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Racconti e avventure dedicati al mondo di Ultima Online Italia Reborn
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Il passato ed il presente 20 Sep 2013 19:52 #1

  • Blaze
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Il futuro?
Semplicemente non esiste e non esisterà mai, perchè quello che viene considerato come futuro, deve ancora avvenire, mentre l'istante che precede quello che pensiamo, nel momento in cui lo pensiamo, è già passato....

Da ragazzo, come penso per tutti i ragazzi che hanno vissuto lontano dalla vita di città, credevo che il mondo funzionasse come l'ho sempre visto con i miei occhi, con un'evoluzione naturale, addirittura inimmaginabile a volte per quegli occhi così inesperti e forse un pò ingenui. Vedevo gli altri contadini aiutarsi, come ci si aspetta in un rapporto di scambio, e questo avveniva senza pretese, se non quella di festeggiare, nel caso di una stagione positiva ai fini del raccolto, nel podere di quella o di quell'altra persona....Tutto questo sino a quando non compii i miei 18 anni di età, anno in cui, disgraziatamente, vennero a mancare i miei cari, a causa di un terribile e sfortunato incidente con un carro, di cui non si seppe mai nulla di preciso. In quello stesso momento vennero fuori responsabilità e doveri che si addicono ad un ragazzo rimasto solo, senza alcun aiuto....e le persone che prima, sorridenti, festeggiavano e ci aiutavano, ben presto mi voltarono le spalle, facendomi capire quanto volubili e corrotte ed egoiste fossero a volte le persone.....Ma non mi arrendevo, in fondo, oltre a quello che potevo e sapevo fare, non esisteva alternativa, ed accettai il mio destino; mi dissi: "Sarà sicuramente il volere degli Dei, mi staranno mettendo alla prova...."; Fù con queste parole che allora decisi di abbandonare tutto quello che avevo, ricordi, passato, proprietà: per dedicarmi al mio spirito; Sebbene egoisticamente, ritenni questa la scelta più opportuna, nessuno mi avrebbe disturbato ed io avrei potuto riflettere meglio su ciò che stava accadendo nel mondo che mi circondava....Difatti le notizie non tardarono a venire; Un giorno, mentre mi trovavo nei pressi di un luogo remoto e isolato, ebbi ad incontrare un certo Sirio, o almeno egli si presentò con tale nome alla mia persona, e sebbene l'individuo in questione a volte mi incuteva un certo....timore.. ben presto capii che era l'unico modo per tenermi informato e non esitai a fare più di qualche domanda;
Mi raccontò di quello che avvenne nelle terre a mè oramai sconosciute e remote, di come le cose stessero lentamente cambiando.....Sebbene io non comprendessi, a volte, di cosa egli parlasse. Sino al giorno in cui mi invitò a risiedere, in via temporanea, in una città di nome stirling, ed io accettai, seppur con riluttanza all'inizio....
A Stirling mi diede possibilità di rifarmi un nome, confrontarmi con gli altri, e comprendere meglio di cosa fosse fatta la vita;
Difatti compresi cosa realmente mancava alla mia persona: La fede, un qualcuno a cui offrire i miei sforzi!
A dire il vero, ho sempre pensato che gli Dei fossero entità talmente al di sopra degli esseri mortali, tanto che a loro non interessasse cosa avvenisse qui, e a tale pensiero si deve il fatto che anche la chiesa che io conobbi, il clero stesso, era corrotto.
Poi venne alla mia mente un nome, nome che mi fece lo stesso Sirio durante una discussione, Padre Friar....un uomo da cui rinacque una chiesa e da cui riebbero alla luce nuovi valori, nuove fondamenta...e da allora in mente ebbi l'idea, che forse, finalmente, avrei trovato una mia missione, missione che mi avrebbe portato a confrontarmi con gli altri, per poter finalmente mettere, per quel poco che può valere, la mia fede e la mia forza spirituale al servizio della causa da loro incitata, nella speranza che questo serva a qualcosa.

