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Racconti e avventure dedicati al mondo di Ultima Online Italia Reborn
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La caccia 09 Aug 2014 21:31 #1

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Dalle rovine della piccola casupola nel mezzo della foresta proveniva una fioca luce. Gli alberi secolari di Yew soffocavano il vecchio edificio, abbracciandolo, fondendosi ad esso.

Più volte la mia sorellastra, Discordia, mi aveva parlato di quanto la natura potesse essere possente, crudele e meravigliosa. Di sicuro quello spettacolo aveva un suo fascino perverso, ma agli occhi di un umano era solo l'ennesima conferma della mortalità della nostra razza e la triste fragilità di tutto ciò che costruiamo. Lei, Discordia, invece vedeva con occhi elfici. Il Tempo e la Natura sono magnanimi con queste creature, al contempo figli prediletti e grandi protettori di Sosaria.

Decisi di avvicinarmi, probabilmente le informazioni che stavo cercando erano proprio lì.
Inziai, col passo più felpato possibile, ad avvicinarmi all'edificio ma un vocio improvviso bloccò i miei passi: evidentemente colui che stavo seguendo non era solo.

“Proteget aedificium” gracchiò imperiosa una voce roca. Un verso di assenso rispose al tetro comando.

Maledizione! Ero arrivato tardi e quell'essere empio aveva già evocato un guardiano. Non avevo più tempo da perdere, dovevo agire anche se Discordia non mi aveva ancora raggiunto!

“Vas Corp Por” pronunciai le parole arcane e ancora una volta sentii le mie energie prosciugarsi. Un vortice di pura energia apparve su quella che una volta doveva essere la soglia della vecchia casa. “Disperdam creatura impia” ordinai. In meno di un secondo, il vortice si scagliò sullo scheletro in armatura.

“Ah!” l'antico Liche si mostrò stupito, “Saper balbettare qualche parola in una lingua perduta non ti aiuterà di certo a salvarti da me, umano. Impetus!”

Improvvisamente una moltitudine di altri scheletri apparve a difendere il necromante, mai avrei immaginato che potesse prepararsi così bene in un tempo così limitato... Mi apparve quindi ovvio che sapeva di essere pedinato.

“Empia creatura! Non crederai che i tuoi burattini d'ossa possano fermarmi!” risposi. Essere così sottovalutato dal Liche mi offendeva profondamente. “Flam Kal Des Ylem”

Una pioggia di rocce infuocate investì il necromante e le sue guardie. Gli scheletri appena svelati collassarono su se stessi, la scintilla di vita che li aveva rianimati era nuovamente estinta.

“La luce che servo -il potere del sommo Idior- ti infiammerà, serpe!” urlai con tutta la voce che avevo.

Al solo sentire il nome del Dio dei Giusti, gli occhi del Liche si iniettarono di sangue, la sua rabbia scatenata.
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La caccia 24 Aug 2014 12:30 #2

  • egolollo
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Innumerevoli incantesimi si susseguirono. Il Liche diede sfogo a tutto il suo arsenale magico, senza mai preoccuparsi di utilizzare incanti curativi, come è proprio di codeste creature infernali.
Dal mio canto invece, a causa della estrema fragilità umana, fui costretto ad alternare potenti stregonerie offensive con preghiere protettive e magie bianche. Più di una volta le ultime non si dimostrarono sufficienti ad arginare la marea in piena scatenata dal non morto e dovetti quindi ricorrere ad alcuni degli intrugli alchemici che, per buona norma e regola, porto sempre con me.

Possenti vortici arcani fuoriuscirono dalle mie mani e tennero impegnato il necromante per ore, senza riuscire però a finirlo. Tuttavia era evidente che non poteva sostenere la lotta ancora per molto.

L'aria si faceva sempre più fresca attorno a noi. Il verso di una civetta si alzò sulla foresta. Tornai a concentrarmi sulla lotta, non erano concessi fallimenti.

“Non puoi opporti alla luce di Idior, demone!” ancora una volta l'orrendo viso fu attraversato da una smorfia di dolore, “Dimmi chi ti ha mandato! Dove si nasconde il tuo padrone?”

Dovevo assolutamente reperire delle informazioni, altrimenti questo inseguimento, la lotta... Sarebbe stato tutto inutile!

Una fragorosa risata eruppe dal malvagio non morto.
“Lux!” una seconda risata più breve, “Ubi lux capti est, somniabunt fiunt sequuntur somnia! Kal Vas Flam!”

Le dita del necromante divennero roventi, sapevo che di lì ad un attimo il suo incantesimo mi avrebbe colpito. D'istinto chiusi gli occhi mentre provavo a recitare le parole che avevo scritto sulla pergamena protettiva allacciata alla mia cintura, ma non potevo fare in tempo. “In Jux Sanct”

Un sibilo ruppe il silenzio mentre le fiamme iniziavano a fuoriuscire dalle mani del Liche. Un sibilo?

“Argh” ruggì il Liche.

