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[CONTEST] Trattato di Alchimia 20 May 2017 11:19 #1

  • infernalpoetry
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Trattato di Alchimia
Anni di sperimentazioni, studi e riflessioni filosofiche sull'alchimia

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Fonti e Studi Raccolti e ampliati da:
Zeddicus Zul Zorander



Prefazione


Con questo scritto non voglio indurre a pensare al lettore che l'unica certezza sia la mia, ma queste sono le mie verità raccolte da ragionamenti filosofici, dottrinali e attuazione empirica dell'alchimia. Chiunque Voglia confrontarsi con il sottoscritto per ampliare la mia veduta E/o conoscenza o richiedere maggior dettaglio, lo faccia sapendo di onorarmi.
Il lavoro alchemico si fonda sull'aspetto filosofico che deve illuminare quello materiale. La mente divina opera nella natura, quindi le percezioni fisiche e quelle filosofiche corrispondono tra loro.
Potrete trovarmi a Magincia!


I quattro elementi sono quelli che empiricamente osserviamo intorno a noi: terra, acqua, aria, fuoco. L'ordine non è indifferente perché gli elementi hanno dignità diverse. La terra che sta più in basso (cade al fondo nell'acqua e cade attraverso l'aria) è l'elemento più volgare. L'acqua sta sopra la terra ma cade nell'aria e quindi sta più su della terra. Ancora più su vi è l'aria che sale dall'acqua verso l'alto ed ancora più degno è il fuoco che s'innalza addirittura nell'aria. Il mescolamento in varie proporzioni di questi quattro elementi crea il mondo volgare che si trova sotto il cielo ove Guardiamo per chiedere e ringraziare i Giusti. I quattro elementi devono essere dotati di quelle che chiameremo qualità primarie.

Devono essere:
  • sensibili al tatto;
  • essere suscettibili di causare cambiamenti qualitativi;
  • devono formare coppie di opposti:
  • caldo-freddo;
  • secco-umido;
  • pesante-leggero;
  • denso-raro;
  • ruvido-liscio;
  • duro-soffice;
  • resistente-fragile.


Gli elementi non sono immutabili. Ciascuno di essi può essere trasformato in un qualsiasi altro attraverso il mutamento di una qualità (o ambedue) fondamentale nel suo opposto. La TERRA è freddo-secco; il FUOCO è caldo-secco; l'ARIA è umido-caldo; l'ACQUA è freddo-umido. Le trasformazioni più facili sono tra elementi che hanno una qualità in comune e, viste le qualità di ciascun elemento,la trasformazione di acqua in aria (o viceversa) è altrettanto facile che quella da aria a fuoco (eccetera). Risulta difficile la trasformazione da aria in terra (o viceversa). Oltre alle trasformazioni dette si possono avere anche unioni tra elementi che si scambiano le loro qualità in modo da produrne altri due. Ad esempio: acqua (freddo - umido) + fuoco (caldo - secco) può originare terra (freddo - secco) + aria (caldo - umido) e per capire a cosa ci riferiamo, basta pensare ad un fuoco che si spegne con dell'acqua.

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Altre qualità, sensazioni e colori, dei quattro elementi sono:
  • TERRA: solido e nero;
  • FUOCO: luce e rosso;
  • ARIA: gas e bianco;
  • ACQUA: liquido e blu.

Ai due elementi fluidi (aria ed acqua) viene assegnata la proprietà di trasferire calore (fluido oscuro) e luce (fluido luminoso) ma anche gli influssi (Energia) dell'intero universo che muovono l'aria (venti) ed il mare e originano i fulmini fecondatori della terra. I quattro elementi non esistono mai allo stato puro:
  • la terra domina negli oggetti pesanti;
  • l'aria domina negli oggetti leggeri;
  • i metalli devono essere composti anche da acqua per poter spiegare la fusione;
  • il fumo è costituito da fuoco e da terra;
  • gli oggetti che galleggiano hanno una percentuale d'aria maggiore di quella di terra.

I quattro elementi hanno un simbolismo associato, e la parte iconografica assume sempre un potere evocatorio importante in ogni arte ritualistica e magica:
  • FUOCO Triangolo rivolto verso l'alto per indicare la proprietà di salire verso il cielo
  • ACQUA Triangolo rivolto verso il basso per indicare la proprietà di discendere verso la terra, tagliato da un segmento, per indicare la capacità di estensione
  • ARIA Triangolo rivolto verso l'alto tagliato da un segmento, per indicare la capacità di estensione
  • TERRA Triangolo rivolto verso il basso per indicare la capacità di cadere verso il basso.