Di lì a poco ebbi modo di parlare con Padre Friar, una persona che, da quello che compresi, era molto attenta a ciò che lo circondava e veramente magnanima quando si trattava di prendere delle decisioni.....Vi fù un piccolo dialogo, relativo al mio isolamento ed il mio allontanamento dalla civiltà, e poi di nuovo parole, riguardanti fatti odierni e pensieri su quello che avveniva; Pensai finalmente di aver trovato quello che stavo cercando, di fatti lo avevo trovato, quella stessa persona dimostrava che in fondo non fossi l'unico a ricercare volontà di agire e voglia di un cambiamento, e da quanto posso dire, egli era sicuramente molto al di sopra di quello che io stesso immaginai....
Fù in quello stesso momento che compresi che un mondo, da solo ed in solitudine, non poteva funzionare, quello stesso mondo, doveva essere vissuto appieno e con una dottrina ed un dogma ben precisi. Fù quello il momento stesso in cui decisi, come obbiettivo di vita, di dedicare i miei completi sforzi ad Idior.

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Il passato ed il presente 20 Sep 2013 20:16 #2

  • Blaze
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Nel mio passato incontro una giovane elfa, subito la compassione si fà strada nel mio cuore e riesco a salvarle la vita....

Amotien, compagna e maestra di vita, colei a cui devo tutto ciò che sono oggi...

La Storia Di Amotien

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Il passato ed il presente 20 Sep 2013 20:16 #3

  • Blaze
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Berknorg, un giorno, in uno di quei giorni in cui hai voglia di concederti un riposo e la meditazione, decise di andare, assieme ad Amotien, al largo di Magincia, per meditare, e permettere alla sua amica di concedersi un pò di pace in solitudine e magari di pescare qualcosa, di modo che quando la giornata fosse finita e loro a casa, avrebbero avuto qualcosa da mettere sotto i denti...

Da poco avevano deciso di solcare i mari a nord di Magincia, costeggiando Nuj'elm, la vecchia città Santa oramai abbandonata, quando ad un tratto notarono qualcosa all'orizzonte;
Berknorg: "Cos'e' quella cosa che vedo in fondo?"
Amotien, affinando la vista: "C'e' una piattaforma, sopra vedo un volto che galleggia a mezz'aria!"

Berknorg, perplesso: "Vedo delle creature! Presto, andiamo sottocoperta, nascondiamoci!"

Fu quello il momento in cui Berknorg pensò prontamente alla pozione di invisibilità che aveva nello zaino, bevendola tutta d'un fiato, scomparve, mentre Amotien si nascose sotto un telo della vela mestra arrotolato per terra sulla barca.

Berknorg era in piedi, vide 3, forse 4 creature che di solito si incontrano solo sulla terraferma, dei Kraken, ma erano diverse da queste ultime, nuotavano...e queste si avvicinavano all'imbarcazione, mentre lui riusciva solamente a comandare i movimenti della barca, ma doveva muoversi molto lentamente per non dissolvere la magia, sapeva che un movimento troppo brusco poteva essere fatale...E per fortuna vi riuscì, arrivo in silezio vicino il punto d'attracco per la struttura ed in quel punto uno di quei mostri salì sulla barca, con molta pazienza e con movimenti lenti fermò la barca, pregando Idior che li proteggesse: Dovevano scoprire quali misteri si celavano su quella strana piattaforma galleggiante!

Amotien nel frattempo era fermissima sotto il telone, riusciva a vedere ben poco da lì sotto, sentiva comunque l'altra presenza e decise saggiamente di non muoversi, rimanendo fermissima.

Berknorg, nel mentre, tirò giù la tavola per la discesa dalla barca e correndo a più non posso scese dalla nave, divenendo visibile ai mostri presenti, che subito gli andarono incontro...Questi ultimi si muovevano in modo anche strano, e fù quasi troppo tardi che Berknorg si accorse che stavano per lanciargli una magia, e fù colpito, era una magia paralizzante!

Berknorg: "Amotien, aiutami, lanciami qualcosa per spezzare quest'incantesimo!"

Amotien, sparando una freccia contro Berknorg: "Spero che funzioni!"

