Ero un re tra i miei simili,
ora, tutto ciò che resta di loro, è solo polvere, ossa frantumate, e macchie di sangue sull' aspro terreno.
seppur piccola, la mia tribù, aveva un grande potenziale,
scarti ci chiamavano,
gli orchi che venivano privati di ogni bene, scacciati dalle proprie tribù, ripudiati perfino dalla proprie famiglie,
famiglie che vivevano nel terrore dopo l' esilio di un proprio consanguineo,
poichè gli occhi attenti e accusatori delle altre famiglie della tribù erano sempre pronti a giudicare ogni singolo gesto ed ogni movimento
dei parenti stretti dell' esiliato.
ci fu un tempo in cui gli scarti delle altre tribù crebbero esponenzialmente,
e prima o poi, doveva succedere, gli scarti si incontrarono e fecero del loro esilio e della rivalsa sociale il proprio grido di battaglia.
In principio, coloro che venivano chiamati scarti fecero delle semplici scorribande per i villaggi delle altre tribù,
che poi diventarono razzie quando il numero degli scarti aumentò,
quando poi, per le altre tribù degli orchi il problema divenne piu visibile, esse si unirono per annientare
tutti i propri simili che non appartenevano a nessuna tribù,
a quel punto, la massa informe degli scarti, formata per lo più da orchi senza alcun freno inibitorio, dediti a qualsiasi tipo di atto
criminoso e senza alcun sentimento di compassione, iniziò a cercare tra i propri membri qualcuno capace di mettere ordine tra le proprie fila,
ma un esercito formato da orchi senza senno non poteva essere guidato da nessuno, e uno dopo l' altro,
coloro che si proclamavano capi, venivano traditi e uccisi.
Un giorno si presentò, nella grande grotta dove erano accampati gli scarti, un grande orco dalla pelle piu spessa e piu scura degli altri,
aveva cicatrici molto visibili su tutta la superficie corporea, ci mise poco a far conoscere la propia ferocia e prepotenza,
abbatteva gli orchi piu folli e piu cattivi che osavano mettere in dubbio il suo ruolo dominante,
e dopo pochi giorni, era gia li che spadroneggiava sulla massa di orchi esiliati,
nessuno osava discutere le sue decisioni, chi non era d'accordo con un suo progetto, che fosse quello di attaccare un villaggio o quello
scappare in una determinata direzione, non faceva alcuna differenza, permetteva a tutti di lasciare quella che omai era diventata una tribù nomade,
ma chi rimaneva doveva sottostare a lui, Goriuk.