Riaprii gli occhi e vidi una freccia piantata nella spalla destra del mostro. Poco lontano la snella figura di un'elfa fuoriusciva dalla boscaglia tendendo un grande arco di fattura finissima.

“Dovreste prestare più attenzione quando affrontate simili creature, Sir.” Potevo cogliere un'accento di sarcasmo nel tono di Edea, “Sono infide e pronte a cogliere ogni occasione!”

Una seconda freccia si conficcò nella spalla sinistra del Liche.

“Vi ringrazio, amica mia. Vi devo la vita.” risposi ripensando all'enorme rischio appena corso.
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La caccia 06 Sep 2014 17:57 #3

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Come ogni mattina mi incammino verso il monastero di Yew, nel cielo una strana luce mi inquieta.
Le possenti mura del monastero cominciano ad intravvedersi in lontananza e una figura ferma davanti alla sua soglia mi riporta alla mente una cara persona.
Raggiungo la soglia del monastero e riconosco il caro Cadfael, ma cosa fa qui?
"Cadfael, che piacere rivederti; sono passati mesi dall'ultimo incontro.... "
"Abate Friar, sono felice di rivederti era tempo che meditavo di farti visita e passare un po di tempo con te in preghiera."
Un lungo e forte abbraccio ci riporta a tempi lontani.
"Ti ricordo che sono un'umile monaco, anche se l'ordine dei Monaci e' stato ricostituito a skara non ci sono ancora cariche, ancora e' tutto in fase di riorganizzazione....Entra e' pericoloso restare qui sulla soglia, questo monastero e' sicuro solo al suo interno, non si possono nemmeno coltivare i campi in santa pace, questa zona e' circondata dal male"
"Si fratello Friar, ho avuto modo di constatarlo di persona.... questa notte mentre ero in cammino per raggiungere il monastero, non lontano da qui ho visto dei bagliori che hanno acceso la mia curiosità.
In mezzo alla foresta tra alcune antiche rovine si stava svolgendo una furibonda battaglia, sono fuggito terrorizzato... sono sicuro fosse un necromante che scagliava ogni sorta di maleficio contro un'uomo che invocava Idior"

Preoccupato fisso Cadfael in volto, resto in silenzio qualche istante ma sembra un'eternità.
"Sarai mio ospite in monastero fin tanto che non capirò cosa sta accadendo"
+ Ordine Sacro dei Monaci +

Il pensiero vola dove l'aria è più pura

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Padre Friar figlio di Idior

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La caccia 07 Sep 2014 22:33 #4

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Le pareti di roccia del grande studio prendevano vita alla luce tremolante del grande camino. Ombre fugaci parevano danzare selvagge sull'improbabile palco scenico creatosi nello spazio delimitato dalle pesanti e ricche tappezzerie poste alle finestre. Erano passati solo due giorni dalla terribile battaglia nella foresta di Yew e le oscure parole del liche ancora risuonavano nella mia mente “Ubi lux capti est, somniabunt fiunt sequuntur somnia”. Parole in una lingua antica, la stessa lingua che compone i più potenti tra gli incantesimi.

Ripresi tra le mani il mio diario dove avevo puntualmente annotato i dettagli dello scontro. “Dove la luce è prigioniera, i sogni divengono incubi...” Lessi ad alta voce, “La luce è prigioniera... Ma dove?”
Profondi ululati soffocavano ogni rumore allo stagliarsi di spazzate di vento e neve contro le robuste finestre.
Non saprei dire da quanto tempo stavo osservando quell'improvvisato spettacolo, ma di sicuro non sentii i passi dell'anziana signora, ne tantomeno il suo bussare.

“Mio signore..?” chiese la vecchia donna affacciandosi all'interno della stanza. Posai il diario chiuso vicino al bracciolo della poltrona e volsi distrattamente lo sguardo su di lei. Profonde rughe solcavano il suo volto sottolineate dal gioco di luci ed ombre che stava manifestandosi nello studio. Lunghi capelli argentei erano raccolti in un disordinato nodo a chignon. Istintivamente mi chiesi quanti anni potesse avere.

“Entrate pure, Cloris.” risposi cercando di concentrarmi sulla donna che, dopo aver ringraziato, goffamente si portò verso il centro della stanza.

“Signore, un messo ha consegnato il pacchetto che stavate attendendo.” notai solo allora il piccolo pacco dalla carta inumidita che teneva tra le mani.

“Un messo davvero intraprendente!" dissi sogghignando "Spero che gli siano stati offerti vitto ed alloggio fintanto che la bufera non sia placata. Gradirei scambiare due parole con lui e sapere che nuove porta dalla capitale. Ad ogni modo appoggiate pure sul tavolo.” dissi indicandole il mobile a pochi passi da lei, “Scenderò a breve, gradirei cenare con il nostro coraggioso garzone e successivamente andrò in laboratorio. Predisponete che il camino venga acceso subito, quella parte del castello è particolarmente fredda in questa stagione.”

“Provvedo subito.” disse chinando il capo, “Ci prenderemo cura del garzone, tuttavia devo informarvi che avete anche un'altra visita.”