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Eppure i 4 elementi non riescono a spiegarci il tutto, nel mondo vi sono cose che non riusciamo a spiegare semplicemente con uno o coppia dei quattro elementi su citati.
Al di sopra del cielo vi è un universo perfetto, eterno, immutabile che non può essere costituito degli stessi materiali che costituiscono il mondo che cambia, quello dove le cose si generano, si corrompono e si modificano.
E' qui che nasce l'altro elemento costituente l'universo, Il Sacro, l'embrione Divino, l'elemento che I Creatori mescolano a loro piacimento con i 4 , quello che propriamente in questo scritto chiamerò il quinto elemento o meglio la quinta essenza, l'elemento che ogni alchimista cerca di ottenere.
Poichè allo stato attuale senza il raggiungimento di questa quinta essenza, l'alchimista è un abile trasformatore, ma non un creatore, e non conoscendo a pieno i segreti della creazione non può intervenire su stadi più profondi della stessa, si vada a pensare all'eterna giovinezza e simili.


Altri simboli utilizzati in alchimia sono i simboli animali, che esprimono i tre principali stadi di trasformazione della materia:
  • Nigredo, che ha come simbolo il corvo.
  • Albedo, che ha come simbolo il dodo.
  • Rubedo, che ha come simbolo la fenice.

La fenice nella sua magnificenza e particolare caratteristica di rinascere dalle propre ceneri, nasconde il primo postulato dell'alchimia, il principio fondamentale che altro non è che questa affermazione:
Nulla si distrugge ma tutto si trasforma

I simboli animali esprimono appunto non elementi o formulari, ma processi, dato che per trasformare materia, a seconda della sua percentuale di composizione, si deve procedere in diversi modi:

Calcinazione,Putrefazione, Soluzione, Distillazione, Sublimazione, Unione e Fissazione

E appunto i simboli animali altro non fanno che individuare i tre stadi fondamentali alchemici:
  • Nigredo, in cui la materia si dissolve, putrefacendosi;
  • Albedo, durante la quale la sostanza si purifica, sublimandosi;
  • Rubedo, che rappresenta lo stadio in cui si ricompone, fissandosi.

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Ma prima di procedere chiunque voglia avvicinarsi all'alchimia e porsi da iniziato ecco i precetti da tener ben a mente per definirsi un alchimista:
  1. Io non parlo di cose immaginarie, ma di ciò che è certo e vero.
  2. Le cose inferiori sono uguali a quelle superiori, quelle superiori a quelle inferiori: così si compie il miracolo dell'unità.
  3. E come tutte le cose sono state create da una sola parola di un Giusto, così tutte le cose sono prodotte da una sola per derivazione.
  4. Il Sole è il padre, il Vento la porta con sé nel suo ventre, sua nutrice è la Terra.
  5. La forza è vigorosa se può essere trasformata in terra.
  6. Separate la terra dal fuoco, il fine dal grossolano, agendo con prudenza e con giudizio.
  7. Salite forniti di una grandissima saggezza dalla terra al cielo e poi di nuovo scendete in terra e unite insieme la forza delle cose celesti e di quelle terrestri. In questo modo potrete ottenere la gloria di tutto l'universo e l'oscurità sparirà da voi.
  8. Questi ha più forza della forza stessa poiché vince ogni cosa sottile e può penetrare in ogni solido.
  9. Così venne formato il mondo.
  10. Da questo derivano le meraviglie che si trovano qui da tempo.

L'alchimia deve volgere alla totalità delle cose, trasmutazione della materia, perfezionamento dello spirito, cura del corpo, invocazione, distruzione.
In questo caso distruzione è usato per facilità di comprensione, dato che in ogni caso si avrà una trasformazione, ma nulla potrà essere distrutto.

