave preoccupazione.....