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Kalash 03 Dec 2018 20:16 #1

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Un giorno come tanti altri, Kalash si trovava nella biblioteca della città ad eseguire il suo lavoro di aiuto bibliotecario. Il suo superiore gli aveva dato l’ incarico di spolverare e catalogare nuovamente i libri di una sezione della biblioteca, in modo da fissare stabilmente la posizione di ogni tomo.
Il giovane di appena 87anni era poco entusiasta del suo compito giornaliero,trovando il suo lavoro molto noioso ; era obbligato ad eseguirlo in quel modo, poiché la grande biblioteca della città apparteneva a suo padre: per tale motivo, senza potere effettuare una diversa scelta, si ritrovò già in tenera età aiutare il padre. Non erano tantissime le persone che frequentavano la biblioteca, però era conosciutissima dai dotti e dagli esperti, in quanto importanti e introvabili manoscritti erano custoditi in essa.
Lhutor,padre di Kalash e marito della elfa Hildarin,era un elfo di esile aspetto dai capelli lunghi e biondi,i suoi occhi erano color ghiaccio; la sua espressione, sempre molto seria, era ben nota nella città, dove era conosciuto come uno di poche parole e riservato nei suoi affari. La sua famiglia, economicamente viveva una vita modesta, non in mezzo alle ricchezze ma neppure di stento; poiché generosi profitti erano tratti dalla biblioteca, nono stante le forti spese sostenute per trovare manoscritti unici e capaci amanuensi per riprodurre più copie, che poi sarebbero state vendute ai ricercatori e dotti più ricchi.
Hildarin moglie di Lhutor,invece passava le sue giornate svolgendo le faccende di casa,un’ elfa dai lineamenti molto leggeri e dagli occhi verdi,uno sguardo sereno e vivace,i suoi capelli biondi ricordavano le sfumature dei raggi del sole nelle giornate di primavera,o perlomeno Lheutor le diceva cosi la mattina all’alba.
Anche quel giorno, esattamente come tutti gli altri, Kalash si svegliò prima delle luci dell‘alba. Come sua abitudine accese la candela riposta nel suo comodino,poi si avviò in cucina, posò il candeliere sul tavolo e lentamente iniziò a sistemare su quello il cibo, per allestire una robusta colazione.
Finiti i preparativi per la iniziare la giornata Kalash usciva; la famiglia abitava un quartiere non molto vicino al centro della città e quindi alla biblioteca. Era ancora buio quando il giovane, lasciata la sua casa, montò a cavallo per andare al posto di lavoro. Ancora nessuno camminava per le strade di XXXXX ; si era in autunno inoltrata e un forte vento sferzava la città.
Arrivato a destinazione Kalash scese dal cavallo, che assicurò fortemente al suo solito paletto, fuori della biblioteca, da un lato della strada nascosto ad occhi indiscreti. Il giovane elfo si apprestò ad aprire il possente portone della biblioteca per lasciarlo chiudere alle sue spalle silenziosamente, levatosi la mantella con cappuccio iniziò ad accendere le prime candele per potersi muovere agevolmente nei primi stanzoni dell’edificio, per poi accendere le torce appese alle pareti. Essendo finalmente solo poteva immergersi nei suoi studi, senza paura di essere osservato da occhi indiscreti.
Kalash era fortemente attratto dalla conoscenza negromantica , di cui scoprì l’esistenza grazie ad uno strano personaggio, sempre schivo e guardingo, che per un breve periodo aveva frequentato in modo assiduo la biblioteca. Kalash, rimettendo a posto uno dei saloni di lettura aperto al pubblico, aveva notato uno strano manoscritto lasciato aperto sul tavolo dall’anziano; il giovane non potè fare a meno di lanciare uno sguardo attento su alcune righe che spiegavano uno strano simbolo che non aveva mai visto; così avidamente lesse un paio di pagine e fu subito colpito dalla natura dell’argomento trattato dallo strano manoscritto.
E’ così che il giovane cominciò a studiare la negromanzia. Questi studi però dovevano essere eseguiti all’oscuro di suo padre Lhutor, il quale non condivideva le opinioni dei negromanti! Così il ragazzo faceva sia l’apertura che la chiusura della biblioteca in modo tale che potesse studiare senza il rischio di dovere essere interrotto o comunque intralciato, da chi non poteva comprendere quel potente sentiero, che si stava aprendo davanti ai suoi passi. Con il passare del tempo Kalash imparò ad accrescere la sua conoscenza del mondo magico e sovrannaturale, usando con maestria i potenti segni e simboli, riportati nei volumi amanuensi. In questo modo entrò in possesso di una notevole capacità di lettura dei simboli e dei loro significati nascosti; ci volle molta dedizione e sacrificio in quegli studi, per appagare la sua sete di conoscenza e la sua volontà di superare i propri limiti.
Mangiava poco e dormiva ancor meno pur di non sospendere i suoi lavori ed esperimenti. Kalash stava traducendo un tomo riguardante la fondazione del concilio.Dalla morte del fondatore del concilio, Lestat de Lincourt, bruciato vivo nella sua torre dal popolo, e la seguente scelta, come successori, di Azatoth e Nolith.