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Alchimia e Salute

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Ripetendomi, ora io che sono uomo di magia, ed in quanto tale, studioso dei mali e maledizioni che possono attanagliare corpo e spirito mortale, non posso che cominciare a trattare dell'alchimia se non dalla medicina trattando l'arte spagirica (che separa e raccoglie), tramite il separare alcune sostanze, sottoponendole a trasmutazioni, per poi riunirle in preparati con proprietà medicamentose.
Le sostanze naturali devono contenere delle virtù con caratteristiche eterne e delle sostanze divine, in accordo con il pensiero di fondo dell'alchimia che assume una sostanziale unità di materia e spirito.
In questo mondo vi sono molti segreti nascosti che è compito del Curatore tirare fuori ed utilizzare.
Grande è l'importanza che ha per la medicina la conoscenza dell'alchimia, essa è la causa delle grandi virtù nascoste le quali sono intrinseche alle cose della natura e a nessuno sono manifeste, a meno che l'alchimia non le renda tali e non le produca.
Del resto, è come se qualcuno, d'inverno, vedesse un albero, senza però conoscere e sapere che cosa si nasconde in esso; finché poi giunge l'estate che gli rende successivamente manifesto quel che è nascosto.
Ora i piccoli germogli, ora i bocci, ora i fiori e quel che v'è dentro.
Similmente sono nascoste per l'uomo, a meno che egli non le venga a conoscere mediante l'alchimista come mediante l'estate, se questo non avviene, gli è impossibile conoscerle.
Dal momento, dunque, che l'alchimista porta alla luce quel che è occulto nella natura, sappiate che ci sono forze diverse nelle gemme, nelle foglie, nei bocci, , nei frutti acerbi, nei frutti maturi; ed è una cosa assolutamente prodigiosa che l'ultimo frutto sia diversissimo dal primo, sia per quanto concerne la forma che riguardo alle sue virtù; si deve quindi rivolgere la propria attenzione dal primo germoglio sopravvenuto, all'ultimo, giacché così è la natura. Nel suo manifestarsi la natura si comporta non meno prodigiosamente dell'alchimista che opera nelle cose in cui essa cessa di agire. Ma prima di agire su materia o un corpo vivo alchemicamente dobbiamo scinderlo in sostanze principali ed individuarne le virtù, ma se abbiamo asserito che è la quinta essenza, quella di natura divina e a noi più misteriosa a dar vita e sostanza tangibile, in qualità di embrione divino, possiamo anche asserire che gli elementi che compongono la vita e la materia sono, oltre la quinta essenza, uguali in tutta la vita e la materia, sol distribuite in differenti dosi. E' così che mi sono avvicinato alla mia separazione dell'esistere in tre elementi base. Sappiate allora che tutti i metalli, il vegetali, i mortali e tutto il Creato sono generati da una triplice materia ... l'acqua è lo spirito, la Zolfo l'anima e il Sale il corpo ... l'anima che si identifica con lo Zolfo... unisce questi due contrari, il corpo e lo spirito, e li trasforma in un solo essere.
Lo Zolfo è quindi un mediatore tra corpo e spirito per produrre le differenti sostanze che costituiscono il corpo. Il ruolo dell'anima' in questo modo di vedere le cose, è spirituale e simile a quello materiale che il liquido solvente esercita quando unisce zolfo e acqua per realizzare la più perfetta delle pozioni alchemiche. Quindi Tre cose costituiscono la sostanza e forniscono a una cosa specifica il suo corpo, cioè ogni corpo particolare è in tre cose. Quando quest'ultimi sono posti insieme allora assumono il nome di Corpo, e vengono loro aggiunte la vita e le sue connessioni (la quinta essenza). Così quando hai in mano un Corpo, hai tre sostanze invisibili sotto una forma. Di queste tre sostanze si può dire soltanto che sono tre sostanze in una forma e che forniscono e costituiscono la salute.
Notate che gli elementi, mediante la separazione, risultano formalmente uguali agli elementi essenziali. L'aria appare come aria, e quest'aria non può essere racchiusa, come ritengono erroneamente alcuni, perché al momento della separazione si innalza, prorompe come il vento, ascende con l'acqua, con la terra e con il fuoco. Nell'aria vi è una meravigliosa forza di ascensione. La separazione dell'aria dall'elemento essenziale dall'acqua avviene mediante ebollizione. Quando inizia l'ebollizione, l'aria si separa dall'acqua, porta con sé la parte più leggera dell'acqua e via via che l'acqua diminuisce, anche l'aria diminuisce nella stessa proporzione. Si deve notare che nessun elemento può essere ottenuto senza aria, sebbene possa essere concepito senza aria.
Non dobbiamo separare l'aria perché essa è negli altri tre elementi come la vita in un corpo. Quando la vita è separata dal corpo, tutte le cose periscono. ... Parleremo più chiaramente delle separazioni ... Qui devono essere considerati quattro metodi. Uno riguarda i corpi umidi, cioè le erbe che forniscono più acqua che qualsiasi altro elemento. L'altro metodo riguarda i corpi combustibili, cioè i legni, gli oli, le resine, le radici che contengono più fuoco di qualsiasi altra sostanza. Il terzo metodo riguarda i corpi terrosi, ovvero le pietre, i ciottoli e le terre. Il quarto riguarda ciò che è aeriforme: comprende tutte le specie prima menzionate perché l'aria è presente in tutte. E' chiaro ora quali sono gli elementi e come devono essere separati. La prima separazione che incontriamo è la separazione degli elementi dai metalli. Negli elementi dei metalli vi sono virtù predestinate inesistenti negli altri elementi. ... Si deve ora considerare il duplice metodo della separazione. Uno consiste nel separare gli elementi gli uni dagli altri: ciascun elemento viene separato mediante un particolare recipiente, senza distruggere le sue forze. L'altro metodo consiste nel separare Puro da Impuro secondo queste modalità. Dopo aver separato gli elementi in una forma grossolana, si effettua un'altra separazione sugli elementi separati. Per comprendere pienamente la pratica della separazione si tenga presente che la quintessenza delle cose deve essere ottenuta, perché gli elementi ottenuti dai corpi possono essere dominati o abbandonati nella natura della quintessenza che tinge più o meno gli elementi.
