Cosa è l'etica?
Se fosse universalmente riconosciuta come il comportamento che ognuno deve tenere al fine di non danneggiare un altro ente, potrei affermare che i personaggi di cui stiamo per parlare sono gli anti-etici per eccellenza.
Ciò di cui sto per scrivere mi è stato tramandato dalle menti più anziane e, soprattutto, più mnemoniche del mio borgo.
Sottolineo che io stesso sono un uomo, capace di sbagliare o, erroneamente, cambiare circostanze e date di un avvenimento che mi è stato narrato anni or sono.
A te, lettore, è inutile porti domande sullo scrittore perchè della mia vita non ti è concesso sapere niente, nè il nome, nè il paese natìo, nè una sola avventura;
a te sarà donato un solo piacere, la lettura.
[Ph. il Bibliotecario]
Come iniziare a raccontare questa storia? Dal paesaggio? Sarebbe troppo digressivo.
Dalla città? Troppo fuorviante.
E poi ricordo che tu, o lettore, non conoscerai niente di me.
C'era un albero.Anzi.
C'erano degli alberi, che producevano 800 grammi l'uno di mele ogni stagione -che sia molto o poco non so dirti, non sono un contadino- e affianco a questa piantagione c'erano 4 anziani.
Il mio ascoltato non era tra questi 4, ma era un giovanotto a cui piaceva nascondersi e udire le filosofiche e assolutamente segrete conversazioni dei colti anziani del suo villaggio, perciò fate un calcolo, questa storia ha all'incirca 70 anni.
I "salotti" che gli anziani organizzavano ogni luna piena, che era solo una trovata del capogruppo per scandire un ritmo ai loro incontri, trattavano ogni argomento possibile: gli astri, la cronaca quotidiana, l'andata dei raccolti fino ad arrivare ai più impegnativi come l'origine di Sosaria e la comparsa delle razze umane.
Victor stava ascoltando un raro dibattito filosofico, in particolare un intervento, saltatogli all'orecchio mentre cercava di impadronirsi di una delle mele che pendevano come oro dai preziosi rami di quelli che apparivano maestosi alberi, sebbene fosse vicino l'autunno, ai suoi occhi.
A parlare era Doscul, origine nordiche, 80 anni, secondo in età solo a Groid, soprannominato "Weaken" per la sua presenza fisica.
"Trovo molto interessante questa conversazione sul "bene collettivo" e "bene personale" miei compagni di colloquio ma mi sembra doveroso sentenziarvi la mia assoluta disapprovazione a trattare questi temi in presenza di un bambino di soli 7 anni"
Victor, sbarrò gli occhi, scosse il capo e lasciò cadere la mela sul morbido prato che formava un tragitto di manto erboso da lui agli anziani.
Doscul, rimanendo seduto, era pur sempre un vecchietto, sussurrò
"Dietro l'albero Marcus!"
Marcus era il giovane della riunione, 55 anni, figlio di Groid, barba folta, come i capelli che aveva raccolti nel suo solito cappellaccio bianco, preso, come ogni volta egli ne necessitasse, dal sarto magico di paese.
Si dice attribuisse poteri mentali, ma Victor, nonostante frequentasse questo posto da un anno ormai non aveva mai visto il baldo Marcus senza quel maledetto cappello.
"Rel Por"
In un attimo una mano toccò Victor sulla spalla destra, il bambino impallidì, in qualche secondo Marcus era scomparso dal focolare e riapparso dietro la sua gracile schiena, che quasi si piegava all'indietro per la rigidità del suo corpo.
[Continua..]