Sermone: Le vie del Perdono
<< Alle porte di Britain giunse un uomo, un falegname affamato e stanco diretto alla taverna.
Poco prima di attraversare il ponte, venne svestito e picchiato da alcuni briganti giunti li proprio in quel momento; quindi, privato di tutti i suoi averi e quasi della sua stessa vita, si accasciò al suolo.
Passò dunque un elfo ben vestito che lo guardò senza curar il cuor suo di compassione. Nel corso della vita dell'elfo, situazioni simili si erano già presentate di frequente, ma mai si era curato d'aiutare il prossimo ne mai vi era stato alcun pentimento. >>
Ancora una parola sui nostri debiti verso il Signore. Non è inusuale riconoscersi peccatori, ma di frequente è solo frutto dell'abitudine. Sappiamo di esserlo, ma fino a che punto cerchiamo di migliorarci? E lo facciamo per la gioia e il desiderio di far contento il Re dei Cieli o solo per apparire più giusti di fronte al prossimo?
A tal proposito, Idior, Padrone dei Cieli e guida dell'animo, scriveva:
<< Il Perdono e la Redenzione vi è solo se c'è pentimento nel cuore >>
Egli è il nostro Padre, colui che è soltanto capace di donar perdono ai suoi figli persi nel male. L'indulgenza è solamente il mezzo col quale possiamo mostrare il nostro cuore al Signore nostro Dio, cercando misericordia.
Non vi è redenzione per coloro che hanno l'animo corrotto dal maligno, ma vi sarà luce e speranza per chi ha invece il cuore limpido come l'acqua. Ogni creatura di questa terra, nel corso del suo tragitto, può imbattersi in circostanze in cui il proprio io buono lotta con le tentazioni del male, portatrici di avidità, egoismo e sete di potere.
Tra quest'ultime si includano le strade senza alcun ritorno, dove solo con la fede, la meditazione e le buone gesta del cuore, si può giungere al perdono.
Non oscurate la vostra mente, fate si che la vostra anima diventi labile e si lasci trasportare dai canti divini dei guardiani celesti di Idior;
" Idior compirà in mio favore l'opera sua;
la tua bontà, SIGNORE, dura per sempre;
non abbandonare le opere delle tue mani. "
Il Seminarista Bazan