Si deve comprendere che i quattro elementi non perdono le loro virtù quando l'elemento predestinato, cioè la quintessenza, è estratto. La quintessenza è elementare e può essere separata in relazione alla sua forma elementare e non riguardo alle diverse nature. Attraverso queste separazioni tutte le malattie elementari possono essere curate con semplicità. Deduciamo infine che la quintessenza è una materia che si estrae fisicamente da tutte le cose e da tutte le cose in cui si trovi vita, separata da tutte le impurità e da tutto ciò che è mortale, resa sottile e purificata da tutto, separata da tutti gli elementi. Ora si deve capire che la quintessenza da sola è la natura, potenza, bontà e medicina che è racchiusa in tutte le cose senza incorporazioni estranee, inoltre può essere il colore, la vita e la proprietà della cosa, ed è uno spirito, come lo spirito di vita, con questa differenza che lo spirito di vita della cosa è permanente e lo spirito di vita dell’uomo è mortale. E giacché la medicina non può senza il cielo produrre effetto veruno, essa deve agire per tramite del cielo medesimo, salvo quello di portarle via la terra, poiché, non governando il cielo su di essa, occorre sia rescissa dalla medicina.
Se tu dunque hai operato questa separazione la medicina soggiacerà al volere degli Dei.
Prendi inoltre nota di ciò: quale mai valore ha la medicina da te prescritta per l'utero delle donne, se il fato non ti è di guida nel ritrovarla? Che sarebbe la medicina per il cervello, se non ti conducesse ad essa ispirazione divina?
E così è per le altre medicine; esse sono restate tutte nello stomaco e sono fuoruscite passando per i visceri e non hanno avuto effetto alcuno. La causa di ciò sta nel fatto che non approdi a nulla, se il cielo non ti è propizio e non vuole guidare la tua arte medica. È il cielo che deve guidartela. Perciò l'arte esige, a questo punto, che tu non dica: la melissa è un matricale, la maiorana va bene per la testa; così discorrono gli insipienti. La ragione sta invece nella potenza e nell'intercessione del Divino e nella fattispecie delle stelle. L'alchimista dovrà capire abbastanza anche di astronomia dunque, poichè vi sono periodi dell'anno più propizi, ore del giorno più indicati per raccogliere questa o l'altra radice.
Quindi se delle bacche opportunamente calcificate e solute son un buon rimedio per la tosse, non dimenticate che è per volere Divino che hanno donato quella particolare quinta essenza alle bacche e che l'hanno portata alla vostra attenzione durante gli studi.
Spesso, troppo spesso, ho visto alchimisti, o presunti tali, preoccuparsi poco o niente dei colori delle pozioni e delle medicine. Se la quinta essenza di ogni cosa nel creato ha un colore, cosa accertata empiricamente tramite processi di distillazione e/o sublimazione conseguenziali,è vero anche che il processo di formazione di una pozione o di una trasmutazione deve seguire determinate leggi e assumere determinate colorazioni durante la preparazione e come colore finale! Gli elementi hanno i loro colori, mediante i quali i medici analizzano la complessione ed il carattere di un corpo. Il colore della terra, quando è fredda e secca, è scuro e nero ed indica un carattere malinconico . Il celeste chiaro denota che uno ha catarro, poiché il freddo rende bianco l'umido e annerisce il secco.
Il colore rosso indica sangue, fuoco che accende l'ira, la quale, per la sua propria inconsistenza, si mescola facilmente con tutti e origina diversi colori: se si mescola con il sangue, il rosso è il colore dominante; se domina l'ira, diventa rosato e se la mescola è in parti uguali, diventa rossiccio. Se l'ira è accesa con il sangue, diventa grigia: rossa quando domina il sangue, rosata quando domina l'ira. Se si mescola con l'umore malinconico, diventa nero, ma mescolato con la malinconia e la flemma in proporzioni uguali diventa grigio; se domina la flemma, giallo scuro, e se domina la malinconia, verde chiaro. Se si mescola solo con la flemma in proporzioni uguali, diventa color cetrino; se vi è maggiore quantità dell'altro, diventa pallido. Non vi è dubbio che tutti i colori hanno maggiore virtù quando abbiamo a che fare con sete, metalli, cose trasparenti, pietre preziose . Ecco perché non troverete mai una pozione ristoratrice di colore giallognolo, o meglio se la trovate attenti a quel che bevete, dato che sicuramente non sarà quello che il venditore vi dice. Se troverete una pozione nera, non fatevi ingannare da chi vi dice che è veleno, potrà essere magari anche mortale, dato che conterrà qualche sostanza non benefica, ma non è veleno altrimenti la colorazione sarebbe stata verdastra!Precisiamo che questo vale per l'alchimia, dato che se andiamo a guardare a decotti e distillati culinari, le regole cambiano dato che non vi sono i processi alchemici, ma delle mescolanze grossolane atte a rendere digeribile una bacca o un erba, o a dare ad un piatto un connubio di sapori.
Al fine di tutelare in via preventiva la salute, la pratica alchemica favorisce una più fluida circolazione degli umori presenti nell’organismo umano. Essa tiene conto del fatto che gli umori sono legati ai quattro elementi, col predominio alternato di ognuno di essi ogni quattro mesi. Lo squilibrio significa che manca la spinta alternata di tutti gli elementi e questo in genere perché un elemento è iperattivo, uno è esaurito e gli altri due sono poco attivi. Molto sinteticamente, se l’elemento acqua è iperattivo, sono iperattivi l’umore flemmatico, il sistema vegetativo e linfatico, il pancreas; al contempo è inattivo l’elemento complementare fuoco con l’umore bilioso, il sistema sanguigno, la cistifellea e lo stomaco; mentre gli elementi terra e aria sono poco attivi. Se l’elemento l’aria è iperattivo, sono iperattivi l’umore sanguigno, il sistema neurologico e sanguigno dell’ossigenazione , il fegato e i reni; sono invece inattivi l’elemento terra, l’umore malinconico, il midollo osseo, la milza e l’intestino; mentre gli elementi acqua e fuoco sono poco attivi. Per realizzare se un elemento sia iperattivo o inattivo in un composto umano, oltre la consultazione tramite preghiera verso il Divino, è importante individuare l’aspetto fisico ed il temperamento dell’individuo.
In linea di massima chi subisce la iperattività del fuoco è magro, collerico, con intelligenza e immaginazione vivaci, con funzioni istintive rapide; la sua cute è calda e olivastra, il suo sguardo penetrante ed espressivo, il che rivela un carattere espansivo, volitivo, ambizioso, passionale, coraggioso. Egli batte molto il tacco delle scarpe per marcare il territorio e vive fortemente l’elemento in cui la vera manifestazione dello spirito trova maggiori possibilità per farsi strada e che come supporto si serve del sangue.

