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Racconti e avventure dedicati al mondo di Ultima Online Italia Reborn
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L'anima forgiata 13 Jan 2014 13:58 #1
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“Sarai Asura, che è insieme morte e vita...La dove il tuo corpo decade, la tua anima s'innalzerà, Asura...”
Con queste parole si risvegliò baciato dalla luna morente in un corpo diverso, nuovo,ma il posto era sbagliato così come lo erano il nome anche il corpo. I suoi ricordi erano fiamme e veleno, le urla di rabbia, la ferocia ancora bersagliavano la sua mente come un preda troppo lenta per sfuggire al cacciatore... E poi c'era quell'immagine, quel corpo di fanciulla massacrato. La casa in cui si trovava era una sorta di baita, piccola e densa di odori, candele di strane fogge impregnavano un aria che sarebbe stata miasmatica senza di esse e solo la luna trapelava dalle piccole feritoie che fungevano da finestre, il tutto assomigliava ad un ventre materno, caldo e opprimente, soffocante. Due corpi giacevano sul pavimento di terra battuta e paglia secca, una donna dal ventre lacerato e dal sorriso beffardo sulle labbra e un altro cadavere troppo martoriato per poter essere riconosciuto, sembrava essere stato in parte bruciato e in parte ferito da torture indicibili, i tratti somatici cancellati e vuoti come quelli di un manichino. L'attenzione di Asura si proiettò immediatamente sul libro che giaceva accanto alla donna, un testo che egli in qualche modo conosceva... “De Elhoim Mysteriis" il tomo era pesante e annerito dal tempo, strani bassorilievi tempestavano il fronte, miniature di una perversione indicibile, tra la pagine rilegate in quella che sembrava un qualche tipo di pelle, una era stata fermata con l'ausilio di una specie di fialetta e riportava tale brano Animae Mutandi Elhoim concede questa possibilità una volta ogni sette anni ad un suo adepto, le condizioni sono chiare, chi utilizza questo incantesimo rinuncia alla propria vita che diviene il reagente basilare per la riuscita dell'incantamento stesso, l'anima infusa nel nuovo corpo dovrà essere quella di un giusto poiché diverrà un mezzo di corruzione piu' potente proporzionalmente alla sua bontà, l'anima dello stesso non dovrà aver abbandonato il corpo da piu' di 24 ore e il cadavere in cui si dovrà infondere l'anima stessa dovrà essere adeguatamente preparato e fresco, non importa il sesso o l'età, ma per aiutare il “nascituro” si consiglia di cercare un corpo il piu' adeguato possibile e non mancante di alcuna parte *da qui in poi il brano diviene illeggibile poiché scritto in una lingua sconosciuta* Posato il libro di nuovo accanto al cadavere della donna, quella nube rossa di ricordi lo colpì ancora... Una ragazzina ferita ormai in fin di vita, un vecchio che si china a raccoglierla *flash* lo stesso vecchio che entra a Britain , nel pomeriggio ormai morente, con la ragazza stretta in braccio *flash* un gruppo di persone che sembrano contadini assalgono il vecchio, portano via la ragazza morente e immobilizzano l'uomo... “te la faremo pagare, è già la terza che viene ammazzata quest'anno, ma oggi non fuggirai, non potrai piu' fare del male” * flash* l'uomo viene issato su di un palo, qualcuno lo trafigge con un pugnale, altri lo bruciano con delle fiaccole, altri ancora sputano, in breve tempo il vecchio spira * flash* arrivano le guardie che cercano d'intervenire ormai inutilmente , dopo un breve scontro con la folla che fugge, tutti si disperdono, rimane solo una donna anch'essa anziana, che posta una fiala sotto la bocca del cadavere ormai irriconoscibile, sembra recitare una sorta di preghiera, il piccolo contenitore di vetro pare scosso da un tremito, la donna lascia trapelare un sorriso compiaciuto, sigilla la fiala e s'incammina per la strada a nord di Britain, perdendosi nel bosco * flash* due figure ammantate , tagliano via le le corde che tenevano il vecchio issato al palo, e nella notte