I due apportarono notevoli cambiamenti al concilio, rendendolo sempre più incisivo; gli adepti illuminati portarono il concilio quasi al suo massimo splendore, finché improvvisamente Nolith, senza dare spiegazione, decise abbandonare il Concilio. Sicuramente i suoi studi lo avevano portato ad una conoscenza maggiore. Arnis Escrima prese il posto di Nolith nel conclave, e fu affiancato da Azatoth l’Anziano, per evocare l’ innominabile Elhoim, al fine di stringere un patto di potenza, che allineasse lo spirito del concilio e dei negromanti alla devozione ad Elhoim .
Kalash stava terminando lo studio del capitolo seguente , quando il sole iniziò a levarsi nel cielo, facendo entrare i primi raggi di luce dentro la biblioteca; di colpo si sentì il possente portone della biblioteca aprirsi rumorosamente e la esile figura di Lhutor si mostrò in tutta la sua agitazione. Come il padre scorse il figlio nella sala, intento ad uno studio per lui inutile, andò su tutte le furie; a nulla servirono i tentativi del giovane per nascondere il vero oggetto della sua occupazione, per evitare che l’ira del padre facesse diventare la giornata sempre più sgradevole.
“ kalash, quante volte ti devo ripetere che non devi sprecare tempo con quelle stupide letture! Non vedi quante cose ci sono da fare? Hai catalogato nuovamente quell ‘ala della biblioteca ieri, come ti avevo richiesto?!” sbottò Lhutor infastidito.”Si! Padre, ho fatto come da te richiesto” rispose Kalash. ”Bene,allora oggi finirai di trascrivere quelle pergamene nella mia scrivania e in serata ti recherai in un villaggio qua vicino che tua madre Hildar necessita di alcune cose,per le sue faccende.” rispose il padre.
Con l’arrivo della sera il giovane Kalash sellò il suo cavallo e partì per la destinazione data dal padre. Non si trattava di un lunghissimo viaggio, ma il percorso tortuoso, si snodava tra alte montagne, fino a giungere alla vallata, dove si trovava il villaggio. Tutto stava procedendo bene perché il giovane conosceva buone scorciatoie, però una volta arrivato alle montagne fu investito da un improvviso forte vento, che lo disarcionò dal suo destriero, scaraventandolo contro un costone roccioso. Il giovane cercò di rialzarsi, ma inciampò di nuovo e rotolato a terra, si accorse di essere stato ferito da spunzoni della roccia al fianco destro; tentò di rialzarsi di nuovo, per prendere le briglie del cavallo, però cadde nuovamente; il suo destriero in preda al terrore fuggì via, come se fosse inseguito da un fulmine. Ferito e barcollante il giovane cercò di rincuorarsi per proseguire il suo cammino, ma l’infuriare della bufera consumò le sue ultime forze; cadde a terra privo di sensi.
Il vento infuriava tra i pendii della montagna, tutto travolgendo; con sibili minacciosi e schianti di pietre ed alberi , la Terra elevava le sue urla di dolore. Finché improvvisamente tutto tacque; il vento si placò e sulla montagna scese il silenzio . Apparve una figura vestita di nero e incappucciata, che si diresse decisa verso il corpo quasi congelato di Kalash. Il nuovo venuto si accostò al corpo del giovane, e lentamente, dopo aver piegato il collo verso il lato sinistro del ferito, mormorò alcune parole di protezione. La sua attenzione fu attirata da una piccola pergamena, fuoriuscita dalla sacca di Kalash.
La prese per leggerla ; fin dalle prime parole, comprese che l’argomento riguardava gli studi e le riflessioni di Kalash sull’arte di evocare il mondo dei morti; un ghigno di soddisfazione balenò sul volto dell’incappucciato, che, dopo aver arrotolata la pergamena nella propria sacca, prese da quella una radice di mandragola che arrotolò con del filo di ragno. Mormorata una litania sul ferito, strofinò il rimedio sulle contusioni del giovane, che, urlando con uno spasimo improvviso, spalancò gli occhi stupefatti sul suo salvatore. Cercò di muoversi o di svincolarsi,ma era troppo debole per qualsiasi cosa. Tale atteggiamento fece vistosamente ghignare il suo salvatore, il quale lo fissò diritto negli occhi dicendogli: “bene Kalash,ti ho studiato con forte interesse in questi ultimi anni; ho notato la tua sete di conoscenza e la tua capacità di sacrificare te stesso pur di sapere. Lasciai a bella posta il manoscritto aperto sul tavolo per sapere cosa avresti fatto! La tua dedizione verso il sapere mi ha impressionato e ho deciso di premiarti accettandoti come mio allievo. Sappi però, che se non ti rivelerai degno della mia fiducia, diventerai una cavia dei miei studi e se deciderai di scappare, ti raggiungerò in ogni momento, perché so con esattezza quanto sangue scorre nelle tue vene”. Una risata sadica incoronò le parole dello stregone ; il giovane ,incredulo, ma sottoposto ad una energia che lo stava soverchiando, non fu in grado proferire parola , ma accettò la proposta del necromante con un lieve accenno colla testa. A questo segno l’ oscuro, con un ghigno soddisfatto, trasse con la mano destra qualche cosa dalla sua sacca; pronunciò una invocazione , socchiudendo lentamente gli occhi, mormorò poi alcune parole incomprensibili gesticolando con una mano: una piccola sfera blu prese forma da una ondata di oscurità, e vorticando iniziò ad ingrandirsi sino a diventare un portale, il nero stregone si girò verso il giovane dicendo: “alzati muoviti e seguimi dentro questo portale,andiamo nella tua nuova città Midian, la città della Morte”. Detto questo entrò e varcò il portale seguito dal giovane Kalash.

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