Chi subisce la iperattività dell’aria ha forme tondeggianti ma piene, la cute rossa e calda; la sua intelligenza è veloce, creativa, intuitiva, il suo è un carattere estroverso, allegro, gioviale e impulsivo. Egli si muove spesso sulla punta delle scarpe, come per staccarsi da terra, vive essenzialmente nell’elemento in cui si esprimono le forze dell’anima, le quali da un lato si servono del sistema nervoso, dall’altro della respirazione.

Chi subisce la iperattività della terra è magro, astenico ed ha la cute fredda e olivastra, con funzioni istintive rallentate; il suo sguardo è poco espressivo e rispecchia un carattere introverso, melanconico, riservato, pessimista; il suo passo è pesante e strascicato. Egli vive nell’elemento terra ed è il temperamento in cui emerge maggiormente il solido e il fisico.

Chi subisce la iperattività dell’acqua ha forme rotonde e flaccide. Egli ha un carattere introverso, adattabile, sensibile, paziente e riflessivo; la sua cute è pallida e fredda. Il corpo del flemmatico è unito soprattutto alle forze della crescita che sviluppano la vita e che si celano nell’elemento acqua, perciò nel suo organismo i fluidi hanno la massima importanza ed il sistema ghiandolare ha un ruolo di primo piano.