Berknorg venne trafitto dalla freccia ma ebbe il tempo necessario per muoversi e farsi di nuovo invisibile con la magia proprio di fronte alla faccia misteriosa sospesa a mezz'aria che si trovava proprio al centro di quella strana piattaforma, mentre Amotien si nascose di nuovo sulla barca, sperando di non essere vista....In caso di necessità sarebbe stata pronta a scendere e dar man forte al suo Compagno d'avventure; Quest'ultimo si trovava di fronte quel viso sconosciuto e preso da una curiosità esagerata, cercò, da invisibile, di toccare quel volto, e questò parlò, fissandolo come se l'avesse sempre visto, facendo delle domande, e dichiarandosi come un Oracolo....Oracolo, lui ne aveva sentito parlare, ma non sapeva chi fossero, ne cosa potessero dirgli, ne cosa poteva farsene di una simile informazione, e soprattutto di cosa se ne potesse fare con una domanda a cui non sapeva dare risposta....Quasi deluso, dopo aver ascoltato le parole, decise che era arrivato il momento di andare, forse non era il momento di risolvere tale mistero e di rispondere ad un simile quesito, non oggi almeno....si ricordò infatti che molte cose lo attendevano e che doveva anche aiutare la propria amica, nonchè egli stesso, a mettersi in salvo, non era qui che avrebbe dato la vita, non oggi, e non per una causa a lui sconosciuta...

Berknorg, pensando: "Un giorno, quando sentirò che vi sarà un motivo valido, forse ritornerò in questi luoghi, se quel giorno arriverà Idior mi darà la risposta"

Detto questo, Berknorg evocò delle lame animate a sua difesa, e mentre quest'ultime distraevano i Kraken, lui potè risalire sulla barca ed allontanarsi, quando furono lontani notò che delle lame ben presto non restò traccia...

Berknorg: "Un altro giorno...."

Amotien: "In un'altra avventura, forse....un domani"

E mentre si allontanarono, videro che il sole stava per tramontare, decisero quindi di procedere spediti verso Vesper, che era a poca distanza, per riposare e rifocillarsi...

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Il passato ed il presente 20 Sep 2013 20:17 #4

  • Blaze
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E per la seconda volta si ricompone la compassione e la volontà di rendersi utile agli altri...Questa volta però il legame è diverso, è come essere padri di un essere che ancora si deve imparare a conoscere, padre di un nuovo reame, tutto da esplorare...

Era una giornata molto soleggiata, quella in cui Berknorg aveva deciso di viaggiare;
Il suo era un viaggio più di servizi, quegli stessi servizi con cui cercava di aiutare gli amici, la gente comune e chiunque altro ne avesse bisogno...Eppure sentiva in cuor suo che qualcosa doveva accadere, nemmeno lui però seppe spiegarsi da cosa era dovuta quella sensazione.

.....
Si trovava all'esterno delle mura di Trinsic, splendida città, che riconobbe a prima vista la prima volta che vi si avvicinò per come gliel'avevano descritta, luminosa come l'oro, con le sue mura alte, imponenti, che quasi sovrastavano addirittura qualsiasi forma vi fosse all'interno di quest'ultime. Erano lontani quei giorni in cui, la sua fede, così forte, con la volontà di cambiare, lo condusse ad una vita forse più dura di quella riservata ad un soldato, fatta di sola preghiera, lavoro e isolamento; sino al giorno della sua investitura a monaco.
Per lui non era mai stato un problema, la sua forza ed il proprio corpo appartenevano ad Idior; Lui avrebbe fatto qualsiasi cosa per Idior. Combattere per il suo DIO, questa è sempre stata la sua unica volontà, e lui portava avanti questa sua fede in modo, a volte, molto singolare, rispetto agli altri monaci, che spesso si rifiutavano di prendere le armi, le uniche concesse da Idior per loro, le mazze, o di utilizzare preghiere divine a scopo offensivo, ma lui no! Non avrebbe mai accettato il mero destino riservato a chi si sacrifica senza mettere, oltre le buone parole, anche i buoni propositi; Il male per trionfare necessità di uomini che non sono disposti a far niente e per il "Monaco Guerriero" questo non era ammissibile. Berknorg ha sempre avuto la volontà di lottare e di accrescere le proprie abilità a tale scopo, sebbene a volte si rendeva conto che ancora doveva migliorare, lavorando ininterrottamente, a volte senza dormire, senza sosta, nè riposo; Terminato parte del lavoro, il più delle volte, l'unica cosa che riusciva a fare era stramazzare al suolo, stanco, sonnolente e la sua voce riempiva lo spazio che lo circondava, e più volte usò quello che il suo dio gli concedeva, il dono di recuperare la salute, unito anche alle sue abilità d'alchimista per recuperare le forze, per riprendersi in pochi minuti, completamente, mentre pregava chiedendo queste grazie a Idior.
Quando queste gli venivano concesse si alzava e riprendeva il suo lavoro, come se nulla fosse, come se mai avesse realmente interrotto qualcosa...Sapeva che solo così vi sarebbe stata una speranza per ciò che lui più volte si era prefissato: Idior si sarebbe fatto strada nel male; Sebbene egli stesso, col tempo si rese conto che non bastava la sola forza fisica, la preghiera e la volontà, doveva portare avanti il suo proposito con buoni amici, fedeli, e qualche piccolo mezzo, forse magari ritenuto poco lecito, ma legittimo per i tempi che correvano, ricevendo informazioni e quant'altro, promettendo alle povere anime un posto a loro sicuramente concesso, per il buon servigio che stavano rendendo alla causa di Idior.

