Soli e Lune si alternavano numerose ormai dal mio primo giorno sotto la guida di Idior, giornate da ricordare e da dimenticare avevano caratterizzato la vita a dregoth,
dove io risiedevo ormai nell intento di consolare i disperati per le perdite della guerra e dare consiglio a chi era smarrito.
fino ad oggi la mia strada verso il nostro Dio era stata devota e vissuta da servo assoluto ad esso e a tutti i suoi fedeli, era una giornata come le altre ed ero al centro città
intento a dare nuova speranza ai fedeli disperati per il compagno Xemnas,perduto nella missione Saphira.
Mentre eravamo riuniti nel pregare, il suono della campana ci allerta, era il suono che caratterizzava l'invasione,
le nostre truppe erano lontane e le nostre mura sguarnite, solo un cancello divideva noi dai nemici, ci attrezziamo al meglio, apprendisti maghi iniziano a fare le prime magie i guerrieri
impugnano le prime armi fornite di lama tagliente,eravamo un gruppo di giovani privi di esperienza contro un manipolo di efferati assassini pronti a dilaniarci senza remore alcuna.
Inizio ad incitare i ragazzi, invocando Idior e chiedendo a lui la forza, vedo una scintilla brillare negli occhi dei giovani guerrieri e fuoco scaturire dalle mani dei maghi,
mi avvicino verso le porte e noto la mia borsa custodita in banca, era la borsa che conteneva il mio vecchio martello, pezzi di armatura e alcune bende per il primo soccorso,
dovevo dare l'esempio a tutti e tornare ad indossare la mia armatura.
Vestito e pronto alla guerra vado a capo della piccola e giovane armata, inizio ad inneggiare Idior e battere la mia arma sul terreno, come contare i secondi che il cancello avrebbe retto,
pochi attimi ancora ed eccolo qui, il cancello cade e il rumore degli zoccoli dei cavalli iniziano ad avvicinarsi, erano i cittadini di serpenth, gli assassini più vili su questa terra,
forse troppo duri per questi giovani.
La battaglia inizia e continua, molti dei nostri cadono e alcuni dei loro fuggono o muoiono, continuiamo a cadere come foglie, vedere quelle giovani vite spezzarsi mi spaccava il cuore
eravamo quasi battuti ormai, le speranze scemavano e i ragazzi iniziavano a temere la morte, iniziamo ad indietreggiare, la disperazione si legge nei nostri volti e quando tutto sembra finito
vediamo il sole coprirsi, alziamo lo sguardo, Saphira era arrivata, la nostra salvezza scendeva i picchiata dal cielo afferrando e bruciando i nemici,
dal cancello nord le truppe di dregoth entrano numerose sotto il suono del corno, i nostri erano rientrati giusto in tempo per salvarci, i nemici cadono in pochi minuti e Dregoth per l'ennesima volta era salva.
Polvere e sangue sporcavano le sacre mura, iniziamo a curare i feriti e come usanza i nostri chierici nella chiesa iniziano il sermone per le povere anime volate dal nostro Dio ed io
come sempre mi unisco a loro, mentre ero immerso nella mia preghiera sento battermi sulla spalla era padre Mikael, mi ringrazia e mi chiede di andare nella chiesa di britannia,
era il grande giorno dove il mio cammino verso Idior veniva finalmente premiato e iniziava la mia vita da chierico.
Mentre mi spoglio nella mia piccola stanza vedo entrare padre Duncan, mi da le ultime indicazioni per il vestiario e per il rito, mi regala poi una lunga veste nera, mi aveva dato il colore
che caratterizzava i chierici di Idior, un brivido percorre la mia schiena e alcune lacrime scendono dal mio viso, l'emozione e la felicità mi percorreva, ero pronto ad affrontare l'ultima mia prova.
Arrivato nella chiesa di Britannia trovo gia seduti Padre Sevith,Duncan e Mikael, mi avvicino e mi fanno accomodare, inizia la consacrazione e mi iniziano a parlare della mia prova,
dovevo trovare la strada di Idior, un secchio con acqua putrida mi viene consegnato, dovevo cercare un posto dove si incrociano i quattro elementi e dire la frase "Idior illumina il mio cammino"
ero un pò perplesso, ma preso dall'emozione prendo il secchio e vado via.
ero nella mia stanza, con quel secchio vicino, lo fissavo e pensavo a quale potesse essere il luogo descritto, e come quell'acqua potesse guidarmi, la lucidità della mia mente non era delle migliori,
oscurata dalla battaglia e sballata dalla felicità della mia consacrazione, decido di dormire poche ore per riprendere la mia lucidità.
poche ore di sonno per me, ma la mia mente aveva continuato a pensare a quel secchio, un lampo ed ecco qui la risposta, era una prova, o un tranello, non potevo trovare Idior tramite un secchio,
o guidato da un acqua putrida, la mia prova era più difficile del trovare un luogo, ma dovevo semplicemente trovare in me la risposta, ero deciso, avrei riconsegnato il secchio a mikael,
non esisteva nessun posto e nessun acqua da portare alla purezza, ma semplicemente era una prova di scaltrezza e di fede profonda, torno a letto aspettando il nuovo giorno per consegnare
la mia risposta ai chierici.