nascente fuggono con il cadavere trafugato al limitare del bosco di Britain * flash* la vecchia è nella sua baita fatiscente e recita un rosario incomprensibile e blasfemo, il cadavere irriconoscibile giace sul terreno, la donna lo guarda con morbosità e piacere crescente “accetta la mia offerta Elhoim, venti infernali, fuoco che cammina, volto delle sette tenebre, cogliete questo umile sacrificio, signore che vive la dove tutta la vita perisce, re nero... Venti notturni, oblio, siate i miei testimoni, io che già vi portai tre fanciulle ora vi porto il campione, il sommo sacrificio, il giusto e l'onesto”.... Un sibilo risponde alla preghiera, una voce di vento che sembra dire “Il culto che serve la vita, accetta questa offerta” la donna stappa la fiala, ne succhia l'aria all'interno e subito scossa da tremori comincia a dimenarsi in terra, una febbre senza pari la scuote e la cavalca fino al punto in cui , con uno strattone decisivo, il suo ventre viene aperto dall'interno, ne usce un effluvio, un liquido denso e ributtante che come un serpente comincia ad annusare l'aria, e strisciando si dirige all'interno di un altra stanza, dove un corpo giace pallido nel chiarore lunare * flash* il liquido comincia a permeare il corpo in una corruzione senza fine, fin quando anche l'ultima goccia non viene assorbita da quella pelle ormai troppo bianca per sembrare viva, domandogli un candore e un colore inatteso. “Svegliati Asura” Dunque l'avevano ucciso, torturato e umiliato per aver cercato di salvare una vita, la città, la gente che aveva sempre amato si erano accaniti su di lui come iene su di una carcassa, nessun processo, nessuna domanda, non si erano preoccupati neanche di chiedergli cos'era successo, eppure li conosceva, ma non era servito a niente. E poi c'era quella vecchia, quell'essere decrepito e ributtante che aveva tramato chissà per quanto tempo in cerca di uno sprovveduto ingenuo come lui. Ma non riusciva a ricordare altro, le sui visioni si mescolavano, e piu' passavano le ore, piu' quel vecchio nei suoi ricordi gli sembrava un estraneo, nella mente si faceva strada un solo pensiero, Elhoim, questa parola, quest'indicazione tempestava la sua mente come una frusta, con la stessa enfasi di un bisogno primario non realizzato, una fame senza fondo, ne aveva bisogno. Raccolse il tomo accanto al cadavere della vecchia, sentendosi piu' tranquillo avendolo al suo fianco, cerco qualcosa che potesse coprire il suo corpo nudo e ormai completamente ristabilito. Quando aprì la porta della sordida baracca, il sole stava già facendo capolino dalle montagne, il bosco era una festa di uccelli e insetti, tutt'intorno la vita si risvegliava tranne che in Asura, quel paesaggio non gli trasmetteva nulla, era solo il regolare svolgersi una fase, la routine scontata di un importanza insignificante, Elhoim, era l'unica cosa che importava, le risposte che cercava, quella fame sarebbe stata placata solo quando l'avrebbe trovato... E incamminandosi per il bosco si lasciò alle spalle il vecchio, la ragazza morta, la vecchia e tutto il resto, erano stati solo un mezzo per arrivare qui, davanti a quella strada nuova, un processo di eliminazione necessario per elevarsi a risposte piu' alte della vita stessa. Con questa nuova convinzione s'inoltrò nel bosco, è gli sembrò che la sua vita non fosse mai iniziata davvero prima di allora. Icq: 697811302
"Non sempre è morto ciò che in eterno può attendere, e con il passare delle ere anche la morte può morire." img.pr0gramm.com/2014/02/oypfqcv.gif
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L'anima forgiata 21 Jul 2014 19:54 #2