Occorre poi considerare il timbro, la tonalità ed il volume della voce: lenta, bassa e con profonde risonanze con predominio di terra; fluida, scorrevole, moderata con predominio di acqua; veloce, forte, alta con predominio di aria; distinta, potente, penetrante con predominio di fuoco. Allo scopo di salvaguardare la salute psicofisica, è opportuno prendere coscienza delle emozioni dominanti nella propria esistenza, tipiche di un preciso umore. Se ad esempio nelle attività giornaliere si presentano spesso la mancanza di sentimenti, la depressione, la inquietudine, la taciturnità, la frustrazione, il sospetto, l’invidia, il rancore, l’egoismo e l’attaccamento ai propri beni, l’elemento terra e l’umore melanconico non sono in equilibrio. Se invece è frequente l’amore per lo studio e la ricerca, la riservatezza, la tenerezza, la concentrazione e la ponderazione, l’elemento è in equilibrio.
Lo stesso succede con l’apatia, l’indifferenza, l’infelicità, la sottomissione, l’imbarazzo, la vergogna, il timore, il disgusto, l’incertezza e la stanchezza con l’acqua e l’umore flemmatico; lo stesso succede con l’ansia, il rimorso, la furbizia, l’euforia, l’ironia, l’ipocrisia, la gelosia, l’eccitabilità e l’eccessivo piacere dei sensi con l’aria e l’umore sanguigno. Invece il fuoco e l’umore bilioso è dominante se sono presenti frequentemente l’orgoglio, l’ira, l’odio, l’impulso vendicativo, la prodigalità, l’ambizione, la passione, gli impulsi possessivi e autoritari. L’elemento acqua e l’umore flemmatico sono in equilibrio se è presente la felicità, la versatilità, la sensibilità, la fiducia e la speranza; l’elemento aria e l’umore sanguigno sono equilibrati se è presente l’ingegnosità, l’armonia, la prontezza, l’allegria e la gentilezza; l’elemento fuoco e l’umore bilioso sono equilibrati se è presente la pietà, la generosità, il coraggio, l’entusiasmo e l’amore per gli altri.
Nell’uomo la salute si regge sul delicato equilibrio tra la propria spiritualità, un buon fisico e la mente.
Se si scompensa uno di essi, anche gli altri si alterano e la predisposizione ad una malattia ha campo libero. Quindi di estrema importanza è il raggiungimento di una effettiva sincronia tra la sfera istintiva della libido, quella emozionale delle passioni e quella psichica dell’intelletto, legata a tre zone del cervello.
La prima parte di cervello che consideriamo possiamo definirla quella primitiva. Ad essa corrispondono i centri motori e l’istinto, che è preposto al soddisfacimento dei bisogni del corpo:
bere, mangiare, dormire, copulare, difendersi.
Governa con una velocità istantanea il metabolismo incosciente e le reazioni automatiche.
Poi v'è quella parte del cervello legata ai centri umorali e agli stati emotivi propri dell’anima. Tramite reazioni umorali ed emotive, causate all’individuo dai problemi della vita di relazione, tale parte della mente memorizza il comportamento più adatto ad affrontare le relazioni e le competizioni in un gruppo sociale. Pertanto regola, tramite un pregresso condizionamento della specie umana o i condizionamenti del singolo da parte degli altri, i rapporti interpersonali. Grazie a questa memorizzazione involontaria riusciamo a far fronte con stati d’animo ricorrenti e modi di pensare programmati, che a volte sono utili ma spesso sono acritici, rigidi e ripetitivi, che si ripercuotono in maniera stressante o patologica sull’esistenza e priva lo stato di coscienza della lucidità e fluidità necessarie ad analizzare con obbiettività le situazioni.
Infine consideriamo quella parte di cervello che attiva la riflessione interiore, la intelligenza e la creatività. A differenza dell'istinto e della capacità emozionale, con cui spesso si trova in contrasto, determina uno stato mentale libero, elastico, critico, probabilistico, che spinge verso la evoluzione e conoscenza spirituali. Non è supportato dalla velocità delle emozioni o dalla programmazione del comportamento, e quindi quasi sempre subisce la forza dirompente.
Lo stato di salute e di appagamento interiore dipende da un armonico utilizzo delle funzioni. Purtroppo ciò accade raramente, perché si tende a stimolare troppo i piaceri del sistema istintivo, andando oltre il naturale soddisfacimento dei bisogni fisici, oppure le forti emozioni legate alle sue reazioni davanti a situazioni estreme, fuori del normale, appositamente ricercate. Del pari si segue passivamente il modo condizionato e persistente di sentire e di giudicare, di per sé confortante perché elimina dubbi ed esami di coscienza, ma spesso sbrigativo, alla lunga opprimente, quasi maniacale, perché si ferma alle apparenze, ad una rappresentazione riflessa della realtà, senza affrontare in profondità le problematiche esistenziali, imprigionando in un circolo vizioso di pregiudizi e stati d’animo immotivati. Ciò può determinare, col passare degli anni, stati di tensione o depressione, in contrasto con l’intelligenza creativa ed evolutiva, che non riesce mai ad esprimersi e a sbloccare la situazione involutiva. Per evitare tale situazione, che deteriora rapidamente la salute, l’operatività alchemica consiste nel destrutturare e ristrutturare il caotico composto psicofisico dell’uomo ordinario, nel concedere spazio e tempo alla riflessione più lenta, in grande parte inutilizzata. L’alchimista vuole far prevalere l’intelligenza e la creatività, indispensabili per l’integrazione spirituale dell’uomo, e pertanto utilizza la meditazione, il silenzio, il digiuno, l’isolamento, la recitazione di preghiere o carmi, la contemplazione della natura, la focalizzazione o visualizzazione interiore, particolari attività fisiche. Questi stacchi servono a disarticolare i meccanismi automatici della mente e a spezzare il condizionamento di situazioni pregresse, che tra l’altro spingono sempre ad agire con la paura o la rabbia, nell’agitazione o nell’ansia, a fare le cose in maniera ripetitiva e acritica, in fretta e furia, spinti dal senso di colpa o del dovere, perché in questo modo hanno facilmente il sopravvento sul ragionamento. Tutta questa prefazione sul corpo e la mente poiché a giudizio dell'alchimista, tranne che in casi evidenti di malattie derivante appunto da eretici untori o maledizioni, la malattia nella sua essenza un contrasto tra corpo e anima, tra anima e spirito; essa ricerca rimedi e guarigioni attraverso intuizioni e immagini oniriche, che affiorano dall’inconscio e la presa di coscienza dei propri squilibri profondi. Quindi è dovere dell'alchimista che vuol curare malattie con erbe e misture, in primo luogo conoscere gli squilibri dell'animo e del corpo e saper far fronte ad essi ristabilendo una sincronia e riconoscere in vari stati d'animo e atteggiamenti ancora i citati squilibri.


