La distruzione di Stirling
L'Impero non aveva rivali sulla terra ma l'Imperatore era ancora insicuro riguardo ciò che poteva avvenire. La Religione era tornata ed era anche tenuta sotto strette briglie di modo da contenerne il potere.
Tuttavia qualcosa turbava le notti dell'Imperatore , l'idea che esistessero ancora città stato composte da cittadini operosi e non dediti al saccheggio al di fuori dei confini Imperiali.
Dai Sacerdoti di Elhoim sopravvissuti vennero a sapere della città di Stirling, in qualche modo collegata agli strani avvenimenti accaduti al momento della distruzione di Midian.
Si diceva infatti che a Stirling vivessero pacificamente strani esseri dei grandi poteri capaci di fare da guardiani alla popolazione umana.
L'Imperatore, spaventato da queste storie, decise di mettervi fine con la consueta brutalità.
Protetto dalla luce del mattino invase l'isola di Stirling senza alcuna previa dichiarazione di guerra o intento d'ostilità, ordinando di distruggere ogni forma di vita al suo interno.
La città, colta impreparata da tale atto, venne data alle fiamme.
Le truppe Imperiali scoprirono che Stirling si estendeva anche sottoterra per buona parte della sua estensione sul terreno stesso.
E che all'interno vi erano i favoleggiati sepolcri, molto simili a quelli ritrovati a Midian.
I Soldati portarono tali tombe alla luce del sole e le scoperchiarono, causando dei grandi falò che si protrassero per delle ore, mentre urla di dolore emersero dagli occupanti dei sarcofagi.
Nell'arco di una giornata, prima del tramonto, era fatta. Stirling era ormai un guscio vuoto popolato solamente dai fantasmi dei caduti.