“Una visita?” chiesi stupito. “Vi ha detto il suo nome?”

Chi mai attraverserebbe una bufera come quella sull'Arcipelago di Ghiaccio per fare una visita non preannunciata?

“Si è presentato come tale Sir Joker e, se la memoria non mi inganna, temo che indossi la divisa dei reietti della Serpe” rispose lei, la sua voce rotta da un sussulto.

“Non temete, mia cara,” cercai di tranquillizzarla, “tra queste mura nemmeno gli assassini della fortezza della Serpe possono nuocerci. Aiutatemi piuttosto con questo maledetto mantello!”

L'anziana non seppe trattenere una timida risata. Per un momento dimenticai le parole del liche e mi apprestai a ricevere l'inaspettato ospite.
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La caccia 15 Sep 2014 02:00 #5

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Attraversai sale e corridoi a passo svelto per raggiungere il salone d'ingresso dove sapevo avrei incontrato lo stregone. La prudenza mi portò a pronunciare alcuni incantesimi difensivi. Un'esplosione di scintille arcane eruppe dal mio corpo e mi sentii sensibilmente più forte. Scendendo la grande scala che conduceva al vasto ambiente vidi l'uomo ancora tremante protendere le mani verso il fuoco scoppiettante di uno dei due grandi camini.

“Non credevo davvero di meritare tante attenzioni da parte vostra, Joker!” attaccai mentre il vecchio mago si girava a guardare il suo interlocutore. I suoi occhi risplendenti di una sinistra vitalità erano in netto contrasto con il suo viso, segnato dal tempo. “Avrete fatto un lungo e duro viaggio per giungere fin qui, nel bel mezzo di una delle peggiori tormente degli ultimi anni.”

Il vecchio sorrise e con un movimento brusco sfilò dalla cintura un tomo rilegato in pelle con strani simboli del colore del sangue. Conoscevo bene quel tipo di libro e istintivamente mi preparai a difendermi. Un gemito improvviso alle mie spalle mi fece capire che Cloris mi aveva raggiunto.

Poi accadde qualcosa che non avevo previsto. Joker spazzò con la mano la superficie del suo tomo arcano e borbottando alcune parole in quello che pensai fosse il dialetto delle Isole a sud di Britannia (giurerei fossero bestemmie), lo appoggiò di fianco al camino.

“Ci vorranno ore perché si asciughi.” disse finalmente. “E altrettante ne serviranno per scongelarmi le ossa.”

Risollevato, abbassai la guardia e feci segno alla governante di avvicinarsi.

“Cloris, vi prego, fate portare una coperta e qualcosa di asciutto per il nostro ospite.” La donna tremando fece un segno di assenso e tornò a salire le scale. “Ah, Cloris...” Aggiunsi, “fateci avere anche qualcosa da bere mentre aspettiamo che la cena sia servita.”
Poi tornai a rivolgermi allo strano ospite, “Ora ditemi, Joker, cosa vi porta nella mia dimora?”

Il vecchio tornò a protendere le mani verso le fiamme e con voce rauca rispose, “Ho saputo della vostra recente battaglia nella foresta di Yew... Credo di potervi aiutare a proseguire la vostra caccia.”
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La caccia 23 Sep 2014 00:51 #6

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Nella grande sala era calato un silenzio innaturale, come se la tempesta che infuriava nelle Isole di Ghiaccio avesse sfondato il pesante portone della fortezza gelando ogni forma di vita al suo interno.

Come poteva quell'uomo, un vile assassino della peggior specie, essere in possesso della chiave per risolvere un tale mistero? E per quale assurdo motivo avrebbe dovuto correre in capo al mondo per porgermela?

“Avete tutta la mia attenzione, Joker.” ammisi.

Il vecchio non riuscì a trattenere una smorfia soddisfatta, quindi lentamente iniziò a recitare “Ubi lux capti est...”

Il sangue mi si gelò nelle vene. “Com... Come fate a conoscerlo?” furono le uniche parole che riuscii a proferire.

La smorfia si tramutò in un'espressione trionfante. “Somniabunt fiunt sequuntur somnia.” Il vecchio stregone riprese fiato.

“Dovreste prestare maggiore attenzione a ciò che vi circonda, Alucard.” Il tono di predica era più che evidente, per un istante mi sentii di nuovo uno studente inesperto, “Una radura in una foresta e una fortezza in mezzo ai ghiacci non sono necessariamente luoghi sicuri.”

Aveva ragione, ero stato troppo occupato nel cercare di risolvere l'enigma per ricordare di prendere tutte le precauzioni atte a proteggere i miei studi.

”Le notizie viaggiano veloci,” continuò “e sapere ci conferisce potere.”

La lezione stava diventando decisamente troppo pesante e d'istinto alzai gli occhi al cielo. Di sicuro lo stregone se ne accorse perché improvvisamente si schiarì la voce e riprese il filo del discorso.
“Ditemi, cosa sapete degli avvenimenti che si sono verificati di recente attorno alle prigioni di Wrong?”
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La caccia 02 Oct 2014 01:11 #7

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Le prigioni di Wrong? La mia mente cercò di fare il punto il più velocemente possibile. In pochi istanti le nozioni lette e studiate più volte riaffiorarono tra i miei pensieri. Immagini di una antica roccaforte scavata direttamente nella fredda roccia di una possente montagna e posta a controllare ed isolare le terre del nord dai diversi reami elfici nati attorno all'odierna città di Yew.

Più volte questo luogo maledetto era stato distrutto ma vista la posizione strategica i Signori della Guerra la restaurarono ed ampliarono, utilizzandola anche come prigione. Innumerevoli vite sono state spezzate tra quelle tetre mura ed il solo nome di Wrong basta per incutere il terrore anche nel cuore dei più coraggiosi.

"Leggete questo, Alucard." disse poi il vecchio assassino porgendomi una pergamena arrotolata e dall'aspetto decisamente consumato che conservava in un piccolo cilindro metallico, "La ho ricevuta due giorni fa."

Senza abbassare troppo la guardia, mi avvicinai all'uomo e presi la pergamena. Srotolonadola non potei fare a meno che la scrittura era piuttosto confusa, agitata.

Joker,
Ti scrivo per metterti al corrente di ciò che ho potuto vedere con i miei occhi solo alcune ore fa. Ti prego di leggere tutto il messaggio e sappi fin d'ora che non ho interrotto il mio voto di astinenza dallo spirito.
Stavo recandomi a nord alla ricerca di un fantomatico anello appartenuto ad una donna il cui ultimo avvistamento era avvenuto sulla strada che da Vesper conduce a Yew. Il pazzo che mi ha commissionato tale incarico (promettendo un compenso da capogiro) mi ha indicato l'ingresso in quello che pareva un vecchio mausoleo appoggiato ad una montagna. Mi feci coraggio ed avvicinandomi potei notare che sulla trave sopra al portone di ingresso era inciso il nome Wrong. Da quello che sapevo doveva essere una vecchia prigione abbandonata e quindi decisi di entrare.
Altroché abbandonata!
Una moltitudine di guardie in armatura pesante la cui pelle pareva in decomposizione mi accolse attaccandomi. Riuscii a destreggiarmi in qualche modo e mi feci strada per esplorare quel luogo, successivamente cercando di non attirare troppe attenzioni su di me.
Ovunque si potevano vedere i resti delle vittime di ogni pratica di tortura.
Ma ancora non sai la parte più terribile. Riuscii tra mille peripezie a raggiungere un corridoio che sfociava in una grande stanza nella quale girava senza sosta uno strano uomo su di un cavallo nero. Stavo per allontanarmi per guadagnare l'uscita, quando le torce si spensero e come dal nulla apparve una orrenda creatura. Aveva sembianze umane ma portava una lunga veste ed un cappuccio gli copriva il volto. Era a cavallo di un destriero che pareva scuoiato.
Quando la creatura proferì parola, per un momento credetti di trovarmi di fronte all'Oscuro in persona, ma parlava una strana lingua e non so assolutamente che cosa abbia detto. Dopo poche parole l'uomo nella grande stanza fece un cenno di conferma al suo padrone e quest'ultimo sparì nuovamente tra le tenebre.
Ho aspettato qualche minuto e poi col cuore in gola per il terrore, sono riuscita a uscire da quell'incubo.
Temo che non sia che l'inizio e che avremo altre notizie dai sotterranei di Wrong.
Con affetto,
Alien

"Dove la luce è prigioniera, i sogni divengono incubi..." , pronunciai distrattamente, "Che Idior possa avere pietà delle nostre anime!"
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The following user(s) said Thank You: sirakuma

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La caccia 13 Oct 2014 01:32 #8

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“Fermatevi messere!” la voce roca della ronda cittadina coprì il cinguettio che mi aveva accompagnato negli ultimi minuti. “Cosa vi porta a Britannia del sorgere del sole?”

In effetti aveva ragione. La fretta mi aveva portato a viaggiare di notte, come fossi stato un ladro o, peggio ancora, un vile assassino.

“Il mio nome è Alucard,” dissi togliendo il cappellaccio e scendendo dalla groppa del fedele llama Lux, “è per fede che ho intrapreso questo viaggio, per poter pregare nella casa della luce.”

Una voce più squillante intervenne.
“Perdonate l'ardire del ragazzo, mio signore.” Etta, ufficiale della guardiana cittadina, appoggiò la mano sulla spalla del giovane e gli fece segno di proseguire col suo lavoro.
“Vi chiedo perdono, messere.” balbettò il ragazzo eseguendo il comando.

La donna in armatura pesante e con un lungo manto blu -il colore tradizionale delle forze armate della città- mi si avvicinò. Con la mano sinistra reggeva una torcia scoppiettante mentre la destra era appoggiata sull'elsa di una elegante spada bastarda. Il freddo della notte era ancora pungente eppure, non saprei dire se per educazione o rispetto, si sfilò lentamente l'elmo e lo agganciò alla cintura. Una lunga chioma di capelli ricci e biondi le cadde sulle spalle mentre con il bagliore della torcia potevo vedere i suoi occhi, stanchi.

