Il sole calava sonnacchioso immergendovi nell'oceano al largo delle coste sud di Trinsic , quando l'oscuro viandante si presentò alle porte cittadine... con suo stupore , nessuna domanda venne posta dalle guardie di turno, probabilmete annoiate e più interessate a discutere dei nuovi arrivi al bordello della città che a garantirne la sicurezza. Mano a mano che si addentrava per i vicoli più oscuri della città, la sua memoria ripercorreva tragitti e svolte dimenticati da tempo. Quanto era passato ! sembrava che vite intere fossero nate , cresciute rigogliose e polverizzate fra i lembi del tempo.... eppure alcune cose rimangono sempre le medesime: là... quasi ad ergersi a difesa della città , sulla facciata di uno dei palazzi più antichi del borgo, il simbolo dei Templari Oscuri... - così i soldatini di Ardesh esistono ancora- pensò con scarso interesse fermandosi dinnazi alla sua metà. Il miglior luogo dove raccogliere informazioni, oggi come ieri, erano sicuramente le sporche e malfamate taverne dei bassi fondi, che spuntavano come funghi dopo un'acquazzone in ogni città di Britannia.
Si accomodò nell'angolo più in ombra e appartato della bettola , inclinato all'indietro sulla sedia ,allungò i piedi sul rozzo tavolo davanti a lui , con buona pace delle occhiatacce dell'oste... ordinò una birra e stette li immerso tra il tepore e il buio ad ascoltare le conversazioni degli altri avventori e a guardarsi intorno. Le principali discussione vertevano su parole quali "fede" , "luce", "tenebre"... sembrava che in tutti ardesse una sorta di fede cieca in qualcosa che non riusciva a capire...
Il vento freddo della notte entrò dalla sgangherata porta d'ingresso, mentre una figura ammantata di una toga nera avanzò nel locale, puntando alcune guardie , apparentemente in libera uscita , facendole scattare in piedi e uscire dal locale senza neppure una parola.... gli avventori divennero di colpo silenziosi , un misto fra timore e reverenza.. accidenti , un diavolo di sacerdote di Elhoim...l'oscuro Signore aveva ancora sudditi... Il sacerdote lanciò un occhiata lievemente incuriosita verso di lui, ma quasi immediatamente si voltò e seguì all'esterno le guardie.
Il sole era quasi allo zenit mentre camminava per le strade di Nujel'm.... giovani e meno giovani avvolti in candidi panni bianchi si radunavano in capannelli agli angoli delle piazze inneggiando a Idior, signore della luce e cantando salmi... il cappuccio buio, anche nell'assolato deserto , rendeva vaghi i contorni del suo viso. Nella taverna locale fece cenno all'oste per avere da bere e aspettò. Con sfumature opposte e allo stesso tempo uguali, rivide le stesse scene di Trinsic... uomini abbagliati dalla loro fede in entità superiori che impartivano i loro ordini attraverso altri uomini spesso più interessati al potere che alle anime dei loro accoliti....
I miti e le storie sugli Dei della luce e dell'ombra.... favole per bambini che venivano raccontate dalla notte dei tempi. Se esseri divini esistevano, sicuramente erano ormai secoli se non millenni , che avevano abbandonato le razze di Sosaria e che non camminavano più fra noi.
Un tavolo in particolare , con seduti tre uomini e un elfa, era inoltrato in un fitta discussione sulla santità delle azioni di tale Mikail, a quanto pareva un predicatore guida della zona... più che altro la questione sembrava rivolta alla possibilità di uccidere i "nemici della fede" pur non macchiandosi dell'omicidio... ahaha patetici..
Il suo sogghigno non sfuggi all'acuto udito dell'elfa , che staccandosi dai suoi concittadini, si andò a fermare innanzi a lui. - Salve straniero- disse. - siamo felici che i nostri discorsi ti mettano di buon umore. Dicci interpreti in maniere difforme dalla nostra le parole di Idior? o la tua via è illuminata dalla luce oscura delle tenebre? -
I suoi occhi lampeggiarono nelle profondità del cappuccio.
- Mia piccola Elfa - sussurrò - io non appartengo né alla luce né tantomeno alle tenebre, io vivo al crepuscolo. Il mio unico Dio mi batte nel petto - disse colpendosi il torace con il boccale - e il mio officiante di cerimonia non si rotola nei tessuti , chiari o scuri che siano, in palazzi sontuosi, ma veste solo il rosso del sangue di chi osa unirsi a lui nell'unione di carne e acciaio- e mentre diceva ciò , appoggiò la pesante bardica lucente sulla tavola di legno.
L'elfa , non trovando parole adeguate, e un po' scossa tornò quasi stordita da quello straniero al tavolo dei suoi concittadini, e non si voltò più verso lo strano straniero... che tornò nel silenzio tra le tenebre.