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In un tomo che era polveroso e che forse tornerà tale ripongo la mia vicenda, una traballante danza nella fioca luce di una ben più profonda follia. Ho molti nomi e non pretendo che voi li conosciate tutti... La vita per me non è altro che una manifestazione di potere, una capacità di resistere ed adattarsi agli eventi senza pari, ed è li che nasce la mia morbosità ed interesse per essa, nulla piu' di quel guizzo mi attira nei meandri più bui del tempio di papua, devo riconoscerlo ad oggi, quella vecchia fece un buon lavoro con quel cadavere, ancora non sono riuscito a comprendere di chi fossero le sembianze del corpo in cui albergo ora, qualcuno mi disse che il giovane era un mago di nome Nephet in cui è stata distillata la mia essenza più pura, altri dicono che invece fu di un giovane bardo drow di cui il nome mi è ignoto, resta il fatto che tutt ciò mi portò a Moonglow, la città dei maghi e della corruzione scaturita da essa, li potei catalizzare le mie energie e cominciare a tessere la tela, ricostruendo quel culto che ormai sembrava perso da millenni, nulla di più falso, credetemi. Il succedersi del tempo mi dette ragione, non vi fu giorno in cui Elhoim non mi parlasse con voce languida e suadente, dischiudendomi davanti ad occhi increduli i mille segreti e fragranze proibite che mi si parassero davanti, senza inibizioni e limiti, ho ceduto ad eccessi e deliri al di la di ogni sacralità, ho ecceduto e bevuto da quella strana e affascinante coppa che è la morte, la vera dea bendata, il florido campo su cui nessuno prova ad avventurarsi, tutti tranne me e pochi altri. Poi si sa, il fato s'intreccia in viticci d'edera sempre più contorti e complessi, ambiguo e inarrestabile come un vecchio cieco che avanzasse tenacemente su di una corda sospesa tra gli abissi più immani e profondi, e fu lui a portarmi Mirò, il dono più dolce e velenoso di questa terra, la sua pelle bruciata dal sole risaltava ancora più profondamente a contrasto con la mia, eburnea come l'avorio e diafana come il chiarore lunare, uno studente e allievo di foggia perversa e magnifica, nella sua insistenza e caparbietà che un tempo gli fecero meritare il titolo di alto chierico di Sosaria, già un chierico, ma chi meglio può conoscere le tenebre, quando ha compreso e toccato con mano l'oscenità della luce? Fu facile per lui superarmi nelle arti della guerra, non nascondo che la sua abilità nel pronunciare incantesimi fosse e sia, probabilmente superiore alla mia, ma concedetemelo, sono un osservatore ed uno studioso e mal mi si addice il costume primordiale della guerra. Stringo ancora nella mano la chiave argentata e ricca di bassorilievi che mi donarono loro, in stanze di cui tutt'ora temo di menzionare il nome, furono loro a chiedermi di creare la mano, un avanguardia di elementi scelti e capaci per compiere il volere degli esterni, fu Elhoim stesso ad indicarci quella ragazza, il vettore. Dolce era il suo profumo, un soggetto perfetto, squisitamente lavorato nelle sembianze di una giovane donna dai poteri a lei recessi e sconosciuti, peccato che noi sapessimo già tutto, Hastur mi mostrò il libro, li vi lessi nomi e parole che avevo già sentito altrove e che sapevo riferirsi ai misteri più profondi: Elhoim, Arioch,Yog-Sothoth, Nyarlathotep, Azathoth, Yian, gli altopiani di Leng, il lago di Hali, Bethmoora, il Segno Giallo, L’mur-Kathulos; fui condotto in mondi estranei al nostro, di cui avevo vagamente intuito l'esistenza; presi conoscenza degli abissi della vita originale, delle diverse correnti che ne derivano, e, finalmente, d'una mostruosa mescolanza che si era prodotta tra quelle correnti e un ulteriore certezza, quella ragazza era un tutto-in-uno. Che sciocchi quegli idior, non rinunciarono al potere e all'orgoglio quella notte, uccisero il demone, oh si, non altro che una mera manifestazione di Aliza, e non capirono, pensavano di entrare nel tempio e di uscirne senza pagarne il prezzo? Credevano davvero che avremmo lasciato un soggetto del genere andarsene così senza indugi? Sono stati bravi, di certo io da solo non sarei riuscito a soggiogare quel demone per poterlo interrogare, non rimaneva altro che ricacciarlo nella sua dimensione e loro l'hanno fatto per me, lasciandomi l'anima di Aliza, non riesco ancora, a smettere di ridere.
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