Alchimia, Vegetali e Medicine

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Per quanto riguarda le energie vegetali,bisogna tener bene a mente che la pianta coltivata è più debole, perché costretta a vivere in un habitat innaturale e che le fa smarrire l’anima vegetativa. Quella selvatica è più forte e quindi più attiva, perché costretta a combattere per sopravvivere, senza concimi, nel suo ambiente di origine, perché assorbe la composizione del luogo in cui cresce e conserva meglio le valenze terapeutiche della propria specie, avendo mantenuto inalterata la memoria della propria specie e sviluppato a pieno il loro campo energetico. Per la preparazione delle pozioni vengono utilizzate determinate parti della pianta fresca (radice, foglia, seme, fiore), raccolta nel momento di maggiore energia, momento che si ricerca in studi sulla pianta approfonditi.
Il luogo dove nascono le piante deve essere in equilibrio con i quattro elementi:
senza violente o eccessive precipitazioni per quanto riguarda l’elemento acqua; protetto da eccessiva esposizione a Nutper quanto riguarda il fuoco; riparato dal vento per quanto riguarda l’aria, in zone non particolarmente contaminate da presenza umana e quindi infestate da concimi o liquami di scarto, per quanto riguarda la terra.
In questo modo non si mina il delicato equilibrio idrosalino della pianta, se ne conserva il contenuto di oli essenziali e si amplifica il suo potenziale formativo e informativo. Per estrarne tutti i principi, le radici vanno raccolte nel tardo autunno, dopo le prime brine e nelle ore del mattino o dell’imbrunire, in giornate serene e con tempo stabile; invece le foglie ed il fusto in pieno sviluppo e prima della fioritura, nelle ore della mattinata, ma non oltre mezzogiorno, in giornate assolate e prive di vento; al primo mattino e nelle stesse condizioni di tempo i fiori non ancora sfioriti ed i frutti, quando hanno raggiunto la maturità.
Considerando la pianta in generale, le radici agiscono sulla mente, le foglie e il fusto sugli organi del torace, i fiori sugli organi riproduttivi, frutti e semi sugli organi del ricambio. Le radici sono poi associate all’elemento terra, le foglie all’elemento acqua, i fiori all’elemento aria e i semi all’elemento fuoco. Ogni specie vegetale ha un’anima ove è prevalente un archetipo, che le conferisce particolari virtù curative.