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Il passato ed il presente 20 Sep 2013 20:17 #5

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La strada:

Lunga è la strada che conduce a Stirling, città oramai in cui il monaco Berknorg risiedeva da tempo, quel giorno egli volle percorrere la strada a piedi, nonostante non facesse più strade a piedi, spesso e volentieri questa voglia in lui ritornava, forte e selvaggia, come quando viveva da solo in isolamento nelle terre perdute, come un eremita, da solo, ed il mondo fuori. Ma sebbene in altre occasioni le sue camminate il più delle volte si concludevano in passeggiate nello sconosciuto, nell'ignoto pericolo, quel giorno la sua meta era ben definita, sapeva cosa voleva e dove voleva andare, sentendo in sè uno strano desiderio, il desiderio della ricerca, ma neanche lui seppe bene di cosa.
Eppure la strada e poi il prato e poi la palude sotto di lui scorrevano veloci...Egli stesso ignaro di cosa stesse cercando e di cosa avrebbe infine trovato.


La Ricerca:

Ed eccolo infine arrivare ai pianori paludosi che precedono Stirling, nell'aria malsana ed al contempo aspra e forte di acquitrinii stagnanti e di alghe putride, degne forse neanche di essere usate come ingredienti per i peggiori incantesimi del mondo, con al suo interno le rimanenze degli abitanti mostruosi che un tempo popolavano il luogo, con quel silenzio lugubre, ancora in cerca di un qualche segno che si aspettava da un momento all'altro, provenire da un rumore o il più piccolo movimento, quand'ecco immediatamente, dietro di lui, sentì un tonfo, qualcosa cadde al suolo, andando a finire negli acquitrini della palude, capii subito che era ciò per cui era venuto e subito si mise alla cerca di quello che aveva in cuor suo sperato di trovare....Scansò fango e terra e acqua marcescente, sporcandosi completamente…Questa sua ricerca sembrava diventare ogni minuto più furiosa del previsto, ed ecco finalmente quello che cercava apparirgli dietro delle foglie d’alga, una pietra nera con delle incisioni, incisioni che lui conosceva benissimo e che imparò a conoscere da bambino, quando apprese i primi rudimenti degli incanti del trasporto, una runa che grazie alle parole giuste lo avrebbe condotto nel luogo in cui quei simboli erano stati impressi, simboli che poteva anche notare VIVIDI, segnati di recente….


Il Cammino:

Subito pronunciò quelle antiche parole che gli avrebbero permesso di trasportare il proprio corpo nel luogo in cui quell’oggetto era stato formato, arrivando per direttissima ai piedi di una tenda nel bel mezzo del deserto, lui stesso non conosceva bene il dove si trovasse, continuando a guardarsi intorno, quand’ecco che sentì alle proprie spalle un rumore di ferro, girandosi di scatto vide una figura giovane, nei suoi occhi un misto tra terrore e curiosità, con un martello pesante in mano….Sicuramente se lo avesse attaccato in quel frangente avrebbe avuto qualche possibilità di fare MOLTO male, e mentre il tempo attorno a loro scorreva Berknorg parlò, forse cominciando a comprendere il perché si trovasse lì:
Berknorg: “Chi sei figliolo, qual’e’ il tuo nome?”
Ragazzo: “Y-Yarash signore…..chi siete voi e dove sono i miei genitori? Mi avevano detto che sarebbero tornati dopo la caccia, sono passati giorni ma ancora non è ritornato nessuno….Come avete fatto a venire qui? E sopratt………..”; Si paralizzò, fissando la rune magica che Berknorg aveva in mano, riconoscendo immediatamente il monile dei genitori…
Yarash: “Chi vi ha dato quell’oggetto!! CHI!”; Il tono della sua voce divenne furente e rialzando il martello si scaglio con furia sul monaco che venne quasi colto di sopresa, quando Berknorg pensò che avrebbe dovuto parare, alzando il suo piccolo scudo metallico, si accorse che niente stava per arrivare, senti un tonfo ed il ragazzo cadere sulle ginocchia in lacrime, che urlava.
Yarash: “Che cosa gli è successo, lo devo sapere!! dove sono ora!”
Berknorg: “Non so dirtelo con certezza, questa mattina mi sono svegliato e mi sono accorto che dovevo cercare qualcosa e sono stato guidato qui….forse fui guidato dalla grazia divina, lodo Idior per avermi portato a te e spero di poter fare qualcosa per aiutarti a superare questo momento”.
Yarash rimase in silenzio per diversi secondi, rendendosi conto di essere con molta probabilità solo in quel mondo privo di ogni bene, niente di strano certamente, lui come barbaro e come guerriero sarebbe tranquillamente sopravvissuto, ma questa persona che si trovava di fronte a lui gli dava un senso di pace e di tranquillità, sentiva nel profondo che mai al mondo quell’uomo lo avrebbe condotto nel pericolo per propria volontà…
Berknorg, disse lentamente: “Figliolo, perché non venite con me, lasceremo qui una pietra come questa che i vostri genitori hanno perduto, se sono ancora lì fuori potranno usarla per trovarvi rapidamente, e lascerò anche un messaggio per loro”; Subito prese della carta ed un calamaio dalla borsa, ma un braccio muscoloso ma davvero piccolo si posò sul suo braccio, facendogli capire che non sarebbe servito.
Yarash: “Tra due anni compivo la mia età, se i miei genitori”, delle lacrime cercarono di sfociare dagli occhi, Berknorg se ne accorse, ma fece finta di niente, mentre Yarash, riprendendo compostezza, prosegui con voce ferma “se i miei genitori sono davvero morti, allora dovrò onorare la loro fatica ed il loro ricordo...Ed è quello che desidero fare più di ogni altra cosa”
Berknorg: “Volete venire con me?”
Yarash, sorpreso per la domanda repentina: “Non posso accettare, disonorerei ciò che sono e che voglio diventare”.
Berknorg rimase in silenzio diversi istanti, poi un lampo balenò nella sua mente: “Voi verrete con me come figlio, dovrete comunque trascorrere altri due anni sotto la tutela e la supervisione di una persona che vi istruisca in cosa sia il combattimento e cosa è il giusto, trascorso quel periodo deciderete per conto vostro cosa fare…”
Yarash rimase sorpreso per una simile proposta, ma dopotutto era lecito, ancora era giovane e si accorse che quella persona gli stava proponendo un qualcosa che lo avrebbe forse aiutato a capire meglio la verità sui fatti riguardanti i propri genitori: “Accetto”, infine disse, “Ma dovrò comunque fare qualcosa, questo è il minimo che posso per sdebitarmi”
Berknorg: “Benissimo”, esclamo, “Di certo il lavoro non manca, né al monastero né sicuramente fuori, se desideri potrai fare quello che più ti piace, in cambio però ti chiedo di venire qualche ora, di tanto in tanto, con me al tempio, dovrò farti conoscere meglio il mio dio, Ah, il mio nome è Berknorg, Berknorg Tarafan…”

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Il passato ed il presente 20 Sep 2013 20:20 #6

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Il passato ed il presente 20 Sep 2013 20:22 #7

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A volte noi mortali ci giustifichiamo o riprendiamo fatti avvenuti, pensandoci sopra come se fossero cose che vanno oltre il semplice obiettivo prefissato, una considerazione del genere io la feci, una considerazione del genere sicuramente fù fatta da un mio vecchio maestro, maestro che ancora oggi stimo, ma non mi sento di ringraziare, perché abbandonò senza chiarire i doveri di ognuno, il proprio posto, perchè visse la sua vita altrove anzichè viverla al tempio; Questa è la storia di Mirdrin, sacerdote che si allontanò da Idior per perseguire un cammino oscuro. Ma la sua storia esula dal mio pensiero...

