La Merda e la Bestia
Era un dì d’ una felice mattina,
a zonzo andavo a cercar sovente,
l’amico mio che nei boschi cacciava silente,
mentre vicino a un cespuglio passavo, fui punto come da una spina.
Il mio Scrondo in aria se impennato quando un grande serpente dal cespuglio è sbucato,
tant’è che per terra sono ruzzolato e con la bestia mi so rivoltato,
era grosso, argenteo con un alito fognato,
in ogni modo di scappar tentai da quelle fauci avvelenate, ma dalla sua ferocia non mi son districato.
Quasi per spacciato m’ero dato,
quando a un certo punto vidi un uomo con un cappello da Mago,
veniva veloce verso me che il suo lama sembrava un drago,
pensai dentro di me che forse m’ero salvato, ma sto beccamorto invece una fiamma m’ha tirato e stecchito sono cascato.
Al mio risveglio Rudolf il cacciatore e il guaritore discutevano sul Malfattore,
sobbalzai e gridai, chi è stato sto beccamorto infame!? Dimmi il nome?
Il cacciatore disse con voce chiara che conosceva il Soprannome,
il Giusto esclamò lui, ma quale giusto dissi io, è un traditore!
M’ ha ammazzato mentre ero in difficoltà sta persona senza pietà,
ti conosco cacciatore avanti dimmi il nome, che di persone ne vedi tante,
oh d’accordo ti dirò il nome, è Moroder disse il cacciatore con voce altisonante,
ha ammazzato il povero Scrondo e m’ha rubato tutto, pure gli strumenti sto ciabbattaro, ma quale brutalità.
Essendo io Bardo di delinquenti ne conosco tanti,
ma come costui che si fa soprannominare,
e dalla parte dei buoni dice di stare,
un Giusto lo credono gli ignoranti.
Quando gli è capitato di arraffare,
a casa del Ladro è venuto a rubare,
sei proprio un uomo di malaffare.
Al mercato poi, ti ho chiesto di spiegare,
ma neanche sugli specchi ti sei saputo arrampicare.
Da oggi saprai amico mio,
che la storia qui, la scrivo io,
un bardo non devi molestare,
se di una brutta reputazione non ti vuoi macchiare.
Hardrock