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Le piante che hanno una forma allungata e sottile; un colore scuro o slavato, violaceo; un sapore sgradevole, amaro, acre; un odore sgradevole, maleodorante e a crescita lenta; hanno effetti, se opportunamente trattate, astringenti, coagulanti, antinfiammatorie, febbrifughe, refrigeranti e sedative, ma anche tossiche; possono agire sulla milza e il midollo osseo.
Fra queste citiamo il carciofo, il cardo, la cicoria, il granturco, l’equiseto o coda cavallina, la genziana, il luppolo, la gramigna, l’edera; le velenose solinacee, come la mandragola, lo stramonio, l’elleboro, la belladonna, l’aconito e la cicuta, oltre alle piante sedative o antidolorifiche come l’artiglio del diavolo, il salice, la canapa, l’amaranto.
Le piante che hanno una forma compatta e abbondante; un colore blu luminoso, anche giallo; un sapore buono, rinfrescante, a volte salato; un odore gradevole, leggermente acre e una crescita fiorente e abbondante; possono essere antispasmodiche, balsamiche, corroboranti ed emollienti; esse possono bloccare lo stimolo del vomito, regolare transitoriamente le funzioni degli organi, in specie del fegato.
Fra queste citiamo il tarassaco, il basilico, la celidonia, l’issopo, il castagno, il rovo, la salvia, l’indivia, la bietola, il cardomariano, la malva, il tiglio, l’oleandro, il melo e il lino.
Le piante che hanno una forma bella ed elegante; un colore rosa, bianco e blu chiaro; un sapore piacevole o dolce amaro; un odore che stordisce, molto profumato e una crescita rigogliosa;esse possono essere diuretiche, antisettiche; esse possono arrestare le emorragie ed agire sulle infiammazioni e alterazioni renali e degli organi sessuali.
Fra queste citiamo la bardana, il mirto, la verbena, la menta, il muschio, l’achillea, l’uva orsina, la betulla, la melissa e il sambuco.
Le piante che hanno una forma caratteristica, a volte insolita; un colore bianco, grigio o viola chiaro; un sapore insipido; un odore poco forte e una crescita rapida; possono essere calmanti, soporifiche, lenitive; esse possono avere caratteristiche fermentative, agire sulle ghiandole sessuali, favorire il vomito in caso di avvelenamenti, ma anche alterare il sistema nervoso e la psiche.
Fra queste citiamo il papavero, l’antea, il calamo, il bambù, la felce, la mirra, l’artemisia, l’alchemilla, l’agnocasto, l’issopo, il cavolo, il crescione, il cetriolo, la zucca e la lattuga.
Le piante che hanno un forma curva, insolita; diversi colori, cangianti, arancioni, giallognoli; un sapore dolciastro, aromatico; un odore aromatico, caratteristico e una crescita molto rapida; possono essere rilassanti ed attenuare cefalee ed emicranie; esse agiscono sull’addome, sui bronchi e sui polmoni.
Fra queste citiamo il finocchio, lo zenzero, l’anice, lla sambuca, la polmonaria, l’origano, la maggiorana, il prezzemolo, la carota, la valeriana, il sedano, la santoreggia, la liquirizia, il trifoglio, l’echinacea, l’eucalipto, il nocciolo, il noce e la lavanda.
Le piante che hanno un aspetto ispido, spinoso; un colore rosso; un sapore piccante, salato; un odore penetrante, forte, di bruciato; una crescita non univoca, non uniforme; possono essere afrodisiache, stimolanti, toniche, ma caustiche e vescicanti; possono agire sulla cistifellea e sui condotti biliari.
Fra queste citiamo il biancospino, il basilico, l’acanto, la prunella, il frassino, il leccio, il timo, la genziana, il peperoncino, il rusco o pungitopo, l’aglio, la cipolla, la vite e l’ortica.
Infine tutte le piante che più subiscono l'influenza del Sole che in genere hanno un aspetto eretto e imponente; un colore arancione o giallo; un sapore intenso, aspro; un odore forte, aromatico; una crescita continua. Possono avere proprietà ricostituenti, sudorifiche, stimolanti e digestive; esse possono agire sul cuore e circolazione.
Fra queste citiamo l’angelica, la calendula, la camomilla, il ginepro, l’elicrisio, l’iperico, l’eufrasia, il limone, l’olivo, il noce, l’incenso, il rosmarino, l’alloro, il vischio e la ruta.

Nota: Non considerate questo trattato terminato, sono appunti di vita e studi, quindi li amplierò come meglio potrò e li condividerò con chi interessato e meritevole. Inoltre molto di questo sarà rivisto secondo l'ottica che mi sta accostando al Divino tramite la mia ritrovata fede in questo periodo della mia vita.
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