“Milady,” dissi rivolgendomi alla guardia, “come dicevo al vostro sottoposto sono qui per visitare il tempio di Idior. Spero vorrete perdonarmi se giungo a quest'ora.”

La donna sorrise, “Non dovete nemmeno pensarlo! Eppure sono tempi bui, empie creature si muovono nelle ombre e sempre più spesso, al suo risveglio, la città scopre che la notte ha coperto orrori innominabili.”

“I sogni divengono incubi...” pronunciai distrattamente.
“Proprio così,” continuò la donna “ma sta a noi fare in modo che l'oscurità non prevalga. Avete detto che siete diretto al tempio, giusto?”

Mi guardai attorno, cercando di individuare la via da seguire tra i palazzi fiocamente illuminati dalle torce.
“Precisamente.” risposi concentrandomi su quella che mi pareva la via corretta.

“Perfetto, allora permettete che vi scorti!”

L'offerta della guardia mi colse impreparato, “Siete troppo gentile eppure non voglio approfittare oltremodo della vostra cortesia, mia signora.”

Lei sorrise di nuovo e alzò la torcia indicandomi la direzione, incamminandosi. “Venite, da questa parte.”

“Vi ringrazio nuovamente.” mi rimisi il cappellaccio e, seguendo Etta, tirai dolcemente le briglie di Lux. Mi guardai ancora attorno, la capitale di notte non mi era per niente familiare, “Probabilmente avrei sbagliato strada...” ammisi sorridendo.

“Ne sono certa!” rispose lei ridacchiando.
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La caccia 22 Oct 2014 23:43 #9

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“Idior protegat nos.”

Le parole dell'anziano sacerdote risuonarono come un dolce augurio, nonostante la severità data dal forte riverbero nel tempio. “Ora andate in pace, figli miei.”

Lentamente i pochi fedeli presenti alla prima funzione del giorno iniziarono ad alzarsi dalle panchine di pietra, pigri. Rimasi sulla soglia del tempio mentre, uno dopo l'altro, piccoli gruppi di fedeli mi sorpassarono probabilmente senza nemmeno notarmi. Per pochi brevi istanti mi chiesi come potesse essere vivere una vita come la loro, preoccupandosi solo di trovare un abito adatto all'ennesima festa indetta dai Baroni di Cove o della petizione cittadina per protestare per la noncuranza con cui viene trattata la parte orientale della città, proprio a pochi edifici dal grande Tempio eretto in onore del dio della luce. Spesso mi sono chiesto cosa si debba provare a condurre un'esistenza così, totalmente ignara delle grandi forze che manovrano gli invisibili fili di noi poveri burattini, la vita che mio padre auspicava per me.

“Alucard..?” una voce squillante mi riportò alla realtà. “Guardate, Padre, Sir Alucard è tornato!”

“Controllate il vostro entusiasmo, Ezra.”, il tono di Friar Tuck era fermo, come durante la funzione, “Alucard, giovanotto, non vorrete passare tutta la giornata affianco alla porta, mi auguro?” una smorfia sorridente ruppe l'espressione austera dell'uomo.

“Certo che no, padre.”, risposi dirigendomi a grandi passi verso il fondo della navata, “Sono qui per chiedere la vostra benedizione ed il vostro consiglio prima di partire per un viaggio periglioso.”

Il neonato sorriso sparì immediatamente, “Ditemi tutto, figliolo.”
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La caccia 09 Nov 2014 15:36 #10

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Il colloquio con il sacerdote fu lunghissimo, ogniqualvolta si toccava una nuova sfaccettatura della storia un profondo solco segnava il suo preoccupato viso. Poco prima dell'ora di pranzo conclusi tutte le mie spiegazioni e lui passò alcuni istanti a fissare la lettera che mi era stata consegnata qualche giorno prima.

"Giovanotto, voi capite la gravità di questa situazione, vero?" chiese lentamente l'anziano sacerdote.

"Certo Padre," confessai a lui ciò che da alcuni giorni mi tormentava, "la situazione è più grave e pericolosa di quanto non appaia da queste righe."

Un bagliore improvviso illuminò i suoi occhi.

"Esatto, bravo." continuò lui, "Se i tuoi informatori avessero intravisto una qualsiasi possibilità di riuscita non avrebbero condiviso con voi alcunché. Anche loro reputano l'eventuale epurazione delle prigioni di Wrong una missione suicida."

Non potei fare altro che annuire.

Il sacerdote allora riprese, "Eppure è qualcosa che deve essere fatto... Non possiamo permettere che da quell'inferno sotterraneo fuoriesca una tale minaccia. Ma anche se oscuri motivi vi hanno portato al tempio, non è detto che sia solo l'oscurità a governarci. Dovete sapere che... Che..."

Mentre continuava a parlare notai che si guardava attorno innervosito, come cercando qualcosa nel grande tempio ora deserto.
"Ezra!" esclamò improvvisamente. Il custode del tempio per poco non fece cadere la coppa argentata probabilmente usata durante la funzione e che ora stava lucidando con estrema cura.

"Eccomi Padre. Come posso aiutare?"

"Ah eccoti! Ezra, sii gentile, vai a prendere la missiva arrivata ieri sera da Yew." il suo volto lasciava trasparire un lontano sorriso.

"Subito, Padre." Vidi il custode andare dietro al bianco altare e iniziare ad armeggiare con alcune pergamene arrotolate con cura. Il colore dei sigilli in ceralacca spezzati talvolta lasciavano intendere quali potessero essere i mittenti. Ad un certo punto il sacerdote alzò come fosse un trofeo una pergamena dal sigillo rosso e venne verso di noi con passo trionfante. Infine porse lo scritto a Padre Friar Tuck.

"Arriva dal monastero di Yew e Padre Mikael Mègas, nostro Pontefice Massimo, ne è l'autore.", fece una lunga pausa e il timido sorriso di pochi istanti prima si manifestò completamente, "Chiaramente potrete comprendere che non posso lasciarvi leggere tutto il suo contenuto, ma quello che dovete sapere è che parla anche di voi!"
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La caccia 10 Nov 2014 11:37 #11

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Erano passati sei giorni dal colloquio con Padre Friar Tuck eppure sembravano molti di più vista la moltituine di eventi che in essi si erano susseguiti. La missiva dal misterioso contenuto proveniente dal grande monastero di Yew e di cui l'anziano padre mi aveva parlato portava con sé una meravigliosa notizia.

Infatti, dopo un lungo cammino di fede verso la luce di Idior, il Pontefice Massimo Mikael Mègas in persona aveva finalmente accolto la mia richiesta di poter prendere i voti ed essere iniziato al sacerdozio. A seguito del completamento di una prova di fede la cui segretezza è vincolata da giuramento, mi è stato concesso di indossare la sacra tunica nel nome del radioso Idior e di abbandonare lo studio delle arti arcane in favore della preghiera nell'isolato monastero immerso nella millenaria foresta.

Per un breve lasso di tempo, tutta la gioia di questi eventi mi aveva quasi fatto dimenticare il tragico motivo che mi spinse a cercare il consiglio dell'Ordine dei Sacerdoti. Eppure le vie di Idior sono molteplici e nonostante fossi completamente preso da nuovi incarichi e mansioni, sono sicuro che Egli trovò il modo migliore per riportare la mia attenzione a quel compito.

La profonda quiete del monastero nell'autunno di Yew era una sensazione meravigliosa, i pochi suoni che si potevano udire provenivano tutti dalla limitrofa foresta o dal ritmato susseguirsi delle onde del mare a poca distanza.
Un leggero bussare distolse appena la mia attenzione dal momento di preghiera. Il passo affrettato della cara Lucine in direzione del robusto portone d'ingresso mentre si spazzava la polvere raccolta sulla veste in qualche scaffale in biblioteca mi fece intuire che la visita non era attesa.

"Chi siete, viandante?" chiese la custode sbirciando dallo spioncino.

Non riuscii a sentire la risposta ma mi parve che la voce fosse femminile. Pochi istanti dopo Lucine diede le due mandate necessarie per l'apertura e sentii dei passi entrare.

"Da questa parte, Milady." pronunciò la custode.

I passi delle due donne si fermarono dinnanzi all'altare, pochi metri alle mie spalle.

"Fratello mio, da quanto tempo." la voce di Discordia, da sempre impassibile, stoica, in questa occasione era colma di affetto e per poco non mi fece trasalire.
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La caccia 07 Dec 2014 20:55 #12

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Il lungo e preciso resoconto dell'elfa durò fino alla sera. Per non disturbare la vita del monastero avevamo trovato una piccola sala proprio vicino all'ingresso del grande edificio. Non potei fare a meno di notare che Lucine doveva essere particolarmente interessata a ciò che io e la mia amata sorellastra ci dicevamo, perchè la vidi entrare più volte nella stanza con la curiosità di un fanciullo ed alla ricerca degli oggetti più svariati dalla piccola bacheca posizionata sulla parete settentrionale della sala.

L'elfa mi parlò dei grandi avvenimenti che avevano sconvolto Sosaria in quei giorni, eventi che avevano coinvolto anche il monastero. Il Signore Oscuro aveva da poco fatto la sua mossa, il possente Regno di Trinsic si era levato la maschera della purezza svelando tutta la corruzione che questa immacolata facciata stava nascondendo. Anche al monastero si era parlato molto di questo triste capitolo della nostra storia moderna, ma non tutto il male viene per nuocere. Idior ci insegna che talvolta la via della sofferenza conduce ad un bene superiore ed in cuor mio sapevo che era così.

"Perdonatemi ancora," la voce era nuovamente quella di Lucine che spingendo leggermente la porta si stava affacciando nella stanza, "ho tenuto qualcosa da parte per voi perchè possiate cenare."

"Troppo gentile, Lucine." risposi sorridendo, "Arriviamo tra pochissimo"

Decisi quindi di riassumere brevemente a Discordia i fatti a cui ebbi l'occasione di partecipare in prima fila. Raccontai all'elfa delle grandi gesta che seguirono quei fatti oscuri. Di come una possente alleanza si formò tra le due paladine rimaste della Sacra Chiesa di Idior, le grandi città di Cove e Skara Brae. Infatti fu proprio all'interno del tempio di quest'ultima che i cittadini delle due fazioni guidati dai loro leader, dinnanzi all'ordine riunito dei Sacerdoti di Idior giurarono di combattere assieme il comune nemico, condividendo così tanto la gloria quanto il dolore.

Ma i piani del Signore della Luce era ben più grandi, e quella altro non era che la base. Tante pecorelle perdute avevano richiesto di poter rientrare nel gregge del Buon Pastore, un numero di conversioni come mai si era veduto in passato. Inoltre la neonata alleanza, forte di questi numeri, promosse una poderosa campagna di conquista che portò alla formazione della Teocrazia di Dregoth, nuova sede del culto di Idior su Sosaria.

"Padre Alucard..." la voce di Lucine proveniva dall'altro lato della navata dove si trovavano i locali delle cucine.

Mi voltai nuovamente verso Discordia e vidi che era già in piedi e stava prendendo l'ormai consumato lume.

"Eccoci, Lucine." risposi a voce alta e poi rivolgendomi all'elfa, "Seguitemi sorella, vi faccio strada. Continueremo davanti ad un buon pasto."
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La caccia 15 Feb 2015 19:02 #13

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L'umidità di quella buia segreta aveva ormai intriso le mie ossa fino al midollo, la pesante armatura bluastra premeva fredda sulla mia pelle. Quanto tempo sarà passato? Avevo provato a tenere il conto dei miseri pasti giornalieri che i miei maledetti guardiani portavano, trenta, o forse quaranta. Non avevo nemmeno la certezza che lo squallido rancio fosse giornaliero, di sicuro la sua scarsità aiutava a tenermi sotto controllo, allo stremo delle mie forze.

Giacevo così, incatenato ad una nera parete in qualche maledetto sotterraneo di Sosaria. Le mie sacre vesti ed il tomo delle preghiere mi erano stati allontanati, appoggiati con incuria nell'angolo opposto della piccola cella. Chiunque aveva ordito tutto ciò sapeva il fatto suo e conosceva le mistiche arti dei Sacerdoti di Idior. Povero stolto, il Signore della Luce tutto vede, presto o tardi sarebbe piombato su questi infedeli mostrando tutta la Sua potenza. Presto o tardi, continuavo a ripetermi. Presto o tardi...

Il tempo scorreva lento, il continuo martellare degli orrendi fabbri sembrava l'unica distrazione.

Improvvisamente un rumore familiare, il crepitare di energia giunse alle mie orecchie come fosse un'eco lontano, vaghi ricordi di voci in un sogno.

"E' qui! L'ho trovato!" la voce femminile era quella di un angelo e tali erano le sue fattezze in controluce quando si affacciò alla mia cella.

"Kal Vas Flam" urlò un'altra voce, una colonna di fiamme investì uno dei guardiani della prigione che stava per colpire la mia salvatrice alle spalle. "Presta maggiore attenzione, sciocca silvana, o non ne usciremo vivi!"

L'elfa annuì, mugugnando qualcosa.

"Ha ragione, Discordia, non possiamo permetterci errori." riconobbi il tono sprezzante di Joker.

Le lacrime mi gonfiavano gli occhi, Idior aveva ascoltato le mie preghiere!
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La caccia 12 Mar 2015 16:25 #14

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Anche se quelle anime nobili mi avevano salvato dalla prigionia, mi resi presto conto che la situzione all'esterno dell'oscura fortezza era critica. La sempre fragile politica Sosariana aveva perso il suo precario equilibrio collassando su sé stessa. Una notte buia incombeva su di noi.

Dregoth, la sede del culto di Idior, il simbolo stesso del Suo divino potere sulla terra, era assediata. La triplice alleanza di cui faceva parte aveva perso un elemento fondamentale. Infatti il Barone di Cove, seguendo il nobile intento di proteggere i suoi sudditi, aveva fatto un passo indietro.
Solo la possente Skara Brae era rimasta fedele ai suoi alleati, due fari di speranza ad illuminare l'oscuro oceano dinnanzi a loro, un mare di nemici della fede che avevano approfittato di questo momento di debolezza.

Allo stesso tempo a Nujel'm e Trinsic, le blasfemie degli adoratori di Elhoim potevano essere udite comunemente per le strade, odi all'Oscuro Signore venivano cantate nei loro palazzi e sedi del potere. La tela di inganni era ormai tesa e un'infinità di piccoli insetti vi erano rimasti intrappolati.

Ancora una volta le oscure nebbie del tempo avvolgevano tutta Sosaria in una spira di morte e depravazione, un vermiglio tramonto insanguinava le nostre tanto amate terre natie.

Sul baratro di quella che prometteva di essere una notte eterna e colma di orrori, mi recai a pregare al Grande Tempio di Yew. La somma quiete che quel sacro luogo ha il potere di trasmettere mi fece tornare alla mente i miei voti: fintanto che la grazia di Idior avrebbe abitato il mio corpo, non avrei smesso di lottare. I nemici della Sua Luce avrebbero conosciuto la santità del Suo Verbo o quella del mio maglio!
Per quanto Elhoim -la serpe- poteva rendere oscure e perigliose le nostre notti, il Sommo Idior ci avrebbe protetto e con la Sua mano avrebbe dissipato le tenebre dinnanzi a noi! Perché dopo ogni notte giunge sempre una nuova alba.
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La caccia 19 May 2015 11:32 #15

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L'ora dell'appuntamento era già passata da molto ed il mio sguardo si era incantato nel fissare la clessidra incantata dalla fine sabbia rosata che continuava a capovolgersi alle spalle del taverniere. Molto probabilmente doveva averla ricevuta come pagamento da parte di un qualche stregone troppo affezionato all'etere.
La pinta che avevo ordinato nell'attesa era ormai secca ma, nonostante le ripetute attenzioni della giovane cameriera, non me ne preoccupai.
La locanda risuonava degli schiamazzi di un gruppo di avventurieri, di sicuro di ritorno da qualche peripezia. Due di loro, i giovani MacBeth e Duncan, sembravano aver bevuto un po' più della media dei presenti -o forse avere una soglia di sopportazione dell'etere più bassa. Guardandoli discutere non potei che sorridere.

"Perdonate il nostro ritardo, fratello." disse una voce femminile. Distolsi subito lo sguardo dai due giovani e vidi la mia amata sorellastra Discordia in piedi di fronte a me. Assieme a lei si trovavano Joker ed Edea, sembrava proprio che tutte le mie missive avessero raggiunto i loro destinatari.

"Sedete pure con me, miei cari." indicai loro le sedie e feci un cenno alla cameriera che accorse.
"Eccomi Padre. Cosa posso portare a lei ed ai suoi ospiti?" chiese la giovane lanciando un'occhiata interrogativa all'eterogeneo gruppo.

"Mia cara, porta un'altra pinta della tua birra migliore e due bicchieri di sidro. Per quanto mi riguarda, sono a posto." risposi. La ragazza accennò un inchino e partì in direzione del bancone.
Appena vidi che iniziò a dire all'oste che cosa preparare decisi di spiegare ai miei ospiti il motivo della convocazione.

"Vi ricorderete certo del vostro nobile gesto tempo addietro, la mia liberazione dalla prigionia nelle oscure segrete di Wrong." notai subito il volto di Discordia rabbuiarsi.
"Certamente." rispose Joker mentre le due elfe silvane fecero solo un cenno col capo.

"Avrete sicuramente capito che quella terribile fortezza non nasconde solo meri soldati adoratori del maligno. Deve esserci qualcosa di più. Voi, Joker, ricordate sicuramente la visita che mi faceste sulle Isole di Ghiaccio ed la frase pronunciata nello scontro tra gli alberi secolari di Yew." fissai intensamente il vecchio stregone negli occhi. Ancora una volta la scintilla di vitalità che lo aveva sempre contraddistinto illuminava il suo volto, eppure dopo la sua prima visita nella mia dimora non potei non notare la sparizione di quella nota sinistra, malevola.

"Ehmmm, certo." Joker si schiarì la voce, "Dove la luce... Ah sì! Dove la luce è prigioniera, i sogni divengono incubi."
Fissai ancora un momento il vecchio. Che mente straordinaria!

"Esattamente! Ubi lux capti est, somniabunt fiunt sequuntur somnia. Se vogliamo attenerci alla versione originale." presi un secondo di pausa mentre la cameriera si dirigeva verso il nostro tavolo con le ordinazioni.
Pagai immediatamente il tutto lasciando una mancia per il suo servizio. Lei fece un profondo inchino e si diresse verso gli altri tavoli.

Mentre miei ospiti iniziavano a sorseggiare continuai il discorso. "Le parole di questa lingua sono antiche e cadute in disuso da secoli, solo pochi tra i saggi di Sosaria l'hanno studiata ed ancora meno riescono a parlarla. Oggi viene usata solamente con formule precise nei rituali magici e religiosi." feci una piccola pausa, "Mi rifiuto di credere che il liche quando pronunciò queste parole su Wrong, facesse riferimento ad un mero covo di soldati comandati da un boia assetato di sangue."

Joker e le due elfe annuirono. Edea continuò a sorseggiare il suo sidro pensierosa, con l'enigmaticità che da sempre contraddistingue il popolo dei boschi.

"E' mia ferma convinzione," ripresi, "che le segrete in cui mi avete ritrovato, non siano che l'ingresso di un complesso molto più esteso al di sotto della montagna."
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