Ciò mi portò a pensare che vi era un tempo in cui non avrei messo in dubbio la parola di chi viveva al comando, vi era un tempo in cui eseguivo gli ordini ciecamente, avvolgendo i miei occhi con un manto, invisibile a chi viveva esternamente, ma visibile a me, che mi rendevo conto che qualcosa non andava...
Poi venne il tempo della sovversione, venne il tempo in cui stanco di continuare a perseguire una strada sempre incerta, con persone che di sicuro non ritenevo degne del loro ruolo, della loro carica e soprattutto poco antistanti a quello che erano i miei canoni di rettitudine:
La persona retta non è misurata solo dai sorrisi o dalle belle azioni, ma anche da un codice che delinea quando varchi la soglia di ciò che in questo mondo ci è concesso compiere, senza una soglia, è come vagare, ciechi, alla ricerca di un lume che ci tiri fuori e magari ci salvi dal cadere in errore...Ma tale lume è solo per chi crede in sè stesso, la differenza dal credere negli altri ed in chi ti è accanto è anche valutare, rendere un atto, per piccolo che esso sia, grande, perchè ogni singola azione, per quanto minuscola agli occhi dell'uomo, è grande agli occhi di Idior, ogni sforzo, fatto con sentimento e lealtà verso i propri compagni, è degno di essere lodato.
Troppe volte ho visto fingere i "falsi", troppe ho visto loro commettere poi azioni aberranti, tanti i casi in cui avrei voluto girarmi da un'altra parte e passare oltre, eppure non ci sono riuscito, qualcosa mi diceva che era giusto così, che ciò avrebbe rafforzato la mia fede, con essa solamente avrei varcato il mondo, senza nulla oltre che la fede.
La fede...Tanti confondono tale parola ad un atto di mera accondiscendenza, ma la vera fede và oltre questo, poveri stolti quelli che credono sia solo questo, la "fede"!!

Gli stolti andranno avanti per la loro strada, ed io rimarrò dietro loro per osservarli, mai giudicherò, quello spetta a Idior, ma sceglierò tra questi, di certo non negherò nemmeno, perchè a tutti dovrebbe essere data una possibilità, ma quando verrà il momento, i giusti valicheranno il varco, gli impuri rimarranno eternamente avvolti nelle loro stesse menzogne, e la maschera verrà tolta, perchè così si manifesti il loro volto...ed essi potranno così decidere se ammettere i loro errori e ripercorrere la strada del giusto.

Questa è la mia fede....Questo sono io:

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Last edit: by chaskuoi.

Il passato ed il presente 20 Sep 2013 20:24 #8

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Nel mio passato vi sono anche i fallimenti, non solo i successi...Riconoscere i propri fallimenti è riconoscere sè stessi e i propri limiti; Fare ciò equivale ad elevarsi sopra la mera profittuosità di un'azione...sebbene si parli di un potenziale successo, per me fù un fallimento.
Questo è il mio fallimento avvenuto con la casata Ventrue.

Come sempre, la paura a volte guida le nostre azioni, è importante convivere con essa, perchè essa ci dà la forza di andare avanti e di dividere le azioni...Senza la paura non saremmo umani.
La paura ha accompagnato ognuno di noi, prima di un combattimento, e solo dopo lunga esperienza, tale paura è andata pian piano calando.
Ognuno di noi può aver avuto un oscuro passato e spesso sono quelli che hanno dapprima tradito e mentito ad avvicinarsi nuovamente con maggiore fede alla luce.
C'è poi chi ha combattuto per un ideale nel proprio passato, percorrendo la via sbagliata.
A volte si è data poca importanza alle cose meritevoli d'attenzione, per soffrire invece, per quelle di poco valore e scarse d'importanza.
A volte può anche esser successo d'aver mancato ai propri doveri, persino quelli spirituali...E magari si è anche scelta una risposta sbagliata, ad una specifica richiesta.
Ognuno di noi ha sicuramente vissuto una o più esperienze simili, perché gli errori del passato, sono quelli che danno l'esperienza per un futuro migliore...E solo chi non ha perso la speranza, ha infine ritrovato la luce, divenendo un guerriero per essa!

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Il passato ed il presente 20 Sep 2013 20:24 #9

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E se il passato ci abbandonasse?
Noi che abbiamo un pensiero, siamo fatti di ricordi, noi che viviamo di ricordi, conduciamo le nostre vite sulla base di questi ultimi....
Senza ricordi cosa siamo? Senza un passato cosa diventiamo?
Preso dagli eventi giornalieri che sempre più mi trascinavano e prendevano tempo, mi resi conto di trascurare ciò che era importante, curarmi anche dell'animo del figliolo smarrito che inizialmente mi chiese qualcosa di importante, qualcosa per una persona a lui cara, il tempo scorreva per me, ma non per lui, eppure sentivo ancora di dover fare qualcosa, lui stava mettendo in gioco tutto, cosa avrei fatto di altro per lui? Golconda? No...non stava a me decidere e non ne avrei avuto il potere.
Decisi così, parlandone coi miei fratelli, di insignirlo della carica e di fargli percorrere una breve via sacerdotale, lui sarebbe stato un sacerdote però di sangue, macchiato da un peccato indelebile per chi come lui ancora affronta le ire del padre, ma eppure si appoggia alla figlia, figlia che si è sacrificata per tutti, indistintamente...
Così la decisione fù presa e sacrificai parte del mio orgoglio e della mia incertezza in questo, affrontando il rito, lo consacrai mediante l'uso del Sancta Sanctorum, il sacro bastone donato noi dalla Divina Nephil, affinchè per grazia divine ciò fosse compito.
Ma qualcosa non funzionò, forse la volontà non era sufficiente e mi resi conto che qualcosa non avrebbe funzionato.
Presto andai a casa e mi sedetti in meditazione, quando un lampo accecò la mia vista e un bagliore di luce mi colse...poi più nulla.


"Dove mi trovo? Che ci faccio qui?"


Dimentico persino della sua stessa vita, Berknorg aveva persino scordato chi fossero i suoi fratelli, allontanandosi dalla sua dimora tremante, intraprese un sentiero...Cosa mai gli era successo?

Ben presto arrivò dove mai nessuno si sarebbe aspettato, ai cancelli di Stirling...Lì un viso familiare ma a lui sconosciuto lo accolse.


???: "Benvenuto amico mio, cosa mai sei venuto a fare qui così presto?"

"Dove mi trovo? Chi sono?"

???: "Forse dovresti riposare qui per un pò...*urlando* Amotien, credo che non si sente bene, accompagnalo al tempio e prenditi cura di lui, assicurati che nessuno vi venga a disturbare e se necessario chiudi a chiave il tempio."

Così Amotien accompagnò quell'uomo che a stento riconosceva dove mettere piede, nella sede dove spesso questo stesso uomo si recava per rendere grazia ad una divinità oramai dimenticata.
Così Amotien, da sempre sorella, amica ed allo stesso tempo compagna di vita, l'accompagnò, sigillando dietro di sè le porte del tempio, perchè nessuno potesse disturbare, nell'attesa che qualcosa avvenisse...un giorno...

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Il passato ed il presente 20 Sep 2013 20:27 #10

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Oggi ho perso il passato, quel passato che Amotien si sforza di raccontarmi, quel passato che stento a credere sia vero...Io Abate dell'ordine? Cos'e' quest'ordine e perchè siamo in un luogo con così tante sedie, un luogo a mio avviso freddo ma che sembra inondato di luce?

Mando una sonora risata e guardo Amotien che mi guarda preoccupata...Il mio legame con lei è chiaro, la sento familiare, ma mi rifiuto di ricordare il passato, voglio dimenticare e andare oltre, forse è giusto così, forse Idior, questa divinità che ho dimenticato chi sia e cosa voglia, ha voluto così per permettermi di vivere la mia vita per quel poco che ne rimane accanto a lei.

Da oggi guarderò al mio nuovo passato, una nuova vita, sebbene ancora Amotien mi dice che non posso uscire, non riesco ancora a camminare bene...Ironico questo...Non mi sento bene.

*sente un dolore lancinante in testa*

Tutto diventa nero...
"E se mi venisse negato il futuro?"
"Se non potessi vivere il mio nuovo passato?"
